Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it del 21/02/21)
Più semplice è giudicare gli impegni presi da Draghi in parlamento durante la fiducia. Ma in questa occasione mi interessa mettere l’accento sui silenzi, che possono avere diverse motivazioni, come concentrare l’attenzione su alcuni punti oppure allontanare problemi complicati che potrebbero aprire ferite nella compagine che lo sostiene... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it del 12/02/21)
Ricostruire una maggioranza politica dopo la crisi di governo provocata irresponsabilmente da Italia Viva è risultato impossibile. Proseguire nella ricerca di una nuova componente della maggioranza del governo Conte 2 si è rivelato impercorribile e un errore. Una diversa maggioranza politica non esisteva, come ha accertato con l’incarico esplorativo il Presidente della Camera.
Il Presidente della Repubblica non poteva che trarne le conseguenze, per questo ha spiegato con nettezza che non ci sono oggi le condizioni per convocare elezioni anticipate, perché la pandemia non è sotto controllo (quasi 93.000 morti), perché è in atto una crisi sociale ed economica devastante che drammatizza le disuguaglianze, perché c’è l’urgenza di decidere sull’impiego delle imponenti risorse europee previste per sostenere la ripresa dell’Italia, garantendone l’impiego migliore... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it del 07/02/21)
Quando il quadro cambia repentinamente le vecchie immagini restano impresse e si sovrappongono per un periodo. L’incarico a Draghi di formare il nuovo governo ricorda questi inganni dell’ottica, i giudizi e i comportamenti sembrano attardarsi sul fotogramma precedente anche se si fanno largo le nuove immagini. Una valutazione compiuta ha bisogno che il percorso avviato con l’incarico del Presidente Mattarella a Mario Draghi si concluda con la formazione del nuovo governo e il voto in parlamento. Tuttavia qualche considerazione è già possibile. La ricerca spasmodica, oltre il ragionevole, di nuovi soggetti (voti) per compensare il venire meno di Italia Viva ha fatto velo su alcuni passaggi. La ricerca dei costruttori/responsabili ha mostrato la sua impercorribilità con quel senatore Vitali che aveva dichiarato la sera che avrebbe sostenuto il governo e che al mattino si è rimangiato tutto su richiesta di Berlusconi. Questo episodio si commenta da solo, ma ha ammonito chiaramente che la ricerca spasmodica di sostituire i voti di Italia Viva stava costando troppo in termini di credibilità del resto della coalizione, che era evidentemente in panne... Continua a leggere...
(articolo del 04/2/21 di Alfiero Grandi su volerelaluna.it/)
Prima della crisi, e nel (vano) tentativo di evitarla, Conte ha detto in Parlamento che il Governo vuole rimettere in moto la riforma della legge elettorale, precisando che sarà proporzionale. La novità non è il contributo del Governo (anche se è il Parlamento il protagonista della legge elettorale: basta ricordare l’eccesso di Renzi che fece approvare […] [scarica file in pdf]
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it del 31/01/21)
La crisi di governo è stata descritta da tanti come uno scontro tra persone. Questi elementi ci sono ma non sono decisivi. L’attacco a Conte ha nascosto, fino al camuffamento, che la principale ragione della crisi sono i fondi del Next Generation EU, indispensabile aiuto dell’Europa per sostenere la ripresa dell’Italia dopo le drammatiche conseguenze economiche e sociali causate dalla pandemia da Coronavirus. I fondi per l’Italia sono il 28 % del totale europeo, una percentuale tanto rilevante che un loro uso fallimentare avrebbe conseguenze pesanti non solo sull’Italia ma sulla stessa Unione Europea. Un fallimento segnerebbe la fine di ogni tentativo di adottare scelte europee che vanno oltre la sospensione delle regole europee dettate dall’austerità e dell’obiettivo di cambiarle prima che a qualcuno venga in mente di farle tornare in vigore. Ritorno in vigore che per l’Italia sarebbe una sciagura ingestibile con conseguenti tagli e sacrifici sociali di proporzioni senza precedenti... Continua a leggere...
Quando si condivide oltre mezzo secolo di scelte con una persona, di più con un compagno è molto difficile pensare che è morto. Con Mario Bettini è così. Mi ha sempre rimproverato scherzosamente di essere responsabile di averlo trascinato in un impegno prima politico nel Pci, poi nella Cgil, da cui non è più uscito.
Operaio specializzato della Sasib nel 1968 diventò protagonista delle lotte operaie nella sua fabbrica insieme ad un altro gruppo di giovani che riuscirono a dare una svolta ad una fabbrica duramente colpita dai licenziamenti e dai reparti confino. Questo gruppo, insieme ad altri, diventò interlocutore del Pci, il partito di riferimento e della Fiom, sindacato a cui erano legatissimi, diretto all'epoca da Claudio Sabattini.
Generosi, coraggiosi, disinteressati sapevano trasformare gli incontri con dirigenti che apprezzavano in confronti alla pari e questo in particolare era dovuto alla personalità di Mario che era il punto di riferimento del gruppo.
Lavorammo insieme, dalla Fgci aiutavo la preparazione del giornalino aziendale a cui Mario teneva molto, quando passai a dirigere la commissione operaia della federazione accettò il distacco - era stato eletto consigliere comunale - per fare il funzionario a tempo pieno del Pci. Entrò nel Comitato centrale del Pci. Abbiamo lavorato insieme come funzionari del Pci, poi della Cgil quando cambiò la fase politica a Bologna, lui diventò segretario prima degli edili poi della Camera del Lavoro, mentre lo ero della Cgil regionale.
Poi le strade diventarono in parte diverse ma la stima profonda e l'amicizia sono restate sempre le stesse.
Molti anni fa decise di trasferirsi con la sua compagna a Ceglie Messapica e gli capitò la stranezza che gli chiesero di fare il segretario dello Spi di Brindisi. Finì con il farlo per 8 anni confermando la grande passione per l'impegno politico e sindacale.
Lascia tutti noi più soli, mancherà a quanti l'hanno conosciuto e hanno lavorato con lui.
Alfiero Grandi
22/1/2021
(articolo del 11/1/21 di Alfiero Grandi su DOMANI)
La ricerca sulla sinistra sembra finalmente avviata. Le destre hanno avviato da tempo la loro ricostruzione. I rischi per la democrazia dipendono anche da questo squilibrio, perché è viva quando la dialettica culturale, politica e sociale è forte. C’è chi punta ad unificare i soggetti politici esistenti, in parte residui di un passato glorioso, e chi vorrebbe tradurre in scelte politiche le aggregazioni diffuse nella società, spesso esterne alle forme politiche della sinistra […] [scarica file in pdf]
(www.jobsnews.it del 04/10/21)
Il voto in Germania è stato seguito più per la previsione che l’uscita di scena di Angela Merkel non avrebbe favorito il suo partito, la CDU, e a sorpresa Scholz, candidato di punta socialdemocratico, avrebbe superato sia i popolari tedeschi che i verdi, dati per favoriti all’inizio della campagna elettorale. Quando alla nevrosi dell’informazione italiana è venuta meno l’attrazione della notizia mediatica l’attenzione è scesa e il dopo elezioni è oggi pressoché ignorato. Eppure, scavando sugli aspetti fondamentali del risultato elettorale tedesco si scoprirebbe che le elezioni tedesche parlano all’Italia molto più di quanto non si voglia ammettere. Ad esempio in Italia ha prevalso il luogo comune che la sera delle elezioni occorre conoscere il vincitore. Una sciocchezza del tutto indimostrata, che serve solo a giustificare una legge elettorale maggioritaria e un eventuale premio di maggioranza alla coalizione vincente per “garantire la governabilità”... Continua a leggere...
(articolo del 30/12/20 di Alfiero Grandi su DOMANI)
Paolo Mieli sul Corriere evidenzia il rischio che si arrivi ad una crisi politica del governo prima del semestre in cui il Presidente della Repubblica non potrà più sciogliere le Camere. In sostanza un incidente di percorso potrebbe costringerci a votare con la legge elettorale in vigore: il Rosatellum rimaneggiato dalla Lega. Presto entrerà in vigore il decreto del governo che ridefinisce collegi e circoscrizioni sulla base del taglio dei parlamentari, presentato come un atto dovuto, ma non è così […] [scarica file in pdf]
(articolo di Alfiero Grandi su Left del 20/11/20)
Il taglio del parlamento, purtroppo confermato dal referendum del 20/21 settembre, ha conseguenze sul funzionamento delle istituzioni del nostro paese, prima ancora che siano approvate ulteriore modifiche costituzionali e forse le anticipa. E' il frutto avvelenato del taglio del parlamento, che è stato archiviato in fretta dopo il voto, mettendo la sordina alle promesse fatte, a partire dalla nuova legge elettorale.
La ragione è politica. Il taglio ha dato un duro colpo al ruolo e al prestigio del parlamento, che erano già in caduta libera per inadeguatezza del suo funzionamento e per l'incapacità di rappresentare le ansie e le speranze delle elettrici e degli elettori, perchè la scelta degli eletti non è in mano ai cittadini ma ai capi dei partiti, che sono decisivi nel meccanismo elettorale che controlla le candidature e decide chi sarà eletto.
Un parlamento con componenti non rappresentativi degli elettori è debole di per sé e il potere è concentrato nelle mani dei pochi decisori e il suo lavoro è scandita dai governi.... Continua a leggere...
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