Immagine  
"
Su una parete della nostra scuola c'è scritto in grande I CARE. E' il contrario esatto del motto fascista Me ne frego.

Don Lorenzo Milani
"
 
.:: Home Page : Articoli
Intervento svolto a fine novembre a un seminario sulla crisi finanziaria
.:: Alfiero Grandi Pubblicato in data:  30/11/2008  11:42:43, in Finanza, letto 1828 volte

 L’intervento pubblico è ritornato di prepotenza sulla scena politica ed economica nel tentativo di arginare la crisi finanziaria generata dai subprime negli USA ma oggi diventata una vera valanga per l’economia del mondo . Questo pone tra l’altro il problema di quale sia il ruolo dell’intervento pubblico immaginato oggi dalla sinistra. I limiti dell’intervento dello stato nazionale sono diventati l’alibi per non avere né il ruolo di questo, né il ruolo delle sedi sovranazionali e internazionali di cui non a caso si parla solo oggi costretti dall’emergenza. Infatti in questi anni è cresciuta la convinzione che tutto dovesse risolversi con la capacità del mercato di autoregolarsi (forse anche al Governatore Draghi fischieranno le orecchie) spingendo gli Stati nazionali allo smantellamento dei loro strumenti di intervento ma anche evitando di creare quelli che avrebbero dovuto prenderne il posto a livello sovranazionale. Basta ricordare la tesi che nei mercati finanziari la trasparenza sarebbe stata un deterrente sufficiente e quindi non c’era ragione di insistere troppo sull’adozione di regole e di altri strumenti di intervento per garantire gli interessi della collettività.
I negoziati condotti sotto le insegne del WTO sono la metafora di questo processo, oggi per fortuna arenato, altrimenti avremmo avuto la privatizzazione di servizi essenziali come l’acqua e i servizi sanitari. Qualcosa, malgrado tutto, è stato salvato dallo tsunami neoliberista che ha dominato il mondo per 2 decenni.
Il movimento aveva elaborato qualche proposta forte come l’acqua, che deve restare pubblica, o la Tobin tax, che certo non poteva rispondere da sola ai compiti di governo dei mercati finanziari e tuttavia poneva l’esigenza di sedi sovranazionali di governo dei processi finanziari e insieme dello scoraggiamento delle speculazioni finanziarie. La sinistra, tranne lodevoli eccezioni, ha snobbato queste come altre proposte che ponevano il problema di ridefinire il ruolo dell’intervento pubblico nell’economia, ad esempio affrontando la costruzione di un diverso rapporto tra nord e sud del mondo anche attraverso la costruzione di sedi istituzionali adeguate. Non si trattava di restare abbarbicati a esperienze del passato, ormai tramontate, ma di ripensare al ruolo dell’intervento pubblico nella società attuale. Invece è intervenuto una specie di cupio dissolvi che ha portato la sinistra a essere afona proprio nel momento in cui argomenti tradizionali della sua esperienza sono diventati dominanti.
A questo punto occorre avere il coraggio di rimontare la china e di parlare chiaro a partire da una ridefinizione del ruolo dello stato nazionale e più in generale dell’intervento pubblico nell’economia delle altre sedi sopranazionali. Sedi che con lo stato nazionale possono comporre il quadro complessivo dell’intervento pubblico nell’economia e nella società. E’ un modo per dare un nuovo senso anche ad una competizione elettorale, altrimenti dov’è la differenza con la destra ? Si tratta di sostituire gli uni con gli altri al potere o di alternare al potere concezioni diverse della società e dello stato? L’idea che basti avere qualche modesto strumento di regolazione del mercato come è evidente non regge più. Non solo per la crisi finanziaria, ma anche per altri punti di crisi come quella ambientale e l’esigenza di riconvertire l’economia in rapporto a energia e risorse naturali. Progetti che richiedono un progetto di politica economica non privo di radicalità, interventi programmati e discriminatori: questo si e questo no. Tanto più se si vuole affrontare seriamente la valorizzazione, per quantità e qualità, delle persone nel lavoro come alternativa al loro annichilimento attraverso il precariato come regola. Certo non tutto oggi può essere risolto a livello nazionale, ma già più di mezzo secolo fa Bretton wood era una sede internazionale. Perché oggi non dovrebbe essere possibile fare qualcosa di simile ?
Le sedi pubbliche debbono essere strutturalmente democratiche, cioè rispondenti ad un mandato, cosa che le sedi internazionali attuali nella maggior parte dei casi non fanno perché sono opache sedi tecnocratiche – non a caso - e che per di più neppure si sono accorte della crisi finanziaria e bancaria in arrivo. L’ideologia monetarista e liberista è andata in profondità, ha creato senso comune. La reazione non può che essere di uguale intensità, proponendo politiche e strumenti nuovi di intervento pubblico.
Intervento pubblico più democrazia mi sembrano le chiavi di una battaglia di lunga lena. Non è una discussione solo per il futuro, ma riguarda il qui ed ora e i provvedimenti sulla crisi finanziaria del Governo sono un’occasione per fare una prima importante riflessione.
Sembra che i provvedimenti del Governo per l’emergenza finanziaria delle banche avranno un consenso fin troppo ampio in parlamento. Eppure le misure della destra non meritano questa genuflessione e non sono affatto come quelle prese in altri paesi europei.
In altri paesi i Governi hanno precisato il limite massimo del loro intervento finanziario, quindi in definitiva a carico della collettività. In Italia non c’è limite, siamo al piè di lista. Dichiarazioni del Governo hanno indicato un intervento di 20 miliardi di euro, ma nei provvedimenti non ci sono cifre. Vedremo meglio nei prossimi provvedimenti di legge i costi effettivi per la collettività. L’unica cifra ufficiale è quella di Banca d’Italia che prevede un limite di 40 miliardi di euro per garantire liquidità alle banche attraverso lo scambio tra titoli “marci” e titoli buoni. La cosa curiosa è che il Governo ha parlato addirittura di possibili guadagni per lo Stato attraverso il cosiddetto swap tra i 2 tipi di titoli. Siamo al ridicolo. Viene definito un guadagno far pagare un modesto aggio per lo scambio di soldi buoni con titoli spazzatura che nessuno prenderebbe nemmeno regalati o per interventi di ricapitalizzazione di banche che chiedono questi aiuti perché sono a rischio insolvenza. Inoltre va sottolineato che Banca d’Italia può muoversi così perché ha nella stiva ingenti riserve e in particolare molto oro non contabilizzato ai prezzi di mercato. Perché non ragionare di un suo utilizzo in modo trasparente ? Perché dimenticare che è tuttora aperto il problema che Banca d’Italia è proprietà della banche che dovrebbe controllare e che una di esse ha ben il 43% del pacchetto azionario da sola ?
In teoria il Governo italiano potrebbe attuare interventi a sostegno delle banche senza limiti e questo è non solo uno stravolgimento di ogni criterio di bilancio pubblico ma come conseguenza lo stock del debito pubblico italiano potrebbe crescere a dismisura. Infatti il cosiddetto aggio per le garanzie del Tesoro serve solo a far sembrare senza costi un aumento dello stock del debito pubblico complessivo che potrebbe drivare dall’intervento di sostegno dello Stato alle banche.
C’è una crisi straordinaria ? Occorre intervenire ? D’accordo, ma questo non elimina l’obbligo di indicare con chiarezza il limite massimo dell’intervento e del conseguente indebitamento pubblico a cui il Governo è vincolato. Altrimenti la finanziaria 2009 a cosa serve ?
L’Italia è l’unico paese che prevede interventi a piè di lista e in cui il Governo taglia fuori il parlamento con un esautoramento insopportabile, e per di più incostituzionale.
Infatti il Presidente del Consiglio può, motu proprio, sospendere l’efficacia finanziaria delle leggi in vigore, ordinare tagli nella spesa pubblica non ancora decisi dal parlamento, utilizzare fondi in giacenza presso la tesoreria dello Stato, in particolare i 12 miliardi di avanzo patrimoniale dell’INAIL che invece dovrebbero essere utilizzati per migliorare le inadeguate prestazioni ai superstiti e alle famiglie delle vittime degli incidenti sul lavoro.
Se tutti questi interventi non dovessero bastare, l’intervento dello Stato a sostegno delle banche porterebbe ad un vero e proprio aumento dello stock del debito pubblico con conseguente aumento in futuro anche del deficit corrente, approfittando del fatto che le regole sono state un poco allentate dall’Europa. Fino ad oggi il Governo non ha detto quanto debito pubblico in più potrebbe crearsi in Italia con le misure adottate dal Governo e va tenuto presente che il solo accenno alla possibilità di aumentare il debito per sostenere lo sviluppo è stato scartato con ignominia. Il salvataggio delle banche invece è a piè di lista e non solleva reazioni inconsulte. E’ la solita storia dei 2 pesi e delle 2 misure.
Inoltre il Governo inglese prevede a fronte dell’intervento pubblico per salvare le banche con i soldi dei contribuenti la garanzia di una corrispondente proprietà pubblica delle banche. Se ti do soldi e almeno per il periodo previsto la proprietà delle banche salvate è pubblica. E’ un comportamento pragmatico e lineare, anche se contenuto nei limiti di un mero soccorso temporaneo. In Italia non è così. Parlare di una contropartita al salvataggio pubblico è considerato una bestemmia.
Eppure dovrebbe essere una parola d’ordine della sinistra.
Il Governo ha previsto come contropartita un barocco sistema di controllo sulle decisioni delle banche che chiederanno aiuto, previa analisi della Banca d’Italia che in questa fase sembra non sentire il bisogno di rivendicare la sua autonomia come in altri momenti.
Mentre Gordon Brown non ha timore di pubblicizzare le banche che richiedono soldi dei cittadini, in Italia ci si accontenta di fingere di avere un diritto privilegiato sui profitti delle azioni acquistate dallo Stato, essendo chiaro che se la banca fosse sull’orlo del fallimento, o del commissariamento, non si vede quali profitti potrebbero esserci.
Inoltre il diritto societario viene sospeso nelle banche oggetto di intervento.
Si è detto molto delle ulteriori garanzie dello Stato per i correntisti. Le garanzie vanno bene, si tratta in buona parte di pensionati e lavoratori che ricevono i loro salari sui conti correnti, ma non va dimenticato che in Italia in realtà la garanzia già c’era fino a 103.000 euro. In realtà sembra più un fiocco messo sul pacco delle misure dirette a sostegno delle banche, che una reale necessità.
Nulla poi viene detto sul fatto che di recente il Governo e la Banca d’Italia hanno consentito una partecipazione molto più forte delle banche nelle imprese e ci si propone di consentire un più forte inserimento delle imprese nelle banche.
Questi intrecci sono tra le cause della crisi del 29 e non a caso in seguito questi intrecci sono stati vietati. Eppure poche settimane fa Governo e Banca d’Italia hanno pensato bene di invertire la rotta, confermando così che la crisi finanziaria era largamente sottovalutata ma va anche detto in verità che anche dall’opposizione non c’è stata la rivolta contro queste misure, come avrebbero meritato.
Si parla della crisi finanziaria come della peste del XXI secolo, ma i comportamenti sono altri, perché andrebbero come logica conseguenza vietati i titoli speculativi e insieme regolati con precisione i comportamenti dei diversi attori, ma di questo non c’è traccia.
In conclusione il principio che ogni euro dei cittadini deve avere un corrispettivo di proprietà pubblica dovrebbe essere un punto fermo, almeno per la sinistra. Nei provvedimenti del Governo non c’è ed è la conferma che la sinistra dovrebbe respingere in parlamento quei provvedimenti, evitando di imitare le Hawai che hanno accettato il piano Bush in cambio di altro. Poi si tratta di decidere se l’intervento pubblico debba essere un sostegno temporaneo, limitarsi ad una surroga, salvo tornare nell’ombra appena passata la nottata. In realtà la crisi finanziaria ridisegna, almeno in potenza, il confine tra pubblico e mercato e la sinistra dovrebbe porre apertamente il problema di un ruolo pubblico di tipo nuovo per guidare le trasformazioni di cui il nostro paese ha bisogno, ma lo stesso discorso potrebbe farsi per l’Europa o per il governo dei processi mondiali.
Si dovrebbe parlare di un progetto di politica economica e di società e di quali strumenti sono necessari per realizzarli. Quindi della natura di un moderno intervento pubblico che non può in alcun modo limitarsi alle regole per il mercato. Regole che hanno certamente una funzione, ma del tutto insufficiente a guidare le trasformazioni economiche e sociali nella direzione voluta. Il pendolo oggi va verso un nuovo e aggiornato ruolo dell’intervento pubblico inteso come espressione dell’interesse della collettività, o almeno delle sue forze più rilevanti, e sarebbe un’autentica stranezza che di fronte all’evidente debolezza delle forze del mercato, alla loro incapacità di autoregolarsi spontaneamente, e all’insufficienza delle stesse istanze meramente regolatrici che la sinistra restasse afona proprio adesso, lasciando ai fautori del liberismo, e quindi ai responsabili della crisi, campo libero consentendo così loro di salvare sé stessi. Altrimenti perché tanti banchieri ed esponenti confindustriali si stanno sbracciando per chiedere aiuto e nello stesso tempo per avere la garanzia che l’aiuto sia sostanzialmente a fondo perduto, almeno politicamente.

Alfiero Grandi

Articolo Articolo  Storico Storico Stampa Stampa
 
Nessun commento trovato.

Testo (max 2000 caratteri)
Nome
eMail



Scrivi i caratteri che leggi nell'immagine, rispettando le maiuscole


Trattamento dei dati
Informativa art. 13 D.lgs. 196/2003Desideriamo informarla che il D.lgs. n. 196/2003 prevede la tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali. Secondo la normativa indicata, tale trattamento sarā improntato ai principi di correttezza, liceitā e trasparenza e di tutela della Sua riservatezza e dei Suoi diritti. Ai sensi dell'art. 13 del D.lgs. n.196/2003, Le forniamo, quindi, le seguenti informazioni:

    • I dati da Lei forniti verranno trattati esclusivamente per finalitā concernenti l'attivitā informativa di questo spazio
    • Il conferimento dei dati č facoltativo e l'eventuale rifiuto a fornire tali dati non ha alcuna conseguenza.
    • I dati da Lei forniti non saranno oggetto di diffusione se non quelli specifici di questo sito web.
Disclaimer
L'indirizzo IP del mittente viene registrato, in ogni caso si raccomanda la buona educazione.
Iscriviti alla newsletter
 

Cerca per parole chiave
 



Titolo
Ambiente (1)
Atti Ufficiali (2)
Avvisi (3)
Avvisi ai lettori blog (3)
Bologna (3)
Catasto (36)
Contributi al Blog (1)
Diritti (4)
Economia (64)
Energia e ambiente (1)
Finanza (23)
Finanziaria (10)
Fisco (27)
generale (3)
Internazionale (2)
Interviste (12)
Lavoro (32)
Ministero delle Finanze (10)
Nucleare (58)
Ogm (1)
Omeopatia (2)
Pace (1)
Politica (431)
Pubblicazioni (13)
Sondaggio (1)
Tobin tax (12)
Trentin (1)
Welfare (7)

Catalogati per mese:
Agosto 2005
Settembre 2005
Ottobre 2005
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024

Ultimi commenti:
Dal 25 Febbraio che si chiede ...
15/05/2022  20:32:40
.:: CARLO
Cara Maria Luisa, in senso str...
04/05/2021  20:03:02
.:: Alfiero Grandi
On. Alfiero, faccio parte del ...
07/03/2021  14:17:38
.:: Maria Luisa Paroni
Sono stata la tua segretaria a...
29/01/2021  12:20:37
.:: sonia leandri
Ci sono dei Compagni che non d...
22/01/2021  23:28:35
.:: Angelo Gentilini



Titolo



Ci sono 163 persone collegate