Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 16/05/20)
Il Decreto Legge per il rilancio dell’economia, dopo la gravissima crisi occupazionale, sociale ed economica provocata dalla pandemia da Covid, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri ma non è stato ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Questo vuol dire che il testo potrebbe subire ancora qualche variazione perchè è ora sottoposto alla verifica dei conti della Ragioneria Generale e l’entrata in vigore delle norme arriverà dopo la pubblicazione che arriverà solo tra qualche giorno perchè anche la Presidenza della Repubblica esaminerà il testo prima di firmarlo. Del resto la mole del provvedimento, senza dubbio ambiziosa, ha bisogno di una rilettura. Sarebbe incomprensibile, ad esempio, che non venisse confermato con chiarezza l’impegno preso da tempo di riconoscere al personale medico, infermieristico e ausiliario un contributo economico straordinario. Non una compensazione ma almeno un riconoscimento per l’impegno eccezionale. E’ il minimo dopo l’impegno allo spasimo del personale per salvare la vita alle persone, sottoponendosi a ritmi di lavoro inauditi, a pericoli e – purtroppo – a conseguenze in morti e danni alla salute dei medici e degli infermieri che sono un prezzo troppo alto.
Il testo del decreto legge che conosciamo insiste sulla prospettiva di un rilancio e sulle iniziative conseguenti.
Tuttavia molte misure sono inevitabilmente volte a sostenere settori della società che non sono in grado di assorbire i contraccolpi della crisi... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 09/05/20)
La sentenza della Corte costituzionale tedesca ha messo in evidenza – paradossalmente – problemi politici. Il primo è che la Corte costituzionale di uno stato dell’Unione non riconosce come unica sede di giudizio per decisioni e materie europee la Corte Europea, o almeno non completamente e arriva a chiedere perentoriamente alla BCE, istituzione europea, di giustificare entro tre mesi le sue azioni di interventi di politica monetaria minacciando il divieto alle sedi tedesche, in particolare alla Bundesbank, di contribuire a queste azioni a livello europeo e intima al parlamento e al governo tedesco di pronunciarsi su tutta la materia. Forse per questo il Ministro delle Finanze ha preannunciato che il Bundestag sarà chiamato a pronunciarsi sulle misure anticrisi. Questo intervento a gamba tesa della Corte tedesca, se diventasse realtà, metterebbe in discussione un principio fondamentale degli accordi sovranazionali in Europa e cioè la non possibilità per le Corti costituzionali dei singoli paesi di invadere lo spazio europeo, essendo chiaro che se il cattivo esempio venisse dalla Germania non si capisce perchè dovrebbero rinunciare a dire la loro le altre Corti costituzionali nazionali, con la conseguenza che il processo di integrazione si avvierebbe sul viale del tramonto, apparentemente non per una scelta politica.
Il secondo è che la Corte tedesca, a differenza di quella italiana, si pronuncia su istanza di singoli e di associazioni. Da noi questo non è possibile... Continua a leggere...
Antonio Esposito, presidente emerito di Sezione della Cassazione, ha messo in evidenza, con rigore, un punto solo apparentemente di forma linguistica e cioè che è sbagliato definire Governatori i Presidenti delle Giunte regionali. In questo si distinguono anche troppi giornalisti che usano – per ignoranza? per piaggeria? – la definizione Governatori che nella nostra Costituzione non esiste. I Governatori sono una figura istituzionale degli Usa, stato federale, a differenza dell’Italia. Esposito ha ricordato che la Costituzione parla di Presidenti delle Giunte delle Regioni e aggiungo che la loro elezione diretta non cambia la sostanza della funzione che svolgono. Non a caso l’articolo 121 della Costituzione afferma, ad esempio, che il Presidente dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione conformandosi alle istruzioni del Governo della Repubblica. Inoltre i poteri sostitutivi sono attribuiti dall’articolo 120 al Governo, quando lo richiedono l’incolumità e la sicurezza pubblica e sono vietati provvedimenti che ostacolano la libera circolazione delle persone e delle cose. Questi concetti sono il contrario di quanto abbiamo potuto ascoltare, in diverse occasioni, da alcuni Presidenti.
In troppe occasioni è risultato evidente che la pandemia è stata vista da alcune Regioni ... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 28/04/20)
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 28/04/20)
Sembrano argomenti distinti ma in realtà hanno un rapporto molto stretto. La pandemia ha impresso una velocità impressionante ai cambiamenti. Non siamo fuori dalla pandemia. I dati tuttora dimostrano che il numero dei morti e dei contagiati è ancora impressionante. Pesa un’incertezza di fondo. Non si tratta di una pausa e dopo non si tornerà alla vita precedente. E’ incerto se verranno trovati sistemi di cura in grado di combattere efficacemente l’infezione e vaccini in grado di prevenirne la diffusione. Sperimentazioni sono in corso, tuttavia per ora sono lodevoli iniziative, che accendono speranze. Nei rivolgimenti di fondo si mettono in moto meccanismi prima inesistenti, cambiano orientamenti, comportamenti, valutazioni. Si delineano pericoli e si aprono opportunità prima impensabili.
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 25/04/20)
Il 25 aprile è una data fondamentale dell’Italia democratica e repubblicana. La sconfitta del nazifascismo dovuta agli alleati e alla Resistenza italiana, che ha riscattato la vergogna del regime fascista, che aveva portato il nostro paese in guerra a fianco dei nazisti, è una data da ricordare oggi più che mai. L’orgoglio della vittoria del 25 aprile del 1945 deve vivere nella coscienza delle persone tanto più ora che si ripresentano tentativi negazionisti che cercano di mettere sullo stesso piano chi era dalla parte giusta e chi stava dalla parte sbagliata. La pietà per i caduti è una cosa, la negazione della verità è una menzogna, che in realtà punta a tentativi di riabilitazione e rinascita neofascista. Senza dimenticare che dalla Liberazione, il 25 aprile 1945, è nata la fase politica costituente della nostra democrazia, il cui architrave è la Costituzione entrata in vigore il 1 gennaio 1948, che sancisce i principi di fondo della nostra convivenza politica e sociale, la cui importanza dovrebbe essere riconosciuta da tutti con ben altro vigore. Oggi la festa della Liberazione avverrà, per forza di cose, in modo diverso. Il coronavirus costringe tutti a rispettare regole severe di distanziamento per impedire la diffusione di questa grave pandemia. Anche il 25 aprile dovrà essere ricordato con modalità adatte al periodo, per questo da casa possiamo manifestare la nostra partecipazione ideale al 25 aprile 2020, anche facendo risuonare bella ciao alle 15, come indicato dall’Anpi e che ha segnato l’inizio della manifestazione nazionale del 25 aprile a Milano.
La pandemia ha colpito pesantemente la salute dei cittadini italiani e ha portato ad un numero di morti altissimo e non è finita... Continua a leggere...
Ho ricevuto un breve documento dal dottor GiovannI Konstantos, medico omeopata unicista che conosco da molti anni. Documento che mi sembra comprensibile anche ai non addetti ai lavori ed è tanto più importante in una fase come questa di grande smarrimento per ciascuno di noi di fronte ad una pandemia che ha colpito pesantemente anche l'Italia.
Lo scopo è aiutare chi è in difficoltà, chi è malato e ha bisogno di cure che spesso non bastano a salvare la vita, offrendogli altre possibilità, non in alternativa come spiega chiaramente il dott Konstantos nel documento.
L'importanza del documento è che offre la disponibilità di una scuola di cura come l'omeopatia unicista classica, di cui il dott. Konstantos è autorevole esponente, seguita da milioni di persone e che spesso funziona anche in veterinaria, dove è da escludere in radice la possibilità dell'effetto placebo.
All'inizio degli anni 2000 provai da parlamentare a favorire un percorso legislativo che consentisse a diverse scuole di cura, non solo questa, di affiancare quelle più conosciute, dominanti nella nostra cultura e nel nostro mondo occidentale. L'obiettivo era di consentire in modo chiaro ad altri punti di vista di allargare l'arco delle possibilità di cura, fondando le scelte sulla volontà del paziente e soprattutto sulla responsabilità del medico, sempre responsabile in ultima istanza. Quel tentativo è fallito e ancora oggi c'è un vuoto legislativo e per questo ricorrono spesso attacchi ideologici preconcetti.
Resto convinto che sarebbe preferibile consentire apertamente le diverse possibilità di cura regolandone le modalità e affidando sempre la responsabilità della cura ad un medico.
Il dott Konstantos delinea una possbilità che potrebbe essere utile.
Alfiero Grandi
PANDEMIA
Consultando Internet ho constatato in diversi articoli che medici omeopati mettono in pratica protocolli di prevenzione per la pandemia da Corana-virus.
In omeopatia la diagnosi del rimedio indicato per un determinato paziente si basa sui singoli sintomi non sulla patologia. La medicina convenzionale sostiene che si devono combattere i fattori nocivi “Corona virus”, i quali sono ritenuti la causa principale della malattia.
Al contrario l’omeopatia prende in considerazione la risposta dell’organismo al fattore causale(la totalità dei sintomi) al fine di iniziare il trattamento con lo scopo di rinforzare il meccanismo di difesa dell’organismo in modo che questo possa superare la malattia... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 18/04/20)
Le dichiarazioni di Ursula Von der Leyen sull’Italia, arrivando a chiedere scusa per il deficit di solidarietà, sono una novità importante e premono per ottenere novità positive dalla riunione dei capi dei governi europei prevista per il 23 aprile. Se non ci fosse di mezzo la gravità della pandemia, tutt’altro che sotto controllo, e una conseguente crisi economica di proporzioni impressionanti per il nostro paese, potremmo apprezzare meglio questa novità. Purtroppo l’urgenza è tale che avere fissato la riunione europea al 23 aprile non ha lasciato un’impressione positiva. Il tempo incalza, le decisioni vanno prese rapidamente, l’Europa deve decidere. La discussione in Italia si è concentrata sul Mes, brandito da Salvini e Meloni con inutile estremismo, forse per tentare di far dimenticare che è il governo Berlusconi che nel 2011/2012 ha partecipato alla sua stesura, con Meloni ministro e la Lega nella maggioranza: Berlusconi ha spiazzato i suoi “alleati” riconoscendo che è andata proprio così, ma aggiungendo che in cambio dovevano esserci gli eurobond. Forse Tremonti, mefistofelico ministro dell’Economia, gli aveva raccontato che c’era uno spazio per gli eurobond. Difficile da credere, se c’è contrarietà oggi tanto più c’era allora quando la Grecia veniva socialmente massacrata... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 11/04/20)
Non tutto è definito. Aspetti importanti sono rinviati alla riunione dei capi dei governi europei, dopo Pasqua. L’intesa fin qui raggiunta dai Ministri dell’Economia europei (eurogruppo) è un compromesso con aspetti importanti, nodi – per ora – non risolti e aspetti scivolosi, tanto che il Ministro Gualtieri ha messo le mani avanti precisando che l’Italia non userà il Mes, una dichiarazione impegnativa. Il Mes è senza condizioni solo per le spese sanitarie e comunque per l’Italia vale 36 miliardi in tutto, la Bei può concedere prestiti fino a 200 miliardi alle imprese, grazie ad un fondo implementato dagli stati, il fondo Sure, chiamato impropriamente cig europea, arriva a 100 miliardi ma con 25 che dovrebbero versare gli stati, infine i corona bonds non sono citati ma secondo una versione sarebbero presenti nel fondo per investimenti proposto dalla Francia che dovrebbe arrivare a 500 miliardi, di cui per ora si sa poco altro. Era difficile per i governi europei non tentare un’intesa, per quanto ancora approssimativa, di fronte alla virulenza e all’estensione della pandemia del coronavirus e alle gravissime conseguenze economiche.
Un fallimento dopo la Brexit avrebbe sancito un’altra svolta negativa per l’Unione europea, ... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 04/04/20)
Per un periodo non breve la priorità resta evitare i contatti interpersonali per cercare di spezzare la diffusione del virus. È un sacrificio più che compensato dall’evitare una crescita ulteriore dei morti, già tantissimi, e per consentire alle strutture sanitarie, soprattutto agli ospedali, di fronteggiare l’aumento dei ricoveri per Covid-19, in particolare lo stress delle terapie intensive, con pesanti conseguenze e morti tra i medici, gli infermieri e il resto del personale. Al termine dell’emergenza si dovrà fare il punto sul futuro del sistema sanitario italiano, che ha retto, ma con un carico altissimo sul personale ed ha mostrato carenze strutturali e serie difficoltà. Il sistema sanitario deve essere pubblico per garantire piena attuazione all’articolo 32 della Costituzione, mentre in alcune regioni come la Lombardia lo spazio dei privati è cresciuto fino a ricevere il 40% delle risorse pubbliche. Il settore privato ha contribuito ben poco e in ritardo all’impegno contro la pandemia, perché la sua essenza è occuparsi di ciò che può dare profitto, mentre il sistema sanitario pubblico ha l’obiettivo di garantire livelli di assistenza e cura per tutti, emergenze comprese.
Occorre un sistema pubblico nazionale ... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 28/03/20)
La pandemia del corona virus non è risolta. Va bene scrutare i dati per scorgere un miglioramento, purtroppo l’Italia resta il paese europeo più colpito, seguito dalla Spagna. Attenzione e risorse vanno concentrate sull’obiettivo di sconfiggere questo nemico che sta mettendo a durissima prova il nostro paese. La vita è la priorità assoluta, tuttavia le misure per fermare la diffusione del virus portano danni serissimi all’economia, con conseguenze sulle imprese, sull’occupazione, sui redditi. Difficile per ora una stima precisa delle risorse necessarie per rimettere in piedi l’Italia, ci vorranno tanti soldi. Pensiamo al decreto Cura Italia, in conversione alle Camere. All’inizio si parlò di 3,6 miliardi di euro usando la flessibilità concessa dalla Commissione, poi ci si è resi conto che l’emergenza ha bisogno di ben altre risorse e il finanziamento è cresciuto a 12 poi a 17 miliardi, questo è il finanziamento del decreto entrato nel Consiglio dei Ministri, all’uscita erano diventati 25. E non è finita qui, a dimostrazione che il costo dell’emergenza sanitaria è enorme e la ripresa avrà bisogno di risorse ingenti.
È preoccupante che parte delle istituzioni europee siano incapaci di comprendere la gravità della situazione, mettendo a rischio la tenuta stessa dell’Unione... Continua a leggere...
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