Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
I firmatari di questo documento chiedono al Senato, alla Camera dei deputati e al Governo di modificare in modo sostanziale il disegno di legge costituzionale che altera il ruolo del Senato e delle Regioni e insieme di cambiare la legge elettorale maggioritaria approvata dalla Camera dei Deputati, che è ancor meno accettabile a fronte della proposta di ridurre drasticamente il ruolo del Senato.
I firmatari ritengono un errore affrontare la riforma di parti essenziali della Costituzione con la logica del prendere o lasciare e senza un aperto confronto. Le riforme sono necessarie, ma debbono garantire un adeguato equilibrio istituzionale e una reale rappresentanza politica... Continua a leggere...
Il congresso nazionale della Cgil si è concluso. Le reazioni alla relazione di Susanna Camusso hanno messo in luce aspetti preoccupanti come l’attacco al sindacato. L’attacco al sindacato è stato mascherato da rifiuto della concertazione... Continua a leggere...
Qualcuno ha detto che l'approvazione da parte del parlamento della modifica dell'articolo 81 della Costituzione è stata possibile nel 2012 solo per una sorta di autoembargo delle intelligenze... Continua a leggere...
È in corso la raccolta delle firme a sostegno di 4 referendum che tentano di mettere in discussione la politica di austerità che ha costretto l’Europa... Continua a leggere...
Austerità, i referendum possono aprire un varco per tutti. Anche per il governo Renzi ha invertito con destrezza le priorità da lui stesso ... Continua a leggere...
Renzi, ormai presidente del Consiglio, aveva dichiarato di volere cambiare l’Europa e la sua fallimentare politica di austerità, fino alla possibilità, per l’Italia, di sforare il 3 % di deficit per contribuire al superamento della recessione che tormenta e impoverisce il nostro paese da 7 anni... Continua a leggere...
L’aspetto curioso ed inquietante della situazione è che sia mettere in discussione seriamente la politica di austerità dell’Europa, che tuttora è dominanante, sia limitare l’iniziativa per tentare di ottenere qualche miliardo di margine, sempre premettendo dichiarazioni impegnative sul rispetto del 3 % da parte dell’Italia, cambia poco agli occhi dei mercati e delle “signorie” che decidono quando è il momento del pollice verso e quindi puntano su un aumento dello spread... Continua a leggere...
Convegno del 30 Ottobre "Riforme istituzionali e legge elettorale, innovazione o restaurazione?"Introduzione di Alfiero Grandi Purtroppo l’attenzione dell’opinione pubblica su argomenti decisivi come la modifica della Costituzione della nostra Repubblica e la nuova legge elettorale resta a livelli troppo bassi. Il nostro paese, colpito da una crisi grave e lunga, tuttora in recessione, è concentrato su disoccupazione, perdita di reddito, assenza di prospettive per i giovani, per ricordare solo alcuni dei punti che erano al centro della manifestazione della Cgil di sabato scorso. Per questo sarebbe un errore imperdonabile non reagire a scelte politiche sbagliate su Costituzione e legge elettorale, criticando, facendo controinformazione e chiarendo che la scelta non è tra cambiamento e conservazione, ma tra due possibili scelte, di cui quella del governo avrebbe certamente come risultato il rattrappimento ulteriore del ruolo del parlamento e della rappresentanza e l’accentramento delle decisioni nelle mani del governo... Continua a leggere...
La Camera ha approvato un testo di legge che riduce le sanzioni pecuniarie e le pene per coloro che hanno esportato capitali all’estero illegalmente e poi non contenta ha esteso questa benevolenza anche a quanti, commettendo gli stessi reati, hanno tenuto i quattrini in Italia, cioè gli evasori fiscali.
E’ curioso che ora solo il Senato, che il Governo vorrebbe sostanzialmente eliminare, possa bloccare o almeno modificare radicalmente questo provvedimento per evitare un nuovo condono.
E’ ancora più incredibile che ... Continua a leggere...
Il Governo Renzi ha evitato in ogni modo un confronto con i sindacati sulle scelte da compiere in materia di lavoro e di interventi per l’occupazione e lo sviluppo e nello stesso tempo ha scelto di ispirarsi alle proposte di Confindustria in materia di mercato del lavoro, compiendo una scelta di campo negativa perché i lavoratori hanno già pagato il prezzo più pesante in questa interminabile crisi, con la perdita di oltre 1 milione di posti di lavoro, che potrebbero essere molti di più se venisse reciso il rapporto con il posto di lavoro attraverso il taglio della cassa integrazione.
Il peso della crisi ha creato ulteriori problemi nell’entrata al lavoro ai giovani che già sono stati colpiti dal brusco aumento della percentuale di disoccupati a causa dell’innalzamento improvviso dell’età pensionabile, che ha creato da un lato i cosiddetti esodati, in buona parte ancora in attesa di una soluzione, e dall’altra ha contestualmente aggravato la penuria di lavoro per i giovani.
La scelta del Governo Renzi di estendere il tempo determinato senza vincoli e controlli, senza neppure cancellare parte delle 46 tipologie contrattuali, sta provocando l’ulteriore sostituzione della buona occupazione con la precarietà, a cui si aggiunge la volontà di togliere le garanzie oggi previste dall’articolo 18 dello Statuto dei diritti dei lavoratori per i nuovi assunti a tempo indeterminato, con il risultato di segmentare ulteriormente i diritti del mondo del lavoro. Questa azione del governo non creerà nuovi posti di lavoro ma provocherà un ulteriore aumento della svalutazione del lavoro e dei suoi diritti.
Inoltre è del tutto evidente che le prospettive occupazionali e di ripresa economica per l’Italia, come del resto ammettono gli stessi documenti ufficiali, sono negative perché il Governo Renzi ha sostanzialmente subito i parametri imposti dalle politiche di austerità europee e per di più il parziale rinvio del pareggio strutturale di bilancio non può nascondere che dal 2017 l’Italia verrà comunque chiamata a ripianare per 20 anni la parte eccedente il 60 % del debito pubblico.
Questo Governo si caratterizza per la politica dei rinvii delle scelte di fondo, mentre giustamente i sindacati e la Cgil in particolare chiedono politiche forti di reperimento di risorse attraverso la lotta all’evasione, con la patrimoniale e la tassazione delle rendite così da reperire le risorse necessarie per dare impulso alla ripresa dell’occupazione, dei redditi e dello sviluppo ambientalmente sostenibile, tanto più necessario oggi di fronte ai disastri ambientali che colpiscono il nostro paese.
Si parla di ripresa ma la previsione degli investimenti è in ulteriore calo, come del resto l’occupazione.
Per queste argioni l’Ars invita tutti i propri aderenti a sostenere le ragioni della Cgil e della Uil e a partecipare allo sciopero generale e alle manifestazioni.
Roma 25/11/2014
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