Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 14/03/20)
Le affermazioni della Presidente della Bce sono state devastanti per l'Italia – sul crollo della borsa e sull'aumento dello spread tra Btp e Bund tedeschi - e per lo scivolone delle borse europee che hanno perso 800 miliardi di euro. Un disastro economico che va sanzionato.
Ha fatto benissimo il Presidente della Repubblica Mattarella a reagire con durezza chiedendo all'Europa di farsi carico del sostegno all'Italia, che subisce in questa fase le conseguenze più pesanti dal corona virus, che in futuro potrebbe mettere in crisi altri paesi, come ha ricordato Angela Merkel che ha paventato un possibile contagio per decine di milioni di tedeschi... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 21/03/20)
La battaglia contro il corona virus non è finita. È sperabile che le misure consentano di bloccare i contagi, ma il successo finale ha bisogno di individuare cure efficaci per tutti i pazienti, come è avvenuto con pandemie precedenti, in sinergia con i paesi che possono fare la differenza per trovare cure innovative, fino alla produzione di un vaccino per prevenire questa malattia. Questo richiede tempo. Oggi la priorità è curare al meglio tutti per avere il tempo di arrivare a soluzioni più strutturali. Il sistema sanitario italiano ha confermato buone qualità e potenzialità, malgrado la cura dimagrante che ha portato in 10 anni a tagliare 37 miliardi di euro e 71.000 posti letto. La corsa a creare posti letto è la critica più feroce alla faciloneria dei tagli del passato e non si spiega con la sola emergenza. Quei tagli rendono oggi più difficile, al limite dell’impossibile, affrontare sfide come quella del corona virus. Recentemente è stato consentito di andare in pensione a migliaia di medici e infermieri esperti, senza prevedere con anticipo la loro sostituzione, facendo anche un enorme regalo di competenze alle strutture private. Il numero di posti letto per abitanti in Italia è uno dei più bassi in Europa. Il personale è diminuito in modo impressionante, sono cresciute forme di affidamento esterno della cura della salute e di servizi, come si trattasse di riparare biciclette rotte. La disponibilità di mezzi e tecnologie nelle strutture sanitarie, ospedali compresi, non sono state al passo, per di più sono sottoutilizzate, favorendo il settore privato.
La sanità è da tempo oggetto di riduzione della spesa ... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 28/03/20)
La pandemia del corona virus non è risolta. Va bene scrutare i dati per scorgere un miglioramento, purtroppo l’Italia resta il paese europeo più colpito, seguito dalla Spagna. Attenzione e risorse vanno concentrate sull’obiettivo di sconfiggere questo nemico che sta mettendo a durissima prova il nostro paese. La vita è la priorità assoluta, tuttavia le misure per fermare la diffusione del virus portano danni serissimi all’economia, con conseguenze sulle imprese, sull’occupazione, sui redditi. Difficile per ora una stima precisa delle risorse necessarie per rimettere in piedi l’Italia, ci vorranno tanti soldi. Pensiamo al decreto Cura Italia, in conversione alle Camere. All’inizio si parlò di 3,6 miliardi di euro usando la flessibilità concessa dalla Commissione, poi ci si è resi conto che l’emergenza ha bisogno di ben altre risorse e il finanziamento è cresciuto a 12 poi a 17 miliardi, questo è il finanziamento del decreto entrato nel Consiglio dei Ministri, all’uscita erano diventati 25. E non è finita qui, a dimostrazione che il costo dell’emergenza sanitaria è enorme e la ripresa avrà bisogno di risorse ingenti.
È preoccupante che parte delle istituzioni europee siano incapaci di comprendere la gravità della situazione, mettendo a rischio la tenuta stessa dell’Unione... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 04/04/20)
Per un periodo non breve la priorità resta evitare i contatti interpersonali per cercare di spezzare la diffusione del virus. È un sacrificio più che compensato dall’evitare una crescita ulteriore dei morti, già tantissimi, e per consentire alle strutture sanitarie, soprattutto agli ospedali, di fronteggiare l’aumento dei ricoveri per Covid-19, in particolare lo stress delle terapie intensive, con pesanti conseguenze e morti tra i medici, gli infermieri e il resto del personale. Al termine dell’emergenza si dovrà fare il punto sul futuro del sistema sanitario italiano, che ha retto, ma con un carico altissimo sul personale ed ha mostrato carenze strutturali e serie difficoltà. Il sistema sanitario deve essere pubblico per garantire piena attuazione all’articolo 32 della Costituzione, mentre in alcune regioni come la Lombardia lo spazio dei privati è cresciuto fino a ricevere il 40% delle risorse pubbliche. Il settore privato ha contribuito ben poco e in ritardo all’impegno contro la pandemia, perché la sua essenza è occuparsi di ciò che può dare profitto, mentre il sistema sanitario pubblico ha l’obiettivo di garantire livelli di assistenza e cura per tutti, emergenze comprese.
Occorre un sistema pubblico nazionale ... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 11/04/20)
Non tutto è definito. Aspetti importanti sono rinviati alla riunione dei capi dei governi europei, dopo Pasqua. L’intesa fin qui raggiunta dai Ministri dell’Economia europei (eurogruppo) è un compromesso con aspetti importanti, nodi – per ora – non risolti e aspetti scivolosi, tanto che il Ministro Gualtieri ha messo le mani avanti precisando che l’Italia non userà il Mes, una dichiarazione impegnativa. Il Mes è senza condizioni solo per le spese sanitarie e comunque per l’Italia vale 36 miliardi in tutto, la Bei può concedere prestiti fino a 200 miliardi alle imprese, grazie ad un fondo implementato dagli stati, il fondo Sure, chiamato impropriamente cig europea, arriva a 100 miliardi ma con 25 che dovrebbero versare gli stati, infine i corona bonds non sono citati ma secondo una versione sarebbero presenti nel fondo per investimenti proposto dalla Francia che dovrebbe arrivare a 500 miliardi, di cui per ora si sa poco altro. Era difficile per i governi europei non tentare un’intesa, per quanto ancora approssimativa, di fronte alla virulenza e all’estensione della pandemia del coronavirus e alle gravissime conseguenze economiche.
Un fallimento dopo la Brexit avrebbe sancito un’altra svolta negativa per l’Unione europea, ... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 18/04/20)
Le dichiarazioni di Ursula Von der Leyen sull’Italia, arrivando a chiedere scusa per il deficit di solidarietà, sono una novità importante e premono per ottenere novità positive dalla riunione dei capi dei governi europei prevista per il 23 aprile. Se non ci fosse di mezzo la gravità della pandemia, tutt’altro che sotto controllo, e una conseguente crisi economica di proporzioni impressionanti per il nostro paese, potremmo apprezzare meglio questa novità. Purtroppo l’urgenza è tale che avere fissato la riunione europea al 23 aprile non ha lasciato un’impressione positiva. Il tempo incalza, le decisioni vanno prese rapidamente, l’Europa deve decidere. La discussione in Italia si è concentrata sul Mes, brandito da Salvini e Meloni con inutile estremismo, forse per tentare di far dimenticare che è il governo Berlusconi che nel 2011/2012 ha partecipato alla sua stesura, con Meloni ministro e la Lega nella maggioranza: Berlusconi ha spiazzato i suoi “alleati” riconoscendo che è andata proprio così, ma aggiungendo che in cambio dovevano esserci gli eurobond. Forse Tremonti, mefistofelico ministro dell’Economia, gli aveva raccontato che c’era uno spazio per gli eurobond. Difficile da credere, se c’è contrarietà oggi tanto più c’era allora quando la Grecia veniva socialmente massacrata... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 25/04/20)
Il 25 aprile è una data fondamentale dell’Italia democratica e repubblicana. La sconfitta del nazifascismo dovuta agli alleati e alla Resistenza italiana, che ha riscattato la vergogna del regime fascista, che aveva portato il nostro paese in guerra a fianco dei nazisti, è una data da ricordare oggi più che mai. L’orgoglio della vittoria del 25 aprile del 1945 deve vivere nella coscienza delle persone tanto più ora che si ripresentano tentativi negazionisti che cercano di mettere sullo stesso piano chi era dalla parte giusta e chi stava dalla parte sbagliata. La pietà per i caduti è una cosa, la negazione della verità è una menzogna, che in realtà punta a tentativi di riabilitazione e rinascita neofascista. Senza dimenticare che dalla Liberazione, il 25 aprile 1945, è nata la fase politica costituente della nostra democrazia, il cui architrave è la Costituzione entrata in vigore il 1 gennaio 1948, che sancisce i principi di fondo della nostra convivenza politica e sociale, la cui importanza dovrebbe essere riconosciuta da tutti con ben altro vigore. Oggi la festa della Liberazione avverrà, per forza di cose, in modo diverso. Il coronavirus costringe tutti a rispettare regole severe di distanziamento per impedire la diffusione di questa grave pandemia. Anche il 25 aprile dovrà essere ricordato con modalità adatte al periodo, per questo da casa possiamo manifestare la nostra partecipazione ideale al 25 aprile 2020, anche facendo risuonare bella ciao alle 15, come indicato dall’Anpi e che ha segnato l’inizio della manifestazione nazionale del 25 aprile a Milano.
La pandemia ha colpito pesantemente la salute dei cittadini italiani e ha portato ad un numero di morti altissimo e non è finita... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 28/04/20)
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 28/04/20)
Sembrano argomenti distinti ma in realtà hanno un rapporto molto stretto. La pandemia ha impresso una velocità impressionante ai cambiamenti. Non siamo fuori dalla pandemia. I dati tuttora dimostrano che il numero dei morti e dei contagiati è ancora impressionante. Pesa un’incertezza di fondo. Non si tratta di una pausa e dopo non si tornerà alla vita precedente. E’ incerto se verranno trovati sistemi di cura in grado di combattere efficacemente l’infezione e vaccini in grado di prevenirne la diffusione. Sperimentazioni sono in corso, tuttavia per ora sono lodevoli iniziative, che accendono speranze. Nei rivolgimenti di fondo si mettono in moto meccanismi prima inesistenti, cambiano orientamenti, comportamenti, valutazioni. Si delineano pericoli e si aprono opportunità prima impensabili.
Antonio Esposito, presidente emerito di Sezione della Cassazione, ha messo in evidenza, con rigore, un punto solo apparentemente di forma linguistica e cioè che è sbagliato definire Governatori i Presidenti delle Giunte regionali. In questo si distinguono anche troppi giornalisti che usano – per ignoranza? per piaggeria? – la definizione Governatori che nella nostra Costituzione non esiste. I Governatori sono una figura istituzionale degli Usa, stato federale, a differenza dell’Italia. Esposito ha ricordato che la Costituzione parla di Presidenti delle Giunte delle Regioni e aggiungo che la loro elezione diretta non cambia la sostanza della funzione che svolgono. Non a caso l’articolo 121 della Costituzione afferma, ad esempio, che il Presidente dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione conformandosi alle istruzioni del Governo della Repubblica. Inoltre i poteri sostitutivi sono attribuiti dall’articolo 120 al Governo, quando lo richiedono l’incolumità e la sicurezza pubblica e sono vietati provvedimenti che ostacolano la libera circolazione delle persone e delle cose. Questi concetti sono il contrario di quanto abbiamo potuto ascoltare, in diverse occasioni, da alcuni Presidenti.
In troppe occasioni è risultato evidente che la pandemia è stata vista da alcune Regioni ... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews 09/05/20)
La sentenza della Corte costituzionale tedesca ha messo in evidenza – paradossalmente – problemi politici. Il primo è che la Corte costituzionale di uno stato dell’Unione non riconosce come unica sede di giudizio per decisioni e materie europee la Corte Europea, o almeno non completamente e arriva a chiedere perentoriamente alla BCE, istituzione europea, di giustificare entro tre mesi le sue azioni di interventi di politica monetaria minacciando il divieto alle sedi tedesche, in particolare alla Bundesbank, di contribuire a queste azioni a livello europeo e intima al parlamento e al governo tedesco di pronunciarsi su tutta la materia. Forse per questo il Ministro delle Finanze ha preannunciato che il Bundestag sarà chiamato a pronunciarsi sulle misure anticrisi. Questo intervento a gamba tesa della Corte tedesca, se diventasse realtà, metterebbe in discussione un principio fondamentale degli accordi sovranazionali in Europa e cioè la non possibilità per le Corti costituzionali dei singoli paesi di invadere lo spazio europeo, essendo chiaro che se il cattivo esempio venisse dalla Germania non si capisce perchè dovrebbero rinunciare a dire la loro le altre Corti costituzionali nazionali, con la conseguenza che il processo di integrazione si avvierebbe sul viale del tramonto, apparentemente non per una scelta politica.
Il secondo è che la Corte tedesca, a differenza di quella italiana, si pronuncia su istanza di singoli e di associazioni. Da noi questo non è possibile... Continua a leggere...
|
|
Ci sono 1659 persone collegate
|