Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
- Pubblicato da Il Manifesto il 19/03/11
Paolo Romani a nome del governo adesso invoca una pausa di riflessione sul nucleare? Bene, ma i ministri di Berlusconi, qualunque cosa dicano, sono totalmente inaffidabili. La pensa cos’ Alfiero Grandi uno dei portavoce del Comitato Vota sì per fermare il nucleare
- Il governo dispensa un briciolo di ragionevolezza solo per disinnescare il referendum di giugno? - All’inizio di questo disastro giapponese i ministri si sono distinti per dichiarazioni grottesche, in tutto il mondo solo loro hanno sottovalutato quello che stava succedendo, purtroppo anche un uomo di scienza come Umberto Veronesi. Per lui vale la battuta di Giorgio Nebbia: sarà un bravissimo oncologo ma non capisce niente di nucleare. Il loro è un ripensamento tattico ma è troppo tardi perché ormai quello che sta accadendo è inaudito, stanno solo cercando di prendere tempo per poi tornare alla carica. Ma questa tragedia lascerà sicuramente un segno nell’opinione pubblica e credo che il raggiungimento del quorum oggi sia a portata di mano. Ecco il motivo del «ripensamento»: per questo governo il ritorno al nucleare non era solo un bluff, non faceva parte delle promesse elettorali mai mantenute, spingeva in questa direzione una lobby nuclearista che va dall’Enel alla Confindustria. Inoltre, il governo Berlusconi, preso com’è dalla foga revisionista, cova anche una logica di rivalsa ideologica nei confronti dei referendum... Continua a leggere...
- Pubblicato da Ebdomadario
Naturalmente il gattopardo è sempre all’opera. Non è solo l’ottusità di alcuni Ministri italiani che li ha spinti a fare dichiarazioni improvvide, poi rettificate di fronte all’evidente emozione e agli interrogativi maturati nell’opinione pubblica italiana e mondiale.
Non c’è da fidarsi del Governo italiano, un misto di pasticcioni e di affaristi legati alla lobby nuclearista. La sospensione per un anno delle decisioni operative sul nucleare non vuol dire nulla, è solo la conferma che la speranza del Governo è che nel frattempo cambi il clima nell’opinione pubblica per tentare di riprendere il cammino nucleare italiano.
L’unico nucleare sicuro è quello che non c’è.
L’unico modo per costringere il Governo a chiudere per sempre con il nucleare è vincere il referendum abrogativo che si svolgerà nel prossimo giugno, sia realizzando il quorum, sia ottenendo la maggioranza dei SI all’abrogazione della legge 99/2009 che è la base per il ritorno al nucleare in Italia.
La tragedia del Giappone pone diversi problemi di fondo.
Anzitutto occorre una riflessione sulle cosiddette catastrofi naturali. I terremoti e lo tsunami sono certamente fenomeni naturali drammatici da cui non è facile difendersi. Anche se il Giappone ha sviluppato nei decenni scorsi una sensibilità sulle iniziative necessarie per contenere fenomeni naturali incontrollabili, la costruzione delle centrali nucleari è una scelta poltica ed economica che ha esposto l’ambiente e le popolazioni ai colpi dei fenomeni naturali... Continua a leggere...
- Pubblicato da l'Altro quotidiano e da Paneacqua
Dopo la tragedia del Giappone è del tutto evidente che l’opinione pubblica è preoccupata per le conseguenze che l’incidente nucleare sta avendo sulla vita e sull’ambiente. Le radiazioni stanno contaminando fonti essenziali per la vita come acqua e cibo. L’opinione pubblica è giustamente preoccupata.
La tragedia del Giappone ha dimostrato che il terremoto e il maremoto sono avvenimenti eccezionali ma a questi eventi naturali si è aggiunto l’utilizzo improvvido di una tecnologia pericolosa in sé come quella nucleare... Continua a leggere...
- Pubblicato da l'Altro quotidiano e da Paneacqua il 30/04/11 Il nucleare ha assunto un ruolo di traino per tutti i referendum in calendario per il 2/13 giugno. Hanno pesato in questo sia un’opinione pubblica italiana già prevalentemente contraria al nucleare a cui si è sommata l’emozione che si è diffusa dopo il gravissimo incidente di Fukushima, in Giappone... Continua a leggere...
- Pubblicato da l'Altro quotidiano e da Paneacqua il 13/05/11 Il Governo sta cercando in ogni modo di ridimensionare la portata della sua decisione di abolire le norme sul nucleare pur di evitare il referendum del 12/13 giugno. Le sparate di Berlusconi sul nucleare durante la conferenza stampa con Sarkozy, gli ambigui commi che accompagnano il testo dell’abolizione delle norme di legge oggetto di referendum, sono tutte conferme della doppiezza e della strumentalità con cui il Governo ha affrontato il problema del nucleare... Continua a leggere...
- Pubblicato da www.ebdomadario.com I referendum stanno mettendo in evidenza diversi problemi. Anzitutto il Governo italiano è tanto inefficace quanto imbroglione. Inefficace perché in realtà non riesce a produrre nemmeno i risultati delle scelte che proclama. Imbroglione perché racconta cose diverse a seconda degli interlocutori a cui si rivolge, ad esempio agli italiani ha raccontato che la legge sul nucleare era abrogata poi a Sarkozy che in realtà si trattava solo di una pausa momentanea, in attesa di riprendere il cammino... Continua a leggere...
- Pubblicato da l'Altro quotidiano e da Paneacqua
1) Il Governo ha paura dei referendum e in particolare di quello sul nucleare. Per questo ha tentato, a costo di una clamorosa retromarcia, di non fare votare il referendum sul nucleare, ritenuto dal Governo il più pericoloso e quello in grado di arrivare al quorum, trascinando anche gli altri. ... Continua a leggere...
- Pubblicato da l'Altro quotidiano e da Paneacqua
Il quorum nei referendum è stato raggiunto abbondantemente. I Si al 95 % sono la maggioranza assoluta delle elettrici e degli elettori italiani. E’ una grande vittoria per il merito dei quesiti referendari (acqua bene pubblico, no al nucleare e no al legittimo impedimento) e questo risultato avrà conseguenze politiche... Continua a leggere...
- Pubblicato da l'Altro quotidiano e da Paneacqua
I referendum sono stati un modo per scrivere l’agenda politica e indicare un abbozzo di contenuti. Certo il referendum è per definizione abrogativo e quindi si presta malvolentieri a indicare una proposta politica compiuta, tuttavia è pur sempre l’occasione per dire con forza un No e se esistono le condizioni anche per abbozzare una possibile alternativa... Continua a leggere...
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