Sulla Finanziaria strabismo contabile di Confindustria
La discussione, sul presunto rallentamento dell’economia nel 2007, aperta da Confindustria con la presentazione delle previsioni economiche elaborate dal Centro studi, non appare convincente e, non è fondato. Innanzitutto perché, nella Finanziaria 2007, c’è una risposta alle richieste del mondo imprenditoriale di favorire la competitività riducendo il costo del lavoro, risposta che il governo ha reso concreta con l’intervento sul cosiddetto cuneo fiscale/contributivo. Le risorse necessarie, faticosamente reperite, rappresentano un aiuto consistente che va nella direzione di migliorare la competitività e, quindi, la crescita dell’economia italiana. D’altra parte, in passato, anche il presidente Montezemolo ha dichiarato che ogni euro di aiuto sarebbe stato utilizzato dalle aziende per migliorare la competitività e gli investimenti. Allora, se questo non fosse il risultato, penso che il governo farebbe bene a ripensare a questo sostegno. La finanziaria prevede, inoltre, importanti risorse per la ricerca e l’innovazione nelle aziende e per nuovi investimenti, in particolare nel Mezzogiorno. Un riconoscimento in tal senso, in questi giorni, è arrivato anche dal Sole 24 ore che ha scritto che i finanziamenti pubblici per gli investimenti infrastrutturali, previsti dalla Finanziaria 2007, sono il 40 per cento in più di quelli stanziati dal precedente Governo per il 2006. Non da ultimo, nella Finanziaria 2007 sono presenti, per specifici settori, misure di sostegno ad hoc. Tra queste, c’è la proroga per le ristrutturazioni edilizie e il ripristino dell'aliquota agevolata Iva al 10 per cento, c’è il complesso di misure che vanno sotto il nome di rottamazione ecologica di autoveicoli che, secondo un centro studi specializzato, vale da sola almeno un +0,2 per cento di sviluppo e, ci sono altre misure minori in diversi settori. Per questo non si può accettare una critica così ingenerosa e infondata alla finanziaria 2007, che contiene, invece, molti interventi a sostegno dello sviluppo. Sarebbe preferibile che Confindustria e le altre organizzazioni imprenditoriali dedicassero il loro impegno a garantire che il robusto sostegno ricevuto sia impiegato per ottenere il massimo dei risultati in termini di occupazione e di ripresa economica, perchè il paese non ha deciso di fare donazioni a fondo perduto, ma a precise condizioni, senza il realizzarsi delle quali è legittimo ripensarci.
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