IL NUCLEARE DA RESPINGERE
- Pubblicato sul quotidiano Terra il 22/09/09
La legge voluta dal governo per reintrodurre il nucleare in Italia, imposta al parlamento con il voto di fiducia, contro il parere espresso dalle italiane e dagli italiani con il referendum del 1987, è inconstituzionale. Nella fretta l’esecutivo ha fatto approvare un testo di legge raffazzonato il cui carattere distintivo è un atteggiamento accentratore, autoritario e impositivo verso le Regioni e le comunità locali. Comunità locali che spera di convincere a rinunciare a tutelare salute e territorio con il classico piatto di lenticchie.
La scelta del governo va contrastata con nettezza per diverse ragioni. Reintrodurre il nucleare in Italia porterebbe non solo a scegliere tecnologie invecchiate ma a impiegare in questa direzione almeno 30 miliardi di euro, cioè impiegando gran parte delle risorse disponibili, che invece potrebbero essere usate per consentire investimenti innovativi e occupazione qualificata nelle fonti energetiche rinnovabili, come indica il piano elaborato da Cgil e Legambiente.
Inoltre con il nucleare, che in ogni caso non sarebbe pronto prima del 2020, l’Italia si troverebbe inadempiente di fronte all’Europa che come è noto ha dato l’obiettivo del 20-20-20 e dovrebbe di conseguenza pagare multe salate. Per non parlare dei pericoli per l’ambiente e la salute delle persone. Né si può tacere che la questione smaltimento delle scorie radiottive era e resta irrisolta. Inoltre tutta la legge è imbottita di procedure autoritarie fino alla militarizzazione di siti delle centrali. Il governo vuole forzare la mano per favorire gli interessi della lobby nuclearista, guidata in Italia da Enel, che ha ottenuto l’appoggio di Confindustria in cambio della promessa di commesse. Occorre una campagna per far conoscere le nefandezze contenute nella proposta del governo, che vorrebbe imporre all’Italia di bruciare le già magre risorse sull’altare del Moloch nucleare.
Il governo propone una strategia vecchia e arretrata, il nuovo è nelle fonti a energia rinnovabile. è necessario che le Regioni reagiscano subito, entro i 60 giorni previsti per il ricorso alla Corte costituzionale, perché il governo vorrebbe ignorarne i poteri e ruolo. A proposito, la Lega Nord è disponibile a ingoiare anche questa pur di tenere in piedi questo governo? I profili di incostituzionalità sono molti. Per l’articolo 117 della Costituzione le Regioni hanno un potere concorrente con lo Stato in materia energetica e quindi il governo non può decidere da solo. Così in materia di diritto alla salute il governo non può sequestrare i poteri delle Regioni a favore di quel simulacro di Agenzia per la sicurezza che vuole costituire e che così com’è prevista non sarà in grado di garantire assolutamente nulla.
Le Regioni hanno poteri in materia di assetto del territorio e quindi di localizzazione dei siti, del trasporto e della distribuzione dell’energia. Perfino il tentativo di portare le cause di tutta Italia di fronte al Tar del Lazio contrasta con gli articoli 24, 125 e 111 della Costituzione. Le Regioni hanno buoni argomenti per impugnare la legge 99/09 presso la Corte costituzionale per impedire a questo governo di chiacchierare di federalismo e di procedere all’accentramento autoritario dei poteri. Gli elettori ricorderanno e giudicheranno le Regioni alle prossime elezioni del 20/21 marzo 2010.
La legge voluta dal governo per reintrodurre il nucleare in Italia, imposta al parlamento con il voto di fiducia, contro il parere espresso dalle italiane e dagli italiani con il referendum del 1987, è inconstituzionale. Nella fretta l’esecutivo ha fatto approvare un testo di legge raffazzonato il cui carattere distintivo è un atteggiamento accentratore, autoritario e impositivo verso le Regioni e le comunità locali. Comunità locali che spera di convincere a rinunciare a tutelare salute e territorio con il classico piatto di lenticchie. La scelta del governo va contrastata con nettezza per diverse ragioni. Reintrodurre il nucleare in Italia porterebbe non solo a scegliere tecnologie invecchiate ma a impiegare in questa direzione almeno 30 miliardi di euro, cioè impiegando gran parte delle risorse disponibili, che invece potrebbero essere usate per consentire investimenti innovativi e occupazione qualificata nelle fonti energetiche rinnovabili, come indica il piano elaborato da Cgil e Legambiente . Inoltre con il nucleare, che in ogni caso non sarebbe pronto prima del 2020, l’Italia si troverebbe inadempiente di fronte all’Europa che come è noto ha dato l’obiettivo del 20-20-20 e dovrebbe di conseguenza pagare multe salate. Per non parlare dei pericoli per l’ambiente e la salute delle persone. Né si può tacere che la questione smaltimento delle scorie radiottive era e resta irrisolta. Inoltre tutta la legge è imbottita di procedure autoritarie fino alla militarizzazione di siti delle centrali. Il governo vuole forzare la mano per favorire gli interessi della lobby nuclearista, guidata in Italia da Enel, che ha ottenuto l’appoggio di Confindustria in cambio della promessa di commesse. Occorre una campagna per far conoscere le nefandezze contenute nella proposta del governo, che vorrebbe imporre all’Italia di bruciare le già magre risorse sull’altare del Moloch nucleare. Il governo propone una strategia vecchia e arretrata, il nuovo è nelle fonti a energia rinnovabile. è necessario che le Regioni reagiscano subito, entro i 60 giorni previsti per il ricorso alla Corte costituzionale, perché il governo vorrebbe ignorarne i poteri e ruolo. A proposito, la Lega Nord è disponibile a ingoiare anche questa pur di tenere in piedi questo governo? I profili di incostituzionalità sono molti. Per l’articolo 117 della Costituzione le Regioni hanno un potere concorrente con lo Stato in materia energetica e quindi il governo non può decidere da solo. Così in materia di diritto alla salute il governo non può sequestrare i poteri delle Regioni a favore di quel simulacro di Agenzia per la sicurezza che vuole costituire e che così com’è prevista non sarà in grado di garantire assolutamente nulla. Le Regioni hanno poteri in materia di assetto del territorio e quindi di localizzazione dei siti, del trasporto e della distribuzione dell’energia. Perfino il tentativo di portare le cause di tutta Italia di fronte al Tar del Lazio contrasta con gli articoli 24, 125 e 111 della Costituzione. Le Regioni hanno buoni argomenti per impugnare la legge 99/09 presso la Corte costituzionale per impedire a questo governo di chiacchierare di federalismo e di procedere all’accentramento autoritario dei poteri. Gli elettori ricorderanno e giudicheranno le Regioni alle prossime elezioni del 20/21 marzo 2010.
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