(articolo di
Alfiero Grandi e
Massimo Serafini su
Il Manifesto il 5/2/2025)
Durante 3 anni di guerra in Ucraina si è più volte materializzato il rischio di un
disastro nucleare se un ordigno avesse colpito la centrale di Zaporizhzia. Eppure
il governo Meloni vuole costruire nuove centrali in Italia, malgrado il referendum popolare del 2011 abbia bocciato con il 94% il nucleare civile.
Le argomentazioni con cui giustifica questa scelta sono per lo più false.
Non è vero che i reattori di piccola dimensione siano già operativi,
nel mondo, ne risultano solo 3 a carattere sperimentale.
Non è vero che questi reattori sono di nuova generazione. Anche durante la campagna referendaria del 2011 il governo Berlusconi chiedeva voti raccontando che era un nucleare sicuro. L’abitudine a mentire dei governi di centro destra si conferma.
Non è vero che si sceglierà la tecnologia più adatta come afferma il ddl del Ministro dell’ambiente perché
oggi è disponibile solo il nucleare da fissione, lo stesso
bocciato dai referendum del 1987 e 2011.
Non sono veri i tempi scritti nel ddl sottoposto al consiglio dei Ministri, perché attuare la legge in 24 mesi dall’approvazione non è possibile,
visto che bisognerà pur mettere in conto il dissenso popolare nei siti in cui verrà prevista la costruzione delle centrali e il possibile referendum abrogativo sulla legge.
La decantata possibilità di scegliere centrali (relativamente) piccole distribuite nel territorio,
moltiplica solo i rischi e la militarizzazione dei territori...
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(articolo su www.strisciarossa.it del 24 Febbraio 2025)
La decisione del Presidente dell’Emilia Romagna di abbandonare il percorso per l’autonomia regionale differenziata, avviata dal predecessore Bonaccini, è la logica conclusione di quanto aveva affermato nella campagna elettorale che ha portato alla sua elezione. Da sottolineare la coerenza del comportamento dopo le dichiarazioni.
Ora la Lega è più sola nel continuare a rivendicare un regime speciale per alcune regioni a scapito di altre. In pratica la separazione di alcune regioni più forti del Nord, guarda caso del Nord, dal resto dell’Italia e in particolare dalle regioni del Mezzogiorno. Un evidente tentativo di compiere uno strappo istituzionale ed economico con la legge 86/24 Calderoli sull’autonomia regionale differenziata.
Le sentenze della Corte Costituzionale
Le sentenze della Corte costituzionale hanno già comunque limitato fortemente l’impatto potenziale della legge sull’A.R.D. voluta testardamente da Calderoli. Ora questa decisione dell’Emilia Romagna toglie di mezzo un alibi propagandistico usato a piene mani dai leghisti, cercando di mettere in imbarazzo ... Continua a leggere...