Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
(articolo del 9/2/20 di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it)
Il governo sembra spesso sul punto di entrare in crisi, poi finora ci ha abituati ad un guizzo che fin qui gli ha consentito di continuare.
La questione è troppo seria per non rifletterci su. Anzitutto si conferma che il referendum costituzionale ha obiettivamente allungato i tempi di vita del governo, ma che il “partito” che ne vorrebbe la crisi e tornare al voto prima possibile è al lavoro, più che mai... Continua a leggere...
Articolo di Alfiero Grandi – www.jobnews.it (1 Febbraio 2020)
Il sogno di Salvini si è infranto sul voto dell’Emilia Romagna. Dopo la sconfitta i leghisti si leccano le ferite e si comportano come la volpe che non riusciva ad arrivare all’uva. È la conferma che puntavano seriamente a conquistare una regione storicamente governata dalla sinistra e per comune riconoscimento, anche degli avversari, con buoni risultati. Ora la Lega deve ripensare ai suoi obiettivi e dovrà anzitutto discuterli con Fratelli d’Italia e Forza Italia che in Calabria ha ottenuto un buon risultato numerico. I toni sono già cambiati... Continua a leggere...
LEFT N. 03 | 17 gennaio 2020 Il Parlamento svilito dai populisti di Alfiero Grandi […] [scarica file in pdf]
Ho letto con interesse l'articolo di Azzariti sul referendum sul taglio dei parlamentari. Gaetano come sempre offre spunti di valutazione interessanti. Anzitutto l'esigenza di discutere del ruolo del parlamento oggi che come sappiamo è ridotto ai minimi termini.
Il parlamento oggi non gode di grande considerazione per diverse ragioni e troppi trovano comodo scaricare la crisi più profonda tra cittadini e istituzioni sui senatori e sui deputati, sostenendo come un passo importante avanti ridurli di numero (-37%).
Ha ragione Gaetano, la situazione è peggiorata nel tempo fino a “costringere” ad approvare le leggi di bilancio ... Continua a leggere...
Per favore si eviti di insistere a giustificare il taglio con i costi. Il parlamento ha un ruolo centrale nella nostra democrazia. Qualunque scelta sul parlamento dovrebbe essere affrontata con serietà, avendo a cuore il rilancio del suo ruolo non la sua riduzione ad un capitolo della spesa pubblica da tagliare. Ha scritto il prof Ainis che il referendum è una scelta opportuna perché è giusto sottoporre agli elettori una scelta di questa importanza. L’importanza del taglio dei parlamentari non può esistere a corrente alternata, cioè solo quando ne parlano i favorevoli, per sparire quando ne parlano i contrari. Dovremmo essere tutti d’accordo che è una scelta importante. Tanto più che il referendum è possibile perché il parlamento non ha raggiunto i due terzi di favorevoli, come è accaduto – ad esempio – con l’articolo 81. Dopo la presentazione delle firme dei senatori dal 12 gennaio inizierà il percorso che porterà al voto popolare in primavera. Il governo potrebbe differire di qualche mese la data del referendum se ci fossero altre modifiche costituzionali da sottoporre al voto. In effetti la maggioranza che sostiene il governo Conte 2 aveva concordato altre modifiche della Costituzione, ma risultano in alto mare... Continua a leggere...
Le sardine hanno scelto di riempire piazza San Giovanni a Roma, dando un primo sbocco alle iniziative che si sono svolte in tante città italiane dal nord al sud. Una prova importante, ambiziosa ma inevitabile visto che le manifestazioni sono riuscite tornando nelle piazze, con un’adesione di massa. L’adesione alle manifestazioni mette in evidenza la crisi di fondo dei partiti, della loro capacità di mobilitazione. Non a caso Bonaccini ha ringraziato le sardine che hanno spinto ad avere coraggio ma si è ben guardato dal mettere in mostra i partiti che lo sostengono. Le sardine mettono in luce una domanda politica di partecipazione, la voglia di farsi sentire di tante persone, una potenzialità, mentre la capacità di mobilitazione dei partiti non di destra è poca cosa e la Lega rischierebbe di diventare l’unico soggetto in grado di riempire le piazze, con il doppio effetto di una supremazia psicologica e di risultare più forte del reale in assenza di paragoni.
Le sardine hanno già dato un contributo importante nello sgonfiare la resistibile ascesa della Lega, svegliando i partiti. Cosa sono le sardine? Il coagulo di speranze, di attese, uno sbocco positivo ad una critica ai partiti che finora non ha trovato soluzione... Continua a leggere...
Andiamo con ordine. Quante volte è stato detto che il Patto europeo di stabilità e crescita aveva di fatto una attuazione unilaterale sulla sola stabilità, senza riguardo alla parte relativa alla crescita, con il risultato inevitabile di scelte restrittive, di tagli ai bilanci pubblici. La Grecia ha pagato cara questa politica europea. Parte importante del risorgente nazionalismo in Europa ha trovato alimento nelle contraddizioni create da una globalizzazione senza controlli e regole e da politiche europee che hanno ignorato l’imperativo della crescita come condizione per risanare il debito pubblico senza fare pesanti tagli alle condizioni di vita e allo stato sociale. Avere ottenuto dalla Commissione europea per un periodo un occhio di favore, ad esempio con l’accettazione delle clausole di salvaguardia (un pagherò) che quest’anno avrebbero portato ad aumentare 24 miliardi di Iva. Flessibilità ottenuta proprio da quando sono state indurite le regole per gli stati e l’Italia ha modificato l’articolo 81 della Costituzione. Questo può avere tratto in inganno dando l’impressione che malgrado regole draconiane la situazione poteva essere gestita senza troppi danni.
Invece la pressione dei rigoristi, promotori della politica di austerità ad ogni costo, è proseguita in questi anni escogitando modalità sempre più vincolanti per passare dai documenti ai fatti, costringendo gli stati “reprobi” ad adottare misure stringenti. La ragione che porta a costruire il Mes come una tecnostruttura, sostanzialmente libera da vincoli politici, è questa. Il richiamo formale ai compiti ... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it)
La destra è rimasta interdetta di fronte alle manifestazioni (riuscite) delle “sardine” che il 14 dicembre avranno l’importante appuntamento della manifestazione nazionale a Roma. Per tante ragioni: i toni non aggressivi, la critica all’istigazione all’odio verso i diversi di qualunque natura, la determinata opposizione ai toni beceri e arroganti della destra. Ora la destra si sta riprendendo dallo stupore, si preoccupa che i risultati elettorali potrebbero essere diversi da quanto raccontano i sondaggi e cerca di sminuire il valore delle sardine concentrando l’attacco su una presunta assenza di risposte sugli argomenti attualmente oggetto di polemica politica. La destra non riesce a concepire che possa esserci una reazione di cittadini, un loro protagonismo disinteressato, in particolare di giovani, che si propone un obiettivo preciso come fermare l’avanzata della destra, che troppo in fretta è stata data per pressoché inarrestabile. Le piazze piene sono la prova che le sardine hanno ragione. Hanno dimostrato che una mobilitazione contro la destra è possibile e vorrà pur dire qualcosa se dopo molte settimane ancora non si è vista un’iniziativa dei partiti non di destra in grado di misurarsi con l’obiettivo di riempire le piazze... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it)
Fiscal Compact con le connesse direttive, sistema bancario europeo e fondo salvastati – Mes – sono aspetti tra loro legati. Valutarli divisi può portare solo guai. Le sceneggiate e i toni aggressivi della Lega e del resto della destra in parlamento, da scontro frontale, sono strumentali e servono a coprire i loro stessi errori. La rissa della destra non deve impressionare e tanto meno spingere ad una posizione arroccata, impedendo un’esame equilibrato di queste misure. Ci sono già state esperienze negative per avere affrontato con leggerezza e approssimazione le trattative per accordi a livello europeo su materie finanziarie ed economiche. Stracciarsi le vesti solo dopo è un atteggiamento che non ci possiamo permettere.
Il Fiscal Compact prevede il rientro nei ranghi dei paesi che non rispettano i parametri del 3% di deficit e hanno un debito pubblico superiore al 60% del Pil. Il debito dell’Italia è al 135% del Pil. Non risulta invece che qualcuno abbia chiesto di aggiungere un altro punto per obbligare i paesi con forte surplus ad investire quanto potrebbero, come prevedono le regole in vigore. I tagli sono un obbligo mentre gli investimenti no? Per ora è difficile capire se il vagheggiato strumento di bilancio per convergenza e competitività sarebbe qualcosa di più di un auspicio, con quali risorse, per quali obiettivi? Con Two packs e Six packs... Continua a leggere...
Il movimento delle sardine è iniziato a Bologna – a sorpresa – con ironia e determinazione per contrastare la crescita della Lega e la sua presunta vittoria politica, data troppo per scontata da gruppi dirigenti frastornati dai sondaggi e indeboliti dal distacco da settori decisivi della società. Questo movimento si sta diffondendo, confermando che settori importanti della società sono decisi a farsi sentire per bloccare la resistibile ascesa della Lega. Vedremo dove arriverà e quanto si estenderà, speriamo molto.
La prima riflessione che si può fare è che fino a poco tempo fa il Movimento 5 Stelle raccoglieva settori importanti di insoddisfazione, ma il governo giallo verde ha dato un colpo decisivo alla rappresentanza politica “né di destra né di sinistra”, perchè è apparso chiaro che sotto questa formula ha dominato di fatto una svolta a destra, culturale, sociale e politica in tanti campi, segnatamente su migranti e sicurezza, argomenti in cui Salvini ha fatto il bello e il cattivo tempo per tutto il Conte 1... Continua a leggere...
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