Intervento su Liberazione dell'11 marzo 2007
I dati forniti, in conferenza stampa, dal viceministro Visco si possono considerare, in merito alle entrate fiscali, molto significativi, perché dimostrano con chiarezza che, nel 2007, le entrate dovute alla lotta all’evasione, voluta dal governo ci sono e sono molto consistenti. Tuttavia, la lettura che è stata fatta dei dati forniti, complice la cattiva abitudine di parlare di tesoretto, contiene valutazioni imprecise che potrebbero portare a conclusioni sbagliate, del tipo ci sono vari tesoretti da distribuire. E’ certo che alla fine dello scorso anno è stato realizzato un extragettito fiscale e, infatti, il deficit del bilancio dello Stato, certificato dall’Istat, è stato dell’1,9%, nonostante gli interventi previsti dal decreto legge che ha accompagnato la finanziaria 2008, e che, contabilmente, si colloca nel 2007, mentre la finanziaria vera e propria, ovviamente, è contabilizzata nel 2008.
Ciò che si può dire oggi, con qualche rammarico, è che se si fosse mantenuto effettivamente l’obiettivo di deficit 2007, previsto al 2,3/2,4%, alla fine di settembre si sarebbero rese disponibili, risorse, da contabilizzare sempre nel 2007, per 0,3/0,4 punti di Pil, circa 5 miliardi di euro, da utilizzare immediatamente per realizzare una riduzione fiscale a favore dei lavoratori dipendenti. La stessa riduzione che, invece, la finanziaria 2008 prevede per quest’anno, e a condizione che ci sia un extragettito fiscale. Quindi, si può parlare di occasione perduta, quando, nel 2007, si è verificato uno spazio finanziario per un primo intervento a favore dei lavoratori. Non averlo fatto e rimandandolo al 2008, come la finanziaria impegna a fare, ha certamente accresciuto l’impressione di una politica dei due tempi, dove il primo, ovviamente, è rappresentato dalla riduzione del debito pubblico a cui sono state destinate le entrate fiscali aggiuntive. Quei soldi sono finiti a maggiore riduzione del deficit corrente (cosa che sembrano non capire coloro che insistono per una manovra ancora più dura di riduzione del debito), e qualunque sia il giudizio sull’operazione, il mio è critico, ma ormai sono risorse non utilizzabili, perché già contabilizzate nel 2007.
Detto questo non tutto è perduto perché se i conti delle entrate nei primi due mesi del 2008 confermeranno le sensazioni e le previsioni, tra qualche giorno lo sapremo, che esiste un extragettito fiscale, malgrado il rallentamento economico, un intervento è ancora possibile e in tempi rapidi. Le entrate di gennaio sono andato oltre il 9 per cento e quelle di febbraio saranno probabilmente un po’ meno positive, ma la media dei primi due mesi dovrebbe essere vicina al 9 per cento, cioè sopra le previsioni e quindi ci sarà extragettito. Di quanto è presto per dirlo, ma si può supporre che lo spazio possa essere più o meno l’anticipo di versamento dei concessionari,
a cui il Governo, dopo molti anni, ha rinunciato con il milleproroghe. Parliamo di una cifra che si aggira sui 4,3 miliardi di euro, cui vanno aggiunte anticipazioni di pagamenti per oltre un miliardo di euro.
Se l’impegno a ridurre le spese sarà stato realizzato e non sarà peggiorata l’esigenza di usare maggiori entrate per far fronte a spese superiori al previsto e se le entrate continuano con questo ritmo, avendo una elasticità di 1,5-1,6, un extragettito ci sarà e a quel punto il Governo ha l’obbligo di fare una proposta precisa al centro destra (predisporre il testo di un decreto legge) e starà all’opposizione decidere se continuare a promettere mirabolanti riduzioni fiscali in campagna elettorale salvo bocciare l’unica proposta concreta, immediata e realmente possibile.
Se il centro destra dovesse impedire la manovra, gli elettori lo ricorderanno.
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