Pasticci, extra costi, forzature, ma il nucleare va
- Pubblicato sul quotidiano Terra il 30/06/09 Qualcuno già si illudeva che il frontale di Tremonti sul ddl 1441 ter/b potesse portare ad un accantonamento della scelta del Governo di reintrodurre il nucleare in Italia. La lettera di Tremonti è senza dubbio dura e pesante e in un paese normale il parlamento eviterebbe di approvare norme di legge senza copertura finanziaria, ma chi si è illuso deve ricredersi. Gli impegni presi da Berlusconi con Sarkozy sono cogenti, gli affari relativi enormi e l’Enel guida senza ritegno uno schieramento di lobbies nucleariste (con i soldi pubblici) di tutto rispetto. Tanto è vero che ENEL ed EDF stanno già visitando i siti prescelti per il nucleare, come a Montalto. Con buona pace del sottosegretario Urso che in parlamento ha dichiarato che non ci sono ancora decisioni sulla localizzazione delle centrali nucleari in Italia. O non sapeva, o mentiva al parlamento. Difficile dire cosa è più grave tra le 2 possibilità. Purtroppo nei prossimi giorni la Camera, probabilmente, approverà un testo di legge ulteriormente modificato, che pur dovendo tornare al Senato prelude all’approvazione definitiva della legge che vuole reintrodurre le centrali nucleari in Italia. Questa terribile decisione, presa in spregio al referendum popolare del 1987, viene presa senza una consapevolezza adeguata dell’opinione pubblica circa la portata delle decisioni e delle sue conseguenze. Eppure le scorie (anche quelle vecchie) sono tuttora un problema irrisolto, nel mondo. Eppure l’Agenzia che dovrebbe garantire la sicurezza delle persone e dell’ambiente è inadeguata alle esigenze. Se l’Agenzia italiana delineate nel ddl viene paragonata alla consorella francese, che pure lavora all’interno di una logica nuclearista, c’è da mettersi le mani nei capelli. Eppure le Regioni dovrebbero avere voce in capitolo (art. 117 della Costituzione) e tante hanno già detto no. Eppure le popolazioni e gli Enti locali dovrebbero poter dire la loro opinione, farla valere, mentre il ddl del Governo militarizza tutto e taglia le procedure con la scusa della sicurezza. Perfino alla magistratura amministrativa vengono messi vincoli pesanti. Una sentenza sulle scorie radioattive come quella del TAR del Piemonte a favore delle popolazioni in futuro non sarà più possibile. Almeno ci fosse convenienza economica. Non è così. Smentiscono la convenienza economica studi internazionali (ad es MIT), autorevoli scienziati che ricordano che l’uranio finirà più o meno come il petrolio, salvo fare prima formidabili balzi nei costi. Il principio di precauzione dovrebbe consigliare a tutti prudenza e scegliere invece di investire nelle energie rinnovabili, basta ricordare che nel solare l’Italia ha una modesta percentuale della Germania, che ha meno sole di noi, e che altri paesi hanno in programma investimenti enormi nel settore delle rinnovabili, che portano innovazione e occupazione qualificata. Questo Governo è il peggiore che poteva capitare all’Italia e porterà a scelte costose e pericolose. Certo l’opposizione alla Camera fin qui non è stata granchè. Tutto sommato il Senato si è impegnato di più. Eppure anche alla Camera sono presenti esponenti dell’ambientalismo, perfino qualche obiettore nel PdL. Perché l’hanno presa sottogamba ? Non era un’occasione per mettere a nudo anche l’opaco movimento affaristico che il nucleare porta con sé ? Anche nell’opinione pubblica, che pure sembra restare in maggioranza ostile alla scelta di costruire centrali nucleari, occorre portare con più forza argomenti e mobilitazione, uscire dalla rassegnazione. L’Associazione Si alle energie rinnovabili NO al nucleare è nata per questo, ma dopo l’approvazione (probabile) della legge occorre federare tutti i comitati, movimenti e unirli in una grande battaglia popolare, di massa per bloccare la scelta del Governo che ha la maggioranza nel parlamento ma sul nucleare può essere messo in minoranza nel paese. Alfiero Grandi
Qualcuno già si illudeva che il frontale di Tremonti sul ddl 1441 ter/b potesse portare ad un accantonamento della scelta del Governo di reintrodurre il nucleare in Italia. La lettera di Tremonti è senza dubbio dura e pesante e in un paese normale il parlamento eviterebbe di approvare norme di legge senza copertura finanziaria, ma chi si è illuso deve ricredersi. Gli impegni presi da Berlusconi con Sarkozy sono cogenti, gli affari relativi enormi e l’Enel guida senza ritegno uno schieramento di lobbies nucleariste (con i soldi pubblici) di tutto rispetto. Tanto è vero che ENEL ed EDF stanno già visitando i siti prescelti per il nucleare, come a Montalto. Con buona pace del sottosegretario Urso che in parlamento ha dichiarato che non ci sono ancora decisioni sulla localizzazione delle centrali nucleari in Italia. O non sapeva, o mentiva al parlamento. Difficile dire cosa è più grave tra le 2 possibilità. Purtroppo nei prossimi giorni la Camera, probabilmente, approverà un testo di legge ulteriormente modificato, che pur dovendo tornare al Senato prelude all’approvazione definitiva della legge che vuole reintrodurre le centrali nucleari in Italia. Questa terribile decisione, presa in spregio al referendum popolare del 1987, viene presa senza una consapevolezza adeguata dell’opinione pubblica circa la portata delle decisioni e delle sue conseguenze. Eppure le scorie (anche quelle vecchie) sono tuttora un problema irrisolto, nel mondo. Eppure l’Agenzia che dovrebbe garantire la sicurezza delle persone e dell’ambiente è inadeguata alle esigenze. Se l’Agenzia italiana delineate nel ddl viene paragonata alla consorella francese, che pure lavora all’interno di una logica nuclearista, c’è da mettersi le mani nei capelli. Eppure le Regioni dovrebbero avere voce in capitolo (art. 117 della Costituzione) e tante hanno già detto no. Eppure le popolazioni e gli Enti locali dovrebbero poter dire la loro opinione, farla valere, mentre il ddl del Governo militarizza tutto e taglia le procedure con la scusa della sicurezza. Perfino alla magistratura amministrativa vengono messi vincoli pesanti. Una sentenza sulle scorie radioattive come quella del TAR del Piemonte a favore delle popolazioni in futuro non sarà più possibile. Almeno ci fosse convenienza economica. Non è così. Smentiscono la convenienza economica studi internazionali (ad es MIT), autorevoli scienziati che ricordano che l’uranio finirà più o meno come il petrolio, salvo fare prima formidabili balzi nei costi. Il principio di precauzione dovrebbe consigliare a tutti prudenza e scegliere invece di investire nelle energie rinnovabili, basta ricordare che nel solare l’Italia ha una modesta percentuale della Germania, che ha meno sole di noi, e che altri paesi hanno in programma investimenti enormi nel settore delle rinnovabili, che portano innovazione e occupazione qualificata. Questo Governo è il peggiore che poteva capitare all’Italia e porterà a scelte costose e pericolose. Certo l’opposizione alla Camera fin qui non è stata granchè. Tutto sommato il Senato si è impegnato di più. Eppure anche alla Camera sono presenti esponenti dell’ambientalismo, perfino qualche obiettore nel PdL. Perché l’hanno presa sottogamba ? Non era un’occasione per mettere a nudo anche l’opaco movimento affaristico che il nucleare porta con sé ? Anche nell’opinione pubblica, che pure sembra restare in maggioranza ostile alla scelta di costruire centrali nucleari, occorre portare con più forza argomenti e mobilitazione, uscire dalla rassegnazione. L’Associazione Si alle energie rinnovabili NO al nucleare è nata per questo, ma dopo l’approvazione (probabile) della legge occorre federare tutti i comitati, movimenti e unirli in una grande battaglia popolare, di massa per bloccare la scelta del Governo che ha la maggioranza nel parlamento ma sul nucleare può essere messo in minoranza nel paese. Alfiero Grandi
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