Ho rintracciato il testo di una legge importante. La legge 302 del 1990 che dispone interventi a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata. All’art. 4, c. 2 questa legge, per stabilire che l’elargizione prevista è a favore di tutti i sopravvissuti, usa il termine “convivente more uxorio”. La definizione usata da questa legge è importante perché stabilisce, in modo organico, che le vittime hanno diritto ad un risarcimento e nel caso di decesso, il risarcimento spetta ai sopravvissuti. Questa legge registrò, quasi 20 anni fa, che le famiglie non sono solo quelle ufficiali, ma ci sono anche quelle di fatto, e per indicarle usò una formula modernissima e tuttora attuale. Quando il ministero delle Finanze ha proposto, nei giorni scorsi, una riforma fiscale delle successioni ha usato esattamente questa espressione per individuare il trattamento dei sopravvissuti legali non sposati ma conviventi. Quindi, l’espressione usata dal ministero delle Finanze nulla ha innovato rispetto alla legislazione vigente, ma semplicemente avrebbe reso la tassazione delle eredità del coniuge superstite e del convivente superstite del tutto simili, cioè con una franchigia, esente da tasse, di 1.000.000 di euro. Purtroppo, alcuni esponenti della maggioranza di centro sinistra al Senato hanno contrastato duramente questa mera presa d’atto della realtà – civile e sociale - che si risolveva in sostanza nella concessione di una soglia di esenzione fiscale uguale a quella dei coniugi. Dal punto di vista del diritto all’eredità tutto resta come prima, del resto la finanziaria è una legge che ha altri obiettivi. Resta solo questo inutile sgarbo ai conviventi che ereditano, costretti a subire una condizione fiscale meno favorevole di quella del coniuge legale. Quindi, qual’è la razionalità di questo comportamento, così ideologico, di questo gruppo di senatori? Senatori, che hanno finito con l’essere contrari, ad ogni costo, senza alcun riguardo per i problemi di milioni di persone, ad una norma di semplice presa d’atto che nulla cambia dal punto di vista della realtà, della legislazione vigente e delle sentenze. Resta solo questa inutile e antipatica discriminazione sotto il profilo fiscale. Sotto la pressione di questo gruppo di senatori di orientamento conservatore, stante la delicata situazione dei rapporti di forza al Senato tra maggioranza e opposizione, il Governo ha deciso di abbandonare la iniziale proposta legislativa che conteneva l’espressione: conviventi more uxorio. Il Governo ha dato il suo consenso ad un importante o.d.g. della maggioranza al Senato che lo impegna a presentare, entro il prossimo gennaio 2007, una proposta di legge in materia di convivenze. Questa è una cosa buona, ma il ritiro di questa formulazione dal testo della finanziaria 2007 al Senato lascia l’amaro in bocca per un’occasione perduta, per costruire, con gradualità, una legislazione equilibrata, non solo civile, ma anche fiscale. Questa è la ragione che mi ha spinto a chiedere di essere sostituito nell’esame di questa parte fiscale della legge finanziaria 2007. Del resto, è un modo per esprimere un dissenso, senza mettere a rischio –naturalmente- la stabilità del Governo e della maggioranza. Tanto più che ho continuato a predisporre tutto il materiale necessario per il lavoro del Senato sulla parte fiscale della finanziaria 2007, comprese le successioni. Il collega sottosegretario aveva tutte le informazioni necessarie, il lavoro parlamentare è proseguito con sostanziale regolarità. Una temporanea astensione dei compiti su questo punto pur assistendo il collega nel lavoro, è stato un modo per segnalare – senza rischi per governo e maggioranza - un disagio e nello stesso tempo esercitare il diritto all’obiezione di coscienza su un tema delicato come i diritti civili.
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