Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
(www.strisciarossa.it 11/11/22)
La manifestazione per la pace di Roma è andata molto bene, partecipata, multiforme e questo è un pregio non un difetto. Diversi orientamenti si sono uniti nella richiesta alta e forte di puntare con decisione ad una tregua e ad una trattativa che ponga fine alla guerra in Ucraina. Guerra che continua a diffondere germi pericolosi che possono spingere ad un conflitto mondiale, perfino nucleare. Resta la grave responsabilità di Putin di avere scatenato l’aggressione all’Ucraina e di avere innescato un rilancio del riarmo a livelli mai visti dalla seconda guerra mondiale. Un solo esempio: la richiesta Nato di spendere per la cosiddetta difesa (parte degli armamenti vanno in Ucraina) almeno il 2 % dei bilanci pubblici dei suoi membri è praticamente un dato acquisito negli orientamenti dei vari governi, resta al massimo il problema dei tempi per arrivarci. La Germania ha addirittura messo in bilancio 100 miliardi di euro per armamenti.
La guerra ha travolto le relazioni tra gli Stati
Il cambiamento nei rapporti internazionali tra gli Stati è ben descritto dalla differenza (allarmante) tra il vertice di Glasgow (Cop26), avvenuto solo un anno fa per concertare a livello mondiale le iniziative contro il cambiamento climatico... Continua a leggere...
(www.strisciarossa.it 26/11/22)
La legge di bilancio 2023 è diversa da quanto le destre avevano annunciato in campagna elettorale. Da un lato è evidente il tentativo della maggioranza di affermare che il governo va avanti come promesso, senza però riuscirci perché la realtà è diversa da quella delineata in campagna elettorale. Dall’altro, Giorgia Meloni si è resa conto che i margini di manovra economica sono limitati, che l’Europa terrà sotto controllo le scelte, e ha deciso di non strappare, anche se va ricordato che con la manovra ha aumentato il debito pubblico di un punto di Pil.
Il grosso della manovra economica è la conferma di provvedimenti già impostati dal governo Draghi, necessari per contrastare le difficoltà di disponibilità energetiche e l’aumento conseguente dell’inflazione. In pratica l’aumento del debito pubblico serve per finanziare misure già adottate da Draghi per contenere le conseguenze della crisi energetica dopo la guerra in Ucraina... Continua a leggere...
Prosegue la campagna di raccolta firme per la PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE “Modifica dell’articolo 116 comma 3 della Costituzione, concernente il riconoscimento alle Regioni di forme e condizioni particolari di autonomia, e dell’art. 117, commi 1, 2 e 3, con l’introduzione di una clausola di supremazia della legge statale, e lo spostamento di alcune materie di potestà legislativa concorrente alla potestà legislativa esclusiva dello Stato”
promossa dal CDC - Coordinamento per la Democrazia Costituzionale al quale aderiamo come Giuristi Democratici e dalle Organizzazioni sindacali della scuola FLC Cgil, UIL Scuola RUA e Gilda Unams.
La proposta della cosiddetta “Autonomia differenziata” costituisce un serio pericolo di indebolimento dell'unità nazionale, promuove la sua frammentazione e determina l'aumento delle disuguaglianze nel godimento dei diritti che riguardano tutti i cittadini italiani.
La proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare è diretta alla modifica degli articoli 116 e 117 Costituzione: per il primo prevedendo la concessione dell'autonomia solo se “giustificata dalla specificità del territorio”, escludendo la possibilità di approvare una legge quadro in ambito nazionale e poi intese tra Stato e singole Regioni, consentendo la concessione dell’autonomia con legge dello Stato approvata dal Parlamento e sottoponibile a referendum; per il secondo proponendo che in tema di potestà legislativa le materie relative a sanità, istruzione ed infrastrutture rimangano nella competenza esclusiva dello Stato e introducendo la clausola di supremazia dello Stato per tutelare “l’unità giuridica ed economica della Repubblica”... Continua a leggere...
(ilmanifesto.it.it 16/12/22)
Dentro Schlein, fuori Ricci, le candidature per sostituire Letta sono in campo.
Manca oltre un mese al termine fissato, ma i candidati sono già partiti.
A cosa serve il lavoro degli 87 saggi se la linea politica dipenderà da chi vincerà le primarie ? Tra loro ci sono compagne e compagni di valore, ma non basta.
Il Pd rappresenta un coagulo di persone e voti di sinistra che, se venisse travolto da una crisi dissolutoria, difficilmente si ritroverebbero tutti da altre parti.
La crisi del Pd è evidente, palpabile. I “padri” fondatori tacciono... Continua a leggere...
Ci sono notizie che non vorremmo mai ricevere, la morte di Alberto Asor Rosa è una di queste. Alberto ha una lunga e rilevante storia di impegno politico e intellettuale.
Persona appassionata e disponibile, capace di preparare testi sulla letteratura italianae di dedicarsi alla ricostruzione della sinistra.
Ricordo quando due decenni fa alla fiera di Roma si svolse, con la sua introduzione,una grande assemblea di persone che già allora cercava di creare qualcosa di nuovo asinistra per uscire da una polemica tra i partiti, degna dei polli di Renzo, e provare ariprogettare il futuro. L'iniziativa non riuscì, lo dico con grande dispiacere, perchè gliesiti sono stati quelli che conosciamo.
Alberto partecipò con generosità alla costruzione del Comitato per il No alladeformazione della Costituzione voluta da Renzi, che contribuì alla bocciatura con ilvoto nel referendum della proposta.
Alberto era rimasto, dopo il referendum, nel direttivo del coordinamento per lademocrazia costituzionale, condividendo l'impegno di difendere ed attuare la nostraCostituzione, che oggi è di nuovo sotto attacco.
Alberto Asor Rosa, come Stefano Rodotà, non si è mai sottratto, anche quando harallentato gli impegni inviava periodicamente osservazioni o il suo consenso.
Avere lavorato con lui per obiettivi comuni resta un ricordo indelebile e il suo apportoè sempre stato occasione di arricchimento.
Ciao Alberto non ti dimenticheremo
Alfiero Grandi
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
Ci sono notizie che non vorremmo mai ricevere, la morte di Alberto Asor Rosa è unadi queste. Alberto ha una lunga e rilevante storia di impegno politico e intellettuale.
Persona appassionata e disponibile, capace di preparare testi sulla letteratura italianae di dedicarsi alla ricostruzione della sinistra.
Ricordo quando due decenni fa alla fiera di Roma si svolse, con la sua introduzione,una grande assemblea di persone che già allora cercava di creare qualcosa di nuovo asinistra per uscire da una polemica tra i partiti, degna dei polli di Renzo, e provare ariprogettare il futuro. L'iniziativa non riuscì, lo dico con grande dispiacere, perchè gli
esiti sono stati quelli che conosciamo.
Alberto partecipò con generosità alla costruzione del Comitato per il No alladeformazione della Costituzione voluta da Renzi, che contribuì alla bocciatura con ilvoto nel referendum della proposta.
Alberto era rimasto, dopo il referendum, nel direttivo del coordinamento per lademocrazia costituzionale, condividendo l'impegno di difendere ed attuare la nostraCostituzione, che oggi è di nuovo sotto attacco.
Alberto Asor Rosa, come Stefano Rodotà, non si è mai sottratto, anche quando harallentato gli impegni inviava periodicamente osservazioni o il suo consenso.
Avere lavorato con lui per obiettivi comuni resta un ricordo indelebile e il suo apportoè sempre stato occasione di arricchimento.
Ciao Alberto non ti dimenticheremo
Alfiero Grandi
Coordinamento per la Democrazia Costituzionale
(www.strisciarossa.it 6/1/23)
Le politiche economiche del governo delle destre sono un misto di propaganda e interventi “segnaposto”, cioè promesse di azioni future. La distanza tra promesse elettorali e realtà è avvertita anche da Giorgia Meloni che ha cercato di dimostrare l’indimostrabile.
Le attese per il deficit pubblico erano talmente pessimiste che è passato come atto “normale” lo scostamento di bilancio di un punto di Pil, 20 miliardi di euro, dando continuità alle misure prese da Draghi. Il tanto rivendicato scostamento è servito solo a continuare scelte precedenti. La decisione di prelevare meno dalle aziende che hanno speculato sull’esplosione dei prezzi delle fonti energetiche rispetto a quanto aveva deciso Draghi ha aperto un serio problema. Da 10 miliardi di euro si è passati a 2,5 miliardi, i 7,5 mancanti sono stati trovati altrove. Per questo l’attacco al reddito di cittadinanza è stato così aspro e irragionevole... Continua a leggere...
(ilmanifesto.it.it 16/01/23)
Il governo ha rastrellato risorse per i condoni e la flat tax alle partite Iva, senza alcuna attenzione all'aumento dell'inflazione. I soldi disponibili sono stati spesi male
L'inflazione è un pericolo per Italia. La più alta d'Europa, il doppio della Spagna. L'errore del Governo sulle accise è grave e spinge l'inflazione, come l'aumento delle tariffe autostradali, ma il difetto più grave è che non ha una politica per controllare e contrastare l'inflazione, come conferma il prezzo del gas che sale mentre cala sui mercati. La Bce prima ha sbagliato sull'inflazione al 2%, sottovalutando la guerra e i suoi contraccolpi, poi ha virato bruscamente tornando a prima del Draghi di “whatever it takes” aumentando i tassi di interesse, a ruota della Fed, come da dottrina monetarista, socialmente ingiusta ed economicamente perdente... Continua a leggere...
(www.strisciarossa.it 25/1/23)
Giorgia Meloni ha citato il Garibaldi del “qui o si fa l’Italia o si muore”. Peccato che nel programma del Governo ci sia l’autonomia regionale differenziata che nella versione turbo-leghista di Calderoli (incostituzionale anche con l’attuale pessimo Titolo V) porterebbe alla divisione dell’Italia.
L’elezione diretta del Presidente della Repubblica, che nelle intenzioni dovrebbe garantire una centralizzazione per contenere le Regioni, non sarebbe in grado di governare le loro divaricazioni.
Per la Lega l’autonomia regionale differenziata è la risposta alla tentazione presente in regioni forti (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna) di procedere per conto loro nella saldatura con aree forti della Germania e del Nord Europa.
Quirinale... Continua a leggere...
(ilfattoquotidiano.it 28/12/22)
La bozza Calderoli per il Consiglio dei Ministri sull'autonomia regionale differenziata cambierà. Le critiche ricevute, anche da destra, hanno lasciato il segno su punti rilevanti come il tentativo di ridimensionare il ruolo del parlamento, sull'uso dei Dpcm per approvare i LEP mentre occorre una legge, sui patti vincolanti tra Governo e Regione interessata. Valuteremo le modifiche alla bozza Calderoli.
Occorre mettere a fuoco altri aspetti importanti e non meno pericolosi.
Il primo riguarda il Governo. Il Presidente del Consiglio ha il compito di guidare il Governo e i Dpcm, quando la legge li prevede come nell'emergenza Covid, sono a sua firma, ma nella bozza Calderoli il comma 5 dell'articolo 2 recita: “il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie predispone lo schema di intesa definitivo” e lo invia alla Regione interessata. In pratica il Ministro (Calderoli) procede senza il Presidente del Consiglio, che però deve firmare l'intesa.
I Presidenti di Veneto e Lombardia per ora sono leghisti, quindi l'intesa verrebbe predisposta in famiglia con il Ministro Calderoli. Giorgia Meloni può accettare un ruolo solo formale ? Tanto più che l'obiettivo attuale è rafforzare il ruolo di chi guida il Governo.
Il testo del comma 5 prosegue: “entro 30 giorni dalla dall'approvazione della Regione lo schema di intesa definitivo su proposta del Ministro per gli Affari regionali e autonomie è deliberato dal Consiglio dei Ministri”. Qui il Presidente del Consiglio scompare anche se dovrà firmare l'intesa con la Regione.
Il ruolo del parlamento non è previsto. Nulla. Tutto rinviato alla approvazione finale con la quale il parlamento può solo dire si o no a tutto il pacchetto preconfezionato, senza poterlo emendare... Continua a leggere...
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