«Cari compagni abbiamo perso troppo tempo»
Intervista a "Il Domani di Bologna" 15.04.07
«È tempo di muoverci per conto nostro, ma nessun problema sul governo»
Abbiamo pensato di poter modificare le linee congressuali, ma adesso basta: è arrivato il momento di prendere noi le redini del nostro futuro e di muoverci».
Alfiero Grandi, sottosegretario all’Economia, dirigente di spicco della sinistra Ds con alle spalle un passato da dirigente sindacale nella Cgil (nel 1992 era il contendente di Cofferati alla successione di Bruno Trentin), suona la carica alla sinistra Ds. Con l’invito esplicito di non aspettare la nascita del partito democratico per organizzare qualcosa di nuovo.
Grandi, non le sembra di essere troppo precipitoso?
«E perché? Siamo andati alla discussione congressuale dicendo “cerchiamo di migliorare le posizioni della maggioranza”. E cosa è successo? Quel 75% raccolto dalla mozione Fassino è stato utilizzato per accelerare il percorso verso il partito democratico».
Quindi...
«Ora tocca a noi muoverci: il 14 ottobre verrà eletta la costituente del Pd, bene: noi che pensiamo si debba tenere viva un’area di sinistra dobbiamo muoverci prima, già a maggio potremo dare vita a qualcosa di nuovo».
Si parla di un’assemblea il 5 maggio?
«Bene, bisogna ragionare come costruire un movimento che cerchi di ricucire le fratture nella sinistra storica di questo Paese: penso ai socialisti dello Sdi, al Prc, al Pdci, ai Verdi e a tutti quelli di sinistra che in questi anni se ne sono stati a casa, a loro dobbiamo offrire una nuova casa».
Pensa a un nuovo partito, una sorta di Psiup del terzo millennio?
«Il riferimento al Psiup è fuori luogo storico. So che c’è qualche dirigente dei Ds che dice che siamo come quei socialisti che uscirono dal Psi ai tempi del centrosinistra. Nulla di più falso: quella fu una scissione, noi semplicemente non aderiamo al nuovo partito».
Va bene, lasciamo da parte le differenze metodologiche. Cosa farete?
«Di sicuro non faremo un nuovo partito, ma vogliamo essere l’elemento di collegamento tra le forze di sinistra».
Ci saranno ripercussioni sul governo e sulla maggioranza? «No, noi siamo più prodiani di Prodi. Pensiamo che questo quadro politico e questo governo siano la forma politica più avanzata che si può avere in Italia e per questo ci impegniamo a difenderla. Più che altro temo l’effetto Pd...».
Prego?
«Sì, come si è visto sulla vicenda legge elettorale, l’Ulivo o partito democratico che dir si voglia, hanno una vocazione maggioritaria a decidere per tutti che rischia di essere un terremoto per la coalizione».
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