Ds, nessuna scissione. E’ il partito che non c’è più
Il congresso dei Ds è ormai finito, sia perchè le compagne e i compagni hanno già votato, sia perchè la maggioranza del partito non modifica la sua impostazione politica iniziale e, anzi, accelera il cammino per la costruzione del partito democratico. Dopo il voto favorevole che hanno ottenuto, Fassino e la maggioranza hanno, certamente, il diritto di proseguire nella costruzione del Pd, ma non possono pensare di portarsi dietro chi non è d'accordo e ha detto, fin dall'inizio, che non ne avrebbe fatto parte. Scissione, però, è una parola fuori luogo. I Ds si scioglieranno (purtroppo) nel partito democratico, e allora è difficile scindersi da quello che non c'è più. La mozione della sinistra ha difficoltà di respiro politico, ha tentato fino in fondo, e con generosità, di convincere la maggioranza a fermarsi. Si è sentita rispondere picche, e stessa sorte è toccata alla richiesta della mozione Angius-Zani che, in fondo, chiedeva correzioni. Certo importanti, ma pur sempre correzioni alla rotta decisa. Le difficoltà della sinistra nascono anzitutto da una battaglia politica e congressuale fatta con le mani legate. Volutamente legate, perchè mentre la maggioranza sembrava proporre una via salvifica alla crisi dei Ds, la minoranza di sinistra non ha proposto un'alternativa al partito democratico, ma ha cercato di rianimare e ridare credibilità al ruolo dei Ds come forza di sinistra. Una linea congressuale generosa, forse l'unica possibile per la sinistra del partito, ma certo molto autolimitante, perchè l'orizzonte era comunque quello dei Ds. A questo punto, per la sinistra dei (per ora) Ds, non ha senso stare ferma, in attesa, ma si deve porre il problema di avviare la costruzione di un'alternativa politica al partito democratico, per non dover assistere impotente al dipanarsi, prevedibilmente sempre più rapido, del percorso politico che si è combattuto, fino al punto di non ritorno verso il partito democratico. Capisco che chi ha fatto la scelta del partito democratico (ne ha parlato chiaramente Migliavacca a Bologna) pensi di agganciare la sinistra Ds a un percorso nella speranza di coinvolgerla definitivamente. E' una scelta politica comprensibile. Chi, però, ha deciso che non entrerà nel partito democratico deve muoversi fin da ora, perchè la scelta è ormai chiara e con questa occorre misurarsi. Aspettare ancora ? Sperare che il cielo aiuti ? No. E' sperabile che nelle prossime settimane il clima tra i protagonisti delle diverse scelte politiche sia di rispetto reciproco, anzi di più: auguri reciproci
trovo necessario rispondere alle accelerazioni annunciate, con grande decisone. credo sia indispensabile sfruttare questo momento di "dinamismo" politico per definire i connotati del nuovo partito e coinvolgere in questo modo le migliori energie, i migliori entusiasmi. il pantano di inutili discussioni (laddove purtroppo lo spazio della dicussione è ormai esaurito) può solo far perdere chiarezza alle decisioni prese. la nascita del nuovo partito dovrà essere un evento mediatico e di piazza!
Abbiamo bisogno, noi di "sinistra" (beh, almeno non abbiamo più bisogno di specificare sinistra di alternativa, o radicale ecc...)di rapporti di forza più favorevoli nei confronti del futuro PD. Occorre unire tutta l'area che va da RC alla sinistra Ds passando per verdi e Pdci, senza partiti unici, senza annacquare le identità senza modificare i riferimenti internazionali di ciascuno, per affrontare i nodi politici nei confronti del PD con una voce unica e abbastanza "forte". Questo credo si necessario anche per contrastare due progetti ugualmente esiziali: la indefinita "sinistra europea" bertinottiana, che ha diviso anziché unire la sinistra in europa (fortunatamente pochi si sono accorti che esiste) e la cosiddetta "rifondazione socialista", che, sotto l'egida dei vari craxi e de michelis offuscherebbe la caratterizzaione di sinistra della sinistra di alternativa e la dividerebbe di nuovo fra "comunisti" e "socialisti"
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Anonimo
inviato il 10/04/2007 @ 13:05:37
Al momento l'area di sinistra che si è chiamata fuori dal PD ha molto più in comune con Bertinotti che con Rutelli. La base fondante non sono ne il nome, ne l'evidenza mediatica. Le scadenze elettorali sono una occasione, ma non il fine. La nuova formazione di sinistra, se riuscirà a nascere e a superare gli interessi personali, cosa non riuscita nel PD, dovrà avere una forte connotazione sui principi che la differenziano e dalla destra e dalla formazione socialdemocratica neonata. Dovrà puntare su laicità, temi ambientali, tutela del lavoro e presenza dello stato nella sanità e nello stato sociale.
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Paco
inviato il 24/04/2007 @ 23:22:50
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