La revisione degli estimi catastali sarà equa e giusta.
Unità Bologna 20 febbraio 2007
Lo Stato non incasserà nulla.Case tassate sulla base del valore reale.
Dalla riforma degli estimi catastali i Comuni non incasseranno un euro in più di quanto incamerano oggi per l’ICI. Il gettito per le città sarà complessivamente lo stesso, i cittadini che pagheranno di più saranno solo quelli che finora hanno pagato fino troppo meno di quanto sarebbe stato equo chiedere. Molti altri cittadini pagheranno di meno, dopo aver ingiustamente dato troppo denaro per un’abitazione che al Catasto risulta più di pregio di quanto realmente valuta il mercato. Mentre il Parlamento si prepara a varare la riforma degli estimi catastali, il principale criterio di valutazione in base al quale si calcola l’ammontare dell’imposta comunale sugli immobili, Alfiero Grandi, sottosegretario del ministero delle Finanze, spiega che “è in corso una campagna allarmistica e falsificatoria sul possibile aumento dell’ICI a seguito della riforma”. Le associazione di proprietari che paventano un’abnorme crescita della tassazione, illustra Grandi, presentato calcoli su una base sbagliata. “Le paure dei proprietari sono infondate, perché è prevista l’introduzione di meccanismi volti ad assicurare una sostanziale invarianza del gettito complessivo delle imposte erariali e comunali. Per dirla da tecnici, è vero che sale il moltiplicante, ma poi scenderà il moltiplicatore, e questo è uno snodo che verrà chiarito nell’emendamento che presenteremo alla legge ora in discussione”, puntualizza il sottosegretario. Del resto, ridisegnare gli estimi catastali è una necessità impellente, l’ultimo aggiornamento risale al 1939, e da allora molte cose sono cambiate, producendo anche ingiustizie e iniquità fiscali. Ad esempio “la classificazione in base al numero dei vani è molto approssimativa, in centro ci sono loft di pregio che valgono ben più di un trilocale di periferia, per questo è meglio classificare gli edifici in base alla superficie reale. Si saneranno, anche, situazioni in cui le periferie pagano un’ICI più alta rispetto ad alcune zone centrali, che godono di una valutazione privilegiata non corrispondente alla realtà del mercato immobiliare. Allora non si capisce – insiste Grandi – perché alcuni soggetti continuino a dare letteralmente i numeri, cercando di attribuire alla riforma proposta del Governo un aumento di tasse che non ci sarà, per la semplice ragione che se la valutazione dei valori immobiliari sarà più alta, e più vicina alla realtà, la percentuale di calcolo verrà contestualmente ridotta in modo da non alterare il risultato finale complessivo”.
Sarebbe interessante poter visionare alcuni esempi concreti delle variazioni dell'ammontare dell'ICI riguardanti, soprattuto, i casi "medi" più comuni e quindi di interese più generale
Requiem per un “bel paese” 03/02/2008 E’ ovvio, il prossimo governo, con o senza elezioni, non potrà fare nulla di nuovo. Perché l’italia non è un paese riformabile altrimenti NE ANDREBBE DELLA SUA UNITA’. Se le tasse sono altissime e i servizi scadenti, se il costo del lavoro è esorbitante e i salari bassi, se i contributi previdenziali esosi e le pensioni miserrime è perché le imposte e marche previdenziali si versano in sola qualche regione settentrionale ma i “diritti” sono “nazionali”. Anzi la mentalità fankazzista della casta cattocomunista prevede che chi , per motivi etnici o altro, abbia voglia di lavorare, debba essere anche scolasticamente bastonato oltreché deriso e tacciato di “ignoranza”. Si può dimostrare che il gigantesco debito pubblico italiano è stato causato da quell’immensa voragine chiamata Cassa per il Mezzogiorno, il deficiti dell’INPS è dovuto quasi esclusivamente alle regioni del Centro Sud, come in pratica qualsiasi altro deficit pubblico. Da aggiungere il costo della stessa “capitale”. Per il mantenimento di centinaia di migliaia di dipendenti ministeriali e delle entità centrali, oltre alle enormi sciali delle “leggi speciali “ come Giubileo e “Roma capitale” dimostrare la presunta supremazia di Roma su Milano. Se gli imprenditori veneti non pagano fino all’ultimo centesimo, sono “grandi evasori”, se invece il 30% dei dipendenti del comune di Roma giornalmente non si presenta al lavoro nulla deve tangere. Il problema sta nel fatto tecnicamente economico che i cittadini di Roma e del Sud ricevono molti più soldi di quanti ne danno allo stato, il contrario avviene al Nord. Basta ricordare i finanziamenti a pioggia, anche europei, dati a finte aziende, oltretutto sgravate fiscalmente, per dimostrare che “la Lega ha torto i dati docono che anche nel mezzogiorno e nel Lazio ci sono le imprese”.<
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pippo
inviato il 05/02/2008 @ 18:36:19
RITARDI E OMISSIONI
Nell’immediato, auspico uno sblocco dell’assurda situazione che vede il mercato del gioco fermo, con l'impossibilità di mettere in esercizio apparecchi comma 6 pur essendo privi tutt'ora delle tanto attese comma 6A; i gestori ed i costruttori stanno subendo un danno economico enorme.
Come tutti i colleghi gestori d'Italia quotidianamente affronto una molteplicità di problemi che a mio avviso si possono dividere in due categorie: strutturali e momentanei. I primi, da risolvere assolutamente per salvaguardare l'esistenza della categoria, derivano da un unico fattore: l'incertezza e l'inadeguatezza normativa. Per anni i noleggiatori si sono trovati in una posizione stranissima che probabilmente non è possibile riscontrare in nessun altro settore economico: essere l'elemento principale e fondamentale di una filiera produttiva ma allo stesso tempo essere di questa catena l'anello più debole e vulnerabile! Per quello che concerne i problemi momentanei del settore sono costretto a elencare punti che sembrerebbero scontati (ma che forse non lo sono visto che a tutt'oggi non sono stati risolti) quali la proroga per la richiesta di nulla osta per la messa in esercizio, eventuali slittamenti dei termini di validità dei nulla osta rilasciati nel 2005/2006/2007, l'accelerazione dei tempi di uscita delle New Slot2.
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LEO
inviato il 06/02/2008 @ 15:07:49
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