Autonomia regionale:troppi errori nella bozza Calderoli
(ilfattoquotidiano.it 28/12/22)
La bozza Calderoli per il Consiglio dei Ministri sull'autonomia regionale differenziata cambierà. Le critiche ricevute, anche da destra, hanno lasciato il segno su punti rilevanti come il tentativo di ridimensionare il ruolo del parlamento, sull'uso dei Dpcm per approvare i LEP mentre occorre una legge, sui patti vincolanti tra Governo e Regione interessata. Valuteremo le modifiche alla bozza Calderoli.
Occorre mettere a fuoco altri aspetti importanti e non meno pericolosi.
Il primo riguarda il Governo. Il Presidente del Consiglio ha il compito di guidare il Governo e i Dpcm, quando la legge li prevede come nell'emergenza Covid, sono a sua firma, ma nella bozza Calderoli il comma 5 dell'articolo 2 recita: “il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie predispone lo schema di intesa definitivo” e lo invia alla Regione interessata. In pratica il Ministro (Calderoli) procede senza il Presidente del Consiglio, che però deve firmare l'intesa.
I Presidenti di Veneto e Lombardia per ora sono leghisti, quindi l'intesa verrebbe predisposta in famiglia con il Ministro Calderoli. Giorgia Meloni può accettare un ruolo solo formale ? Tanto più che l'obiettivo attuale è rafforzare il ruolo di chi guida il Governo.
Il testo del comma 5 prosegue: “entro 30 giorni dalla dall'approvazione della Regione lo schema di intesa definitivo su proposta del Ministro per gli Affari regionali e autonomie è deliberato dal Consiglio dei Ministri”. Qui il Presidente del Consiglio scompare anche se dovrà firmare l'intesa con la Regione.
Il ruolo del parlamento non è previsto. Nulla. Tutto rinviato alla approvazione finale con la quale il parlamento può solo dire si o no a tutto il pacchetto preconfezionato, senza poterlo emendare.
Nel paragrafo 2 dell'articolo 2 il Ministro dell'Economia e delle Finanze (il leghista Giorgetti) ha 30 giorni per esprimersi e individuare le risorse finanziarie necessarie. Compare qui la possibilità che il decentramento dei poteri abbia un costo per il bilancio dello Stato, risolto con una norma imperativa che considera il Ministro dell'Economia un attuatore subalterno, come non si è mai visto.
Il Mef usa le risorse entro i limiti delle leggi approvate, in particolare della legge di bilancio, inoltre per le leggi di spesa è prevista la bollinatura della Ragioneria dello Stato, altrimenti potrebbero esserci guai con la Corte dei Conti e perfino rilievi della Commissione europea, con riflessi non positivi sui fondi del PNRR.
In sostanza è uno strappo in piena regola alle norme che regolano le finanze pubbliche, arrivando a dare ultimatum a chi ha il compito istituzionale di garantire i conti pubblici, per fare partire ad ogni costo l'autonomia regionale differenziata.
Nella bozza Calderoli ci sono norme che si contraddicono, da un lato si dice che non ci saranno nuove spese, infatti non ci sono interventi di riequilibrio a favore di regioni e aree più deboli, ma dall'altro si fa riferimento alla spesa storica. Le Regioni che hanno di più - Lombardia 19.000 procapite - se lo tengono a spese di quelle che hanno meno, Calabria 13700.
Durante il Governo Draghi sono stati approvati Lep di minore peso finanziario come il trasporto scolastico e sono serviti 2 miliardi. Se si dovessero affrontare compiti di peso servirebbe molto di più ma le risorse aggiuntive, art 10, per le Regioni più deboli ottenute “semplificando e uniformando” le procedure di spesa. Gli interventi per superare gli squilibri possono attendere.
Pur di arrivare all'autonomia regionale differenziata non solo si mette in discussione l'esigibilità di diritti fondamentali dei cittadini, che dipenderanno dalla collocazione territoriale, ma si apre la strada a 20 scuole regionali diverse, eppure la sanità dovrebbe averci insegnato qualcosa con 800.000 migranti della salute dal Sud.
Per questo firmate la proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare per cambiare gli articoli 116 e 117, www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it
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