Nucleare. Il governo tenta di emarginare le Regioni
- Pubblicato sul quotidiano Terra il 18/12/09 Il Comitato SI alle energie rinnovabili NO al nucleare ha incontrato, con Green Peace e Lega Ambiente, le Regioni che hanno impugnato la legge 99/2009 che punta a reintrodurre il nucleare in Italia per di più in spregio all’esito del referendum del 1987. Contatti precedenti hanno contribuito alla scelta fatta dalla grande maggioranza delle Regioni di ricorrere alla Corte Costituzionale contro una legge che assegna al Governo il ruolo di decisore unico su materie fondamentali come la localizzazione degli impianti nucleari, la loro sicurezza, la tutela della salute delle persone e dell’ambiente. Questa legge, voluta dal Governo e imposta al parlamento con la solita fiducia, rivela una preoccupante concezione autoritaria perché non solo cerca di mettere le Regioni di fronte al fatto compiuto in spregio ai poteri loro garantiti dalla Costituzione, ma taglia fuori Comuni e Province e soprattutto rifiuta ai cittadini il diritto di decidere su scelte che riguarderanno la loro salute e la loro vita. Il Governo vorrebbe decidere comunque, anche in presenza di opinioni contrarie delle Regioni e degli Enti locali, imponendo una vera e propria militarizzazione dei siti e di conseguenza sottraendo ai cittadini informazioni e possibilità di controllo. Perfino il ricorso giudice viene limitato al solo Tar del Lazio, anche per siti localizzati in altre regioni. Questo ad esempio non avrebbe permesso la sentenza di garanzia emessa dal Tar del Piemonte sulle scorie di Trino vercellese. L’incontro svoltosi al Senato - presenti il Presidente dell’Emilia Romagna Errani, l’Assessore del Lazio Zaratti, il vice Presidente della Basilicata Santochirico – ha consentito al Comitato e delle Associazioni presenti di esprimere pieno sostegno all’iniziativa delle Regioni. Il Governo sta cercando di mettere la sordina alle decisioni riguardanti i siti e ha procrastinato le decisioni per l’Agenzia per la sicurezza che nasce già inconsistente. Lo stesso Governo ha ammesso che risolvere il problema delle scorie radioattive già esistenti in Italia (55.000 metri cubi di materiale radioattivo eredità della precedente “avventura” nucleare) è preliminare ad ogni ulteriore decisione. Il Governo ha già provato a rifilare le scorie alla Basilcata ma ha dovuto fare marcia indietro di fronte alla rivolta popolare. Il Governo teme analoghe reazioni e quindi sta facendo uscire i nomi dei possibili siti usando il fondamentalismo dell’Enel, che ha un ruolo di punta nella lobby nuclearista in Italia, salvo smentire subito dopo. Bonelli ha fatto bene a rivelare il piano dei siti elaborato dall’Enel, che banalmente ripercorre quello di molti decenni fa, ignorando la nuova carta sismica dell’Italia e l’attuale concentrazione della popolazione che rendono impossibile rispettare criteri anche minimi di sicurezza per la popolazione. Questo sporco giochetto di dire e smentire fa il paio con il tentativo di aspettare la fine delle elezioni regionali per far conoscere la verità. I ricorsi delle Regioni sono un importante tassello di verità ma occorre che anche la campagna elettorale per le Regioni si esprima sulla scelta del nucleare. Quello che il Governo tace dobbiamo dirlo noi. Il nucleare assorbirà inevitabilmente tutte le risorse pubbliche e private disponibili in Italia per decenni, mentre la scelta delle fonti rinnovabili (sole, vento, acqua, terra) metterebbe l’Italia in condizione di rispettare gli obiettivi europei del 20/20/20 e creerebbe sviluppo e posti di lavoro qualificati almeno 20 volte di più che il nucleare. Non è vero che l’energia costerebbe meno, non è vero che l’Italia sarebbe meno dipendente perché dovremmo importare oltre l’uranio anche la tecnologia. Tre Agenzie per la sicurezza, compresa quella francese, hanno messo in discussione l’informatica per la sicurezza delle tipologie nucleari che si vorrebbero costruire in Italia, tanto meno che si sa come smaltire le scorie, problema irrisolto nel mondo, quindi la sicurezza non è garantita. Oltre al pieno sostegno ai ricorsi delle Regioni occorre che ci sia in campagna elettorale un chiaro confronto tra le diverse posizioni e noi saremo con tutti quelli che sono contro la reintroduzione del nucleare in Italia.
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