Le ragioni del Si al referendum sul nucleare
- Pubblicato da Articolo 1 Cgil 10/02/11
Su iniziativa delle maggiori associazioni ambientaliste è iniziata la costituzione del Comitato nazionale per il Si al referendum sul nucleare. La discussione sull’opportunità del referendum è ormai alle spalle. Il referendum per abrogare la legge 99/2009 che vuole reintrodurre il nucleare in Italia ci sarà. Infatti è stato ammesso dalla Corte e quindi entro il 15 giugno, a meno di elezioni anticipate, le italiane e gli italiani dovranno pronunciarsi sul quesito referendario. La forzatura del Governo italiano, che ha fatto approvare al parlamento la legge 99/2009 con il voto di fiducia e in spregio all’esito dei referendum del 1987, ha l’appoggio della lobby affaristica che vuole ad ogni costo investire in un affare di almeno 30 miliardi di euro per soli 4 reattori. Come hanno detto 200 imprenditori che hanno firmato un appello, se il nostro paese investirà nel nucleare non avrà le risorse per fare altre scelte. Non a caso Enel, capofila italiano della lobby nuclearista, ha venduto parte delle sue rinnovabili per fare cassa in vista dell’investimento nucleare. Non a caso è in corso un attacco agli incentivi per le energie da fonti rinnovabili, che prelude alla richiesta di sostegni al nucleare. Eppure le energie rinnovabili offrono importanti opportunità occupazionali, di innovazione, di investimenti distribuiti che sul modello della Germania valgono 15/ 20 volte i risultati occupazionali ottenibili con il nucleare e potrebbero anche consentire all’Italia di rispettare entro il 2020 gli impegni presi con l’Europa (20/20/20) per contrastare il cambiamento climatico. Energie rinnovabili e nucleare sono 2 scelte alternative tra loro. Inoltre il nucleare è pericoloso non solo per gli incidenti ma anche nel funzionamento normale. Gli incidenti di Chernobyl in Ucraina e di Three miles Island negli Usa hanno segnato pesantemente quei territori e hanno rilasciato i loro veleni anche su grandi aree del mondo. Non è vero che oggi non ci sono più incidenti nelle centrali, semplicemente non ne vengono date le notizie. Certo, per fortuna, non hanno avuto la gravità di quelli citati ma di qui a dire che le centrali sono sicure ce ne corre. Ambiente circostante delle centrali e salute sono a rischio e troppo spesso le notizie degli incidenti vengono nascoste per non allarmare le popolazioni interessate. Popolazioni e lavoratori sono coinvolti dalle conseguenze delle radiazioni anche durante il normale funzionamento delle centrali nucleari, come dimostrano ad esempio studi tedeschi e francesi sull’aumento delle leucemie nei bambini (oltre 3 volte) in rapporto alla distanza dalle emissioni. Del resto le emissioni sono il problema non risolto anche per le scorie radioattive, di cui nessun paese al mondo fino ad ora ha risolto il problema dello smaltimento in sicurezza. Così le aree delle centrali restano contaminate per tempi lunghissimi. Questo la dice lunga sul rapporto che si verrebbe a stabilire con le future generazioni che verrebbero condannate a convivere per centinaia, migliaia di anni con gli effetti delle scorie e delle aree contaminate. Il nucleare è una scelta sbagliata, che non darebbe neppure energia elettrica a costi inferiori come promettono a vanvera i nuclearisti. Occorre fermare questa scelta. Il referendum può essere l’occasione per farlo a condizione che proceda la costruzione di un fronte ampio e unitario, proseguendo il lavoro fin qui fatto. L’Italia dei valori ha promosso il referendum, tuttavia ora riconosce che occorre una dimensione molto più ampia e diversa da quella originale immaginata, al punto da chiedere contributi al Comitato per il SI e da offrirgli sostegno proprio perché raggruppa tutte le altre forze interessate a fare prevalere il Si per fermare il nucleare. Ognuno con le sue forze, caratteristiche, originalità. Tutti insieme per arrivare al difficile quorum del 50 % più 1 di votanti e per fare prevalere la cancellazione di questa legge irresponsabile che il Governo ha voluto ad ogni costo. Matteoli ha affermato che se si aspettano le Regioni le centrali nucleari non si faranno mai. Ha ragione. Per questo il Governo ha cercato di escludere le Regioni dal persorso, ma ora la Corte Costituzionale ha reintrodotto l’obbligo di acquisire il loro parere, anche a parziale correzione delle forzature istituzionali contenute nella legge 99/2009 che arriva alla militarizzazione dei siti prescelti e a tagliare fuori i Comuni e le popolazioni interessate da qualunque diritto di espressione. Fare il quorum e fare vincere il Si al referendum è assolutamente necessario, insieme alla vittoria per garantire l’acqua bene pubblico, del resto si votano tutti i referendum lo stesso giorno. Alfiero Grandi
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