1. Dai dati che si susseguono sull’incremento dell’entrate fiscali, la lotta all’evasione fiscale sembra abbia cominciato a dare qualche risultato, ma non si può abbassare la guardia: come procederà il Governo su questa strada fondamentale per un fisco equo?
Senza dubbio il mutamento c’è e si vede. Aver dichiarato che non ci saranno più condoni fiscali e che la lotta all’evasione e all’elusione fiscale è una priorità del Governo, senza dubbio ha creato un clima nuovo e l’aumento consistente delle entrate lo dice con chiarezza. L’aumento ci ha consentito di considerare maggiori entrate strutturali pari a 5 miliardi di euro. Del resto basa pensare che il gettito dell’IVA è aumentato dell’8%, mentre il miglioramento dell’economia (inflazione compresa) è circa la metà. Questo vuol dire che qualcuno si è convinto che occorre pagare il dovuto perché i rischi di essere pescati sono aumentati di molto. Infatti non c’è un aumento della pressione fiscale ma un allargamento della platea. Con la cosiddetta manovra bis è stato creato un importante sistema di lotta all’evasione: dalle banche dati alla cosiddetta tracciabilità dei pagamenti. Sono state inoltre inserite prime sperimentazioni in materia di contrasto di interessi, come nel caso della detraibilità delle intermediazioni immobiliari. Anche questo porterà a risultati importanti in termini di maggiore equità, di riduzione della concorrenza sleale e di maggiori risorse disponibili da ripartire nei capitoli indicati: risanamento, sviluppo ed equità. Altre misure entreranno in finanziaria e nuove iniziative verranno messe in cantiere. La lotta all’evasione ha raggiunto livelli intollerabili ed è una priorità che durerà 5 anni. In 5 anni si può tentare di portare evasione ed elusione al livello europeo che è più basso rispetto all’Italia di circa 10 punti di PIL.
2. Hai avanzato, a nome del Governo, una serie di proposte che vanno dalla liberalizzazione dell’Irpef alla tassazione sugli immobili, non credi che questo possa sfavorire i cittadini in quanto ciò si aggiunge alle tasse nazionali?
Per quanto riguarda gli immobili, l’operazione a breve è realizzare il decentramento del catasto ai Comuni, per superare le incongruenze inaccettabili tuttora esistenti rispetto alla realtà dei fatti. Oggi abbiamo immobili che sono contigui ma hanno attribuiti, incomprensibilmente, valori diversi. È solo un esempio. Recuperare il non dichiarato e fare un’operazione verità, non è fare pagare di più ma tutti allo stesso modo, con i criteri in vigore attualmente. In un futuro prossimo bisognerà ripensare ai criteri di estimo, al sistema di tariffazione ICI sulla base del principio: pagare tutti per pagare meno. Per quanto riguarda le addizionali e in genere le disponibilità di nuove entrate per Enti locali e Regioni, credo sia giusto prevedere una loro autonomia di decisione in materia di interventi e di entrate per realizzarli. Naturalmente nel discutere il patto di stabilità interno, le grandezze debbono essere tutte indicate per evitare esagerazioni e la consultazione (e il consenso) delle parti sociali su queste grandezze è necessarie ed indispensabile.
3. per i lavoratori dipendenti si ripropone la questione del cuneo fiscale. Chi godrà realmente di una sua eventuale riduzione?
Ormai le grandezze sono indicate: 60% alle imprese e 40% ai lavoratori e ai pensionati. Il merito verrà meglio esaminato, per la parte lavoro, con i sindacati.
4. la riforma delle pensioni è ormai un tormentone? Perché se ne parla ad ogni finanziaria?
Saltata
5. è possibile fare una finanziaria che non sia dettata dai tecnici neoliberisti di Bruxelles?
Resto convinto che il patto di stabilità e crescita va resto effettivamente anche di crescita e che il ruolo della BCE, dovrebbe assomigliare di più alla FED statunitense che è sempre molto attenta ai problemi dello sviluppo. I parametri econometrici possono essere utili e l’Italia non può fare l’errore di isolarsi. Ciò non toglie che occorre andare oltre criteri ragionieristici che in realtà nascondo e preludono a scelte politiche. Le scelte politiche vanno discusse esplicitamente come tali, non sotto le mentite spoglie dei numeri e dei parametri.
6. quale sarà l’approccio che avrete con il sindacato e come ti senti da ex a stare “dall’altra parte”?
Le idee sono le stesse. Diverso è l’approccio per realizzarle. Non è male provare a realizzare, con modestia, alcune delle rivendicazioni sindacali che mi sembrano tuttora giuste come la lotta all’evasione. Aggiungo che la mia esperienza sindacale è stata largamente dominata da problemi di riforma, dal farsi carico di problemi generali e del cambiamento. Penso all’esperienza fatta insieme con Foccillo e tanti altri compagni della UIL per anni. Abbiamo progettato insieme riforme difficili e avanzate, se dal Governo si possono realizzare, perché no?
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