Perchè ha ragione la Cgil
- Pubblicato da l'Altro quotidiano e da Paneacqua il 27/08/11
Il 6 settembre la Cgil ha deciso lo sciopero generale. Ha fatto benissimo. Così si è messa alla testa dei lavoratori, dei pensionati e di quanti non sono d’accordo con la manovra decisa dal Governo per tentare di contrastare la crisi finanziaria, obbedendo alle intimazioni della Bce. Dove sarebbe l’errore? I soliti infatti attaccano questa decisione della Cgil, dimentichi che la maggioranza di centro destra per prima ha aperto un intenso fuoco amico contro la manovra decisa dal suo Governo. In testa il Presidente del Consiglio che non perde occasione per far sapere che lui con questa manovra non c’entra e che la colpa è tutta di Tremonti. Secondo questi commentatori la Cgil avrebbe dovuto accettare quello che la stessa maggioranza non gradisce ? Senza trascurare che dal fervore degli emendamenti che nascono nella maggioranza escono novità che rischiano di essere peggio del male che vogliono curare. Ad esempio la maggioranza è molto sensisibile al grido di dolore di quanti guadagnano più di 90.000 e 150.000 euro l’anno. E’ vero che questi pagano già le tasse e questa ulteriore tassazione di solidarietà pesa sull’area di reddito che già le paga. Non si può tuttavia negare che è comunque un’area di reddito a cui un contributo eccezionale in un periodo eccezionale come questo per un periodo può essere richiesto. Mentre nella maggioranza ci si scalda come se fossero state tassate le pensioni al minimo e qualche Ministro vorrebbe tagliare anche orfani, vedove e invalidi. Certo prima di tutto occorre fare la lotta all’evasione fiscale, vero scandalo italiano, che proprio questo Governo all’inizio ha largamente disattivato e ora, rendendosi conto del disastro che ha fatto, cerca a spizzichi e bocconi di ripristinare per fare cassa. Se le proposte che proliferano nella maggioranza diventassero realtà, come mettere di nuovo mano alle pensioni o alzare l’Iva, le ragioni dello sciopero generale promosso dalla Cgil verrebbero ulteriormente rafforzate. La ragione numero uno dello sciopero generale è che il Governo ha costruito una manovra per la finanza pubblica ignorando l’esigenza di rilanciare lo sviluppo e l’occupazione. Solo così anche le misure di risanamento diverrebbero meno pesanti. Infatti risanamento finanziario e ripresa economica debbono marciare di pari passo. Attuare solo il risanamento comporterebbe un prezzo sociale insostenibile. Le altre ragioni stanno nella composizione di una manovra di rientro del deficit che colpisce spesa sociale, regioni, enti locali, pubblico impiego. Perfino il Tfr vorrebbero tenersi in ostaggio. Per non parlare del tentativo di legalizzare ex post gli accordi separati voluti dalla Fiat e di snaturare l’accordo interconfederale del 28 giugno, arrivando fino a manomettere l’articolo 18 dello statuto dei Lavoratori. Ragioni per lo sciopero generale ce ne sono vendere e la Cgil ha fatto benissimo a promuoverlo. Altri nel mondo sindacale dovranno spiegare anzitutto ai lavoratori come fanno a criticare la manovra e nello stesso tempo a lasciare correre. Il problema è loro, non della Cgil. L’opposizione dovrebbe essere contenta che nella società qualcuno si muove per mettere in discussione la manovra che rischia di terminare peggio di come è cominciata. La spinta a cambiare non verrà certo da Confindustria che sembra preoccupata solo del contributo di solidarietà e di fare cassa con le pensioni e l’Iva per ottenere una sorta di dividendo proprio dalla crisi finanziaria. La spinta non viene, purtroppo, neppure da altri settori sindacali che dopo avere cambiato tono per un breve periodo ora sembrano di nuovo convinti che questo è il Governo con cui fare i conti. Quindi l’oppposizione dovrebbe fare un monumento alla Cgil. Non perché le motivazioni della Cgil per proclamare lo sciopero siano di schieramento ma perché il suo giudizio, giustamente negativo, offre potenzialmente spazio all’opposizione. Spazio che l’opposizione non sembra saper cogliere in modo adeguato. Mi riferisco in particolare al PD che dovrebbe decidere di stare fino in fondo con la Cgil e le manifestazioni e invece è ancora una volta diviso tra posizioni opposte. I dirigenti che hanno dichiarato che staranno con la Cgil hanno fatto benissimo e tengono aperta una speranza, purtroppo le posizioni opposte rendono loro difficile dare un sostegno valido, in nome di tutto il partito. Perché in questa occasione servirebbe il sostegno di tutto il partito e non solo di alcuni pur autorevoli dirgenti. Così ancora una volta l’opposizione si dividerà e in partcolare lo farà il PD e questo lascia la bocca amara. Eppure l’abolizione dell’articolo 8 del decreto legge sulle relazioni sindacali dovrebbe essere una premessa ineludibile, senza ottenere la quale dovrebbe essere minacciata e, senza modifiche, realizzata, la promozione di un referendum abrogativo della norma. Del resto questa ed altre norme fanno parte di quel sovrapprezzo che l’Italia paga nella crisi finanziaria perché il Presidente del Consiglio si chiama Berlusconi. Vergin di servo encomio e di codardo oltraggio, sono tra quelli che speravano che almeno in questa occasione il Pd fosse in grado di scegliere e di farlo bene. Non è così e questo lascia la bocca amara e pone un quesito di fondo: a cosa serve un partito che nelle occasioni importanti si divide ? O si trova il modo di fare una sintesi vera o una riflessione di fondo andrà fatta, altrimenti la buona volontà di Bersani potrebbe non bastare. Alfiero Grandi
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