Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
(www.jobsnews.it del 25/10/21)
Il risultato delle elezioni comunali è stato sfavorevole alla destra e favorevole al Pd, riferimento di una coalizione a geometria variabile, e ha registrato il disastro del Movimento 5 Stelle. La battuta d’arresto per la destra è evidente. I tentativi di Salvini di millantare scenari favorevoli, subito dopo il voto, sono durati ben poco. Giustificazioni senza fondamento. In sé il risultato ha segnato certamente una boccata di ossigeno per le forze che contrastano, non sempre con piena consapevolezza, la destra... Continua a leggere...
(www.jobsnews.it del 1/11/21)
Venti anni fa il G8 fu oggetto di forti contestazioni a Genova. Ci furono grandi manifestazioni, a cui corrispose una repressione feroce orchestrata dalla componente autoritaria del governo Berlusconi, che trovò il suo braccio attuatore in una parte importante dell’apparato dello Stato, basta ricordare i gravissimi episodi avvenuti nella caserma Diaz. Quella contestazione, non da sola ovviamente, spinse a cambiare la composizione dei vertici mondiali, superando di fatto il G8, aprendo ad una visione dei problemi del mondo più multilaterale. Sull’onda di una critica ai vertici di pochi paesi si è arrivati al G20 che ne coinvolge un numero più grande. Si dovrebbe riflettere su una rivitalizzazione delle sedi internazionali come l’ONU, create da un sogno mondiale, colpite duramente da Trump e non solo... Continua a leggere...
(www.jobsnews.it del 8/11/21)
Mi dispiace ammetterlo ma credo che Enrico Letta stia sbagliando sulla legge elettorale. Naturalmente è suo diritto rinviare la discussione e le scelte sulla legge elettorale a dopo l’elezione del Presidente della Repubblica. Il punto debole di questa scelta è che se dopo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica la situazione politica dovesse precipitare verso le elezioni anticipate saremmo costretti a votare con la legge elettorale in vigore, che ha fatto solo disastri e che non soddisfa né i maggioritari ad ogni costo, né tanto meno i proporzionalisti. Ricordiamo sempre che la legge elettorale attualmente in vigore è sostanzialmente un “rosatellum”. Peggiorato dal taglio dei parlamentari e da una legge che ha adattato il “rosatellum” originario al taglio degli eletti alla Camera e al Senato. Questo adattamento al taglio dei parlamentari segue sostanzialmente i voleri della Lega, ai tempi del Conte 1, quando era in maggioranza. Il Conte 2, seppure con una diversa maggioranza, invece di impegnarsi ad approvare una nuova legge elettorale, ha pensato bene di emanare il decreto del Presidente del Consiglio che dà attuazione alla legge approvata nel maggio 2019 e così il cerchio si è chiuso stabilizzando un “rosatellum” peggiorato... Continua a leggere...
(www.jobsnews.it del 15/11/21)
Il segretario generale dell’ONU se n’è andato prima delle conclusioni, prendendo fisicamente le distanze dal vertice mondiale Cop26 di Glasgow sul clima, che avrebbe dovuto decidere le azioni concrete per mantenere l’aumento della temperatura del pianeta al di sotto di un grado e mezzo. Quando il presidente di Cop26 per conto dell’ONU ha annunciato le conclusioni con un groppo in gola si è capito che stava arrivando la conferma della delusione per un esito molto al di sotto delle aspettative, per certi aspetti un evidente passo indietro. Se si afferma che occorre uscire dalle fonti fossili per produrre energia e poi si reintroduce il carbone – che avrebbe dovuto essere eliminato con l’accordo di tutti entro pochi anni essendo la fonte fossile che produce la maggiore quantità di CO2 – è evidente che è impossibile essere ottimisti sulle conclusioni del Cop26... Continua a leggere...
(www.jobsnews.it del 22/11/21)
La conferenza Cop26 sul clima che si è svolta a Glasgow si è chiusa lasciando una sostanziosa delusione sulle sue conclusioni, cioè sulle scelte concrete per realizzare l’obiettivo centrale di non andare oltre 1,5 gradi di aumento della temperatura del pianeta. Come ha detto giustamente Giorgio Parisi, Nobel per la fisica, non è il pianeta a rischio ma la specie umana. Non si poteva fare di più? Si doveva osare di più? Sono interrogativi legittimi.
Hanno pesato negativamente sulla conferenza le pericolose tensioni politiche e militari tra Usa e Cina, appena attenuate dall’incontro tra Kerry e il ministro degli Esteri cinese a Glasgow. Ha pesato – non positivamente – l’assenza di un protagonismo dell’Unione Europea sul clima, che è comparsa solo nell’accordo bilaterale con gli Usa per proteggere acciaio e alluminio da una concorrenza sporca (di carbone), tanto che gli Usa non hanno sentito l’esigenza di allargare il confronto con la Cina invitando anche l’Unione Europea. Di contro, c’è stato l’attivismo di alcuni paesi europei, dediti ad un lavoro di lobbying, come la Francia sul nucleare. Sarebbe un errore gravissimo attendere la prossima conferenza in Egitto nel 2022. La speranza è di spostare le conclusioni di Glasgow dall’empireo rarefatto di obiettivi alla realtà di passi avanti concreti per il clima.
Altrimenti sul clima rischia di calare il sipario, dopo la grande attenzione mediatica, mentre resta la dura realtà degli sconvolgimenti della crisi climatica, che già ci accompagnano e sempre più ci accompagneranno... Continua a leggere...
(www.jobsnews.it del 29/11/21)
Draghi martedì parteciperà, accompagnato da un folto gruppo di ministri, ad una iniziativa organizzata da chi svolge in questa fase sostanzialmente una funzione di freno verso la transizione ecologica, Confindustria energia ed Eni. La resistenza organizzata da questi ed altri soggetti è preoccupante, perché punta a far pesare le aziende che producono energia, o usano energia da fonti fossili, su un fronte di resistenza ai cambiamenti necessari, perché non abbiamo un pianeta di ricambio. Sentiremo cosa dirà il presidente del Consiglio ad una platea riottosa che strumentalizza le comprensibili preoccupazioni dei lavoratori anziché offrire garanzie ai lavoratori e risposte sulla lotta al cambiamento climatico all’Italia. Eppure, la recente riunione del G20 a Roma e a ruota la Cop 26 a Glasgow hanno condiviso sia l’allarme degli scienziati ONU che hanno redatto una valutazione drammatica della crisi climatica del nostro pianeta, se non viene fermata in tempo, sia l’obiettivo di mantenere l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi.
Da Draghi è lecito attendersi coerenza con le sue affermazioni fatte nelle due sedi internazionali... Continua a leggere...
(www.jobsnews.it del 6/12/21)
Esiste una questione democratica nel nostro Paese? Alcuni segnali sono preoccupanti e sarebbe bene discuterne apertamente, prendendo anche le iniziative necessarie per correggere derive pericolose. Fuori dall’Italia, con evidenti influenze anche su di noi, cresce il numero dei Paesi che hanno derive autoritarie, settarie, atteggiamenti inumani come avviene verso i migranti al confine tra Polonia e Bielorussia, che si aggiungono ai lager che il papa ha visitato in Grecia, per richiamare un’opinione pubblica distratta, lontana, assuefatta.
Di contro non ci sono reazioni a sostegno della democrazia all’altezza delle emergenze attuali. Al contrario, il presidente del Consiglio europeo, il belga Michel (già noto per non avere battuto ciglio contro lo sgarbo di Erdogan verso La presidente della Commissione Von der Leyen), si è distinto per dichiarazioni a favore di un finanziamento dell’Unione Europea alla Polonia che vuole costruire un muro contro i migranti. Va ricordato che la Polonia è multata un milione al giorno dalla Corte di giustizia europea finchè non riconoscerà la prevalenza del diritto comunitario che imporrebbe l’abrogazione di norme che manomettono l’autonomia dei giudici polacchi... Continua a leggere...
(www.jobsnews.it del 13/12/21)
Contro lo sciopero generale deciso da Cgil e Uil per il 16 dicembre è partita una campagna denigratoria con l’obiettivo di colpirne la credibilità. Ad esempio, Cassese si è lasciato andare ad esagerazioni perfino sulla sua legittimità. Evidentemente la decisione ha colpito nel segno, altrimenti non ci sarebbe stata questa reazione rabbiosa. In realtà, questa decisione ha il merito sindacale di dare uno sbocco al malessere del mondo del lavoro e di chi vorrebbe lavorare, delle aree sociali più colpite dalla crisi, e nello stesso tempo pone un problema politico a governo e partiti di maggioranza: pretende ascolto ed attenzione per la parte più colpita del Paese, a cui vengono chiesti oggi impegni e sacrifici per sostenere la ripresa e fare fronte alla pandemia senza ottenere risposte adeguate, tanto più in questa fase, mentre si stanno decidendo (o non decidendo) importanti provvedimenti economici e sociali... Continua a leggere...
(www.jobsnews.it del 20/12/21)
Quando il ministro Giorgetti ha proposto di eleggere Draghi alla Presidenza della Repubblica affidando la gestione del governo ad una persona di sua fiducia era ovvio chiedersi perché avesse fatto una proposta del genere. Rispondergli che la sua proposta era uno strappo costituzionale era fin troppo facile. Giorgetti è spregiudicato ed è tra quelli che vogliono conquistare alla Lega la credibilità di partito di governo, ma quella avanzata era comunque una proposta fuori dall’attuale Costituzione. Se Draghi venisse eletto al Quirinale vi sarebbe già una anomalia evidente. Non è mai accaduto che il presidente del Consiglio in carica fosse eletto Presidente della Repubblica che in Italia è la carica istituzionale di garanzia per eccellenza, mentre il presidente del Consiglio è il leader della maggioranza politica del momento e quindi per definizione espressione di una parte, sia pure maggioritaria.
Ora è più chiaro che in realtà Giorgetti ha lanciato in campo una palla che altri gradiscono e in qualche caso ne traggono le reali conseguenze, a partire dalla proposta di modificare la Costituzione. Non si tratta solo della raccolta di firme di Meloni ecc. ora firmata anche da Salvini e Berlusconi. Ma di un giornalista noto come Marcello Sorgi, giornalista embedded, che ha chiarito che occorre fare un passo verso la modifica di fatto dell’assetto istituzionale (e quindi costituzionale), finché ad un certo punto se ne potranno trarre le conseguenze e modificarne il testo... Continua a leggere...
(www.editorialedomani.it del 23/12/21)
-Dopo la conferenza stampa del presidente del Consiglio Mario Draghi e’ evidente che e stato un errore non approvare una nuova legge elettorale prima dell’elezione del nuovo capo dello stato. -L’obiettivo di tanti e riuscire a modificare la Costituzione. Non c’e solo la raccolta di firme della leader di Fratelli d’ltalia, Giorgia Meloni, a cui si sono aggiunti quello della Lega Matteo Salvini e di Forza ltalia, Silvio Berlusconi. -Prima o poi questa crisi scoppierà. O il parlamento reagisce e rifiuta di approvare prowedimenii a scatola chiusa, come usava in passato, e pretende un rappono cosiituzionale tra govemo e parlamento, oppure verrà cambiato il simbolo della nostra identità democratica... Continua a leggere...
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