La maggioranza è unita da un patto di potere, ma le contraddizioni sono evidenti.
Le dichiarazioni del ministro Giorgetti (Sole 24 ore) testimoniano della confusione che pervade il governo. Giorgetti ha dichiarato che le novità introdotte nel patto di stabilità (per ora una bozza) lasciano uno spazio di negoziato tra governo e Commissione Europea, perché: “la titolarità dei singoli paesi sulla propria politica economica… è garantita costituzionalmente… e non può essere superata da un’intesa pattizia”.
Sulla flessibilità delle nuove regole Giorgetti ricorda il Tremonti che da ministro garantiva di avere ottenuto dalla Commissione Europea la garanzia che l’Italia – in materia di conti pubblici – avrebbe potuto far valere il grande risparmio privato, molto più alto del debito, al contrario di altri paesi europei. In realtà di questa flessibilità di Tremonti non c’è stata traccia perché poi il debito e il deficit dell’Italia sono stati calcolati con i soliti parametri. della presunta benevolenza europea non c’è stata traccia.
Tuttavia l’affermazione più importante di Giorgetti è che un patto non può superare le regole a partire da quelle costituzionali, se vale per l’Europa a maggior ragione dovrebbe valere per le regioni.
Autonomi da tutto
Evidentemente Calderoli e Giorgetti non si parlano, né si scambiano le carte.
Calderoli infatti ha confezionato una proposta di legge sull’autonomia regionale differenziata che dice esattamente il contrario di quanto sostenuto da Giorgetti perché prevede che i nuovi poteri della regione siano stabiliti da un patto a due, tra il governo e la regione interessata, le altre verranno al massimo informate.
Tanto è vero che il parlamento sul patto tra governo e singola regione potrà esprimere solo un parere, probabilmente delle commissioni, di cui il governo potrà tenere conto oppure no. Di più, Calderoli per forzare i tempi ha previsto che le osservazioni dei Ministeri sulle materie oggetto dell’intesa a due arrivino entro 30/45 giorni.
Il ministro dell’Economia, Giorgetti, forse per la prima volta nella storia dei governi, non solo non è il garante/controllore degli aspetti finanziari del procedimento ma ha solo 30 giorni, come gli altri ministri, per rispondere. In altre parole non gli è riconosciuto il potere di fermare o correggere le decisioni del patto a due per garantire i conti pubblici. Se i ministri non rispondono entro i 30 giorni previsti Calderoli pretende il mandato a procedere comunque, questo afferma la sua proposta di legge...
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