Le pensioni aumentiamole subito anziché far rullare solo i tamburi
Rullano i tamburi sulle pensioni, segno che la campagna elettorale sta arrivando al massimo. E’ sicuramente positivo che siano presi impegni a favore dei pensionati, riconoscendo l’enorme problema sociale legato alla crescente povertà dei pensionati, e anche se l’amplificazione dovuta alla prossima scadenza elettorale va messa in conto, forse qualcosa resterà.
Per quanto riguarda il PD le novità non è tanto nel miglioramento delle pensioni dal prossimo 1° luglio, quanto, piuttosto, nel riconoscimento che l’adeguamento all’inflazione, anche con i miglioramenti apportati dal governo Prodi, non basta a proteggere il potere d’acquisto dei pensionati.
Se il PD decidesse, con l’impegno dei suoi ministri, maggioranza in questo Governo, di fare adottare, con decreto legge, provvedimenti come questo darebbe più credibilità alle sue promesse. L’aumento delle pensioni può essere deciso anche subito, per la semplice ragione che il quadro finanziario dopo le elezioni sarà più o meno quello di oggi. Vale la pena di ricordare che è, tuttora, irrisolto anche il problema degli sgravi fiscali a favore dei lavoratori dipendenti, affermato a chiare lettere nella finanziaria 2008. Per quanto riguarda il centro destra si può parlare di autentiche stranezze. Cosa vuol dire adeguare le pensioni al caro vita? Si sta parlando di inflazione? Se è così, l’adeguamento c’è già. Oppure parlano di adeguamento all’aumento della ricchezza nazionale? E poi perché solo fino a 1000 euro? Le altre pensioni finirebbero per diventare tutte minime?
Per la sinistra-arcobaleno ci sono, invece, dalla campagna elettorale due riconoscimenti indiretti: il primo, affrontato dalla sinistra quando altri non ne parlavano, è che i redditi da pensione e da lavoro debbono essere rivalutati perchè la loro inadeguatezza è una delle cause dell’insufficiente sviluppo dell’Italia e la loro compressione è un vincolo negativo per tutta l’economia.
Il secondo, che la sinistra-arcobaleno ha posto con forza nel suo programma, riguarda l’esigenza di avere meccanismi di tutela dei salari e delle retribuzioni che non dipendano solo da futuri aumenti di produttività, ma che intervengano sulla distribuzione del reddito attuale, riconoscendo che le pensioni, e i salari, non possono recuperare solo l’inflazione, tanto meno quando è anche inferiore a quella reale.
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