.:: Home Page : Articoli : Stampa
La revisione degli estimi catastali sarà equa e giusta.
.:: Alfiero Grandi Pubblicato in data:  20/02/2007  11:03:15, in Catasto, letto 5033 volte

Unità Bologna 20 febbraio 2007

Lo Stato non incasserà nulla.Case tassate sulla base del valore reale.

Dalla riforma degli estimi catastali i Comuni non incasseranno un euro in più di quanto incamerano oggi per l’ICI. Il gettito per le città sarà complessivamente lo stesso, i cittadini che pagheranno di più saranno solo quelli che finora hanno pagato fino troppo meno di quanto sarebbe stato equo chiedere. Molti altri cittadini pagheranno di meno, dopo aver ingiustamente dato troppo denaro per un’abitazione che al Catasto risulta più di pregio di quanto realmente valuta il mercato. Mentre il Parlamento si prepara a varare la riforma degli estimi catastali, il principale criterio di valutazione in base al quale si calcola l’ammontare dell’imposta comunale sugli immobili, Alfiero Grandi, sottosegretario del ministero delle Finanze, spiega che “è in corso una campagna allarmistica e falsificatoria sul possibile aumento dell’ICI a seguito della riforma”. Le associazione di proprietari che paventano un’abnorme crescita della tassazione, illustra Grandi, presentato calcoli su una base sbagliata. “Le paure dei proprietari sono infondate, perché è prevista l’introduzione di meccanismi volti ad assicurare una sostanziale invarianza del gettito complessivo delle imposte erariali e comunali. Per dirla da tecnici, è vero che sale il moltiplicante, ma poi scenderà il moltiplicatore, e questo è uno snodo che verrà chiarito nell’emendamento che presenteremo alla legge ora in discussione”, puntualizza il sottosegretario. Del resto, ridisegnare gli estimi catastali è una necessità impellente, l’ultimo aggiornamento risale al 1939, e da allora molte cose sono cambiate, producendo anche ingiustizie e iniquità fiscali. Ad esempio “la classificazione in base al numero dei vani è molto approssimativa, in centro ci sono loft di pregio che valgono ben più di un trilocale di periferia, per questo è meglio classificare gli edifici in base alla superficie reale. Si saneranno, anche, situazioni in cui le periferie pagano un’ICI più alta rispetto ad alcune zone centrali, che godono di una valutazione privilegiata non corrispondente alla realtà del mercato immobiliare. Allora non si capisce – insiste Grandi – perché alcuni soggetti continuino a dare letteralmente i numeri, cercando di attribuire alla riforma proposta del Governo un aumento di tasse che non ci sarà, per la semplice ragione che se la valutazione dei valori immobiliari sarà più alta, e più vicina alla realtà, la percentuale di calcolo verrà contestualmente ridotta in modo da non alterare il risultato finale complessivo”.