Con 4,5 mld si possono ridurre di 600 euro le tasse ai lavoratori
pubblicato su www.rossodisera.info
Il voto del Senato sull’Odg della Sinistra-Arcobaleno fa fare un passo avanti importante alla riduzione fiscale dei redditi da lavoro dipendente. Come è noto la finanziaria 2008 ha previsto che il gettito fiscale 2008, se maggiore di quanto scritto nei documenti di bilancio, venga ridistribuito ai lavoratori dipendenti sotto forma di sgravi fiscali, nella convinzione che, nel 2008, il gettito fiscale, grazie ai risultati della lotta all’evasione, continuerà ad essere maggiore di quanto previsto, ed è ragionevole che questo avvenga anche in presenza del rallentamento economico in atto, in quanto il gettito fiscale cresce da quasi 2 anni con una rilevante autonomia dalla crescita economica, proprio perché è in buona parte recupero di evasione. Quindi, anche se l’economia peggiora il gettito fiscale continuerà ad essere buono, almeno fino a quando non arrivassero (speriamo di no) segnali dal quadro politico che si torna al liberi tutti che ha caratterizzato la politica del centro destra, il cui pilastro sono stati i condoni fiscali a go go. Qualche giorno ancora poi avremo a disposizione i conti delle entrate fiscali a tutto febbraio e l’Istat sta per fornire i dati ufficiali sui conti pubblici 2007. Su questa base si potrà decidere, conti alla mano, quanto potrà essere la riduzione fiscale a favore dei lavoratori dipendenti e sono pronto a scommettere che uno spazio ci sarà. Del resto a conti fatti per concedere 600 euro di riduzione fiscale ai lavoratori a più basso reddito e riducendo l’intervento a scalare fino alla soglia dei 55.000 euro, che è la soglia di reddito annuo in cui la detrazione per i lavoratori dipendenti si annulla, basterebbe avere a disposizione circa 4,5 miliardi di euro. Se questa fosse la dimensione possibile dell’intervento di riduzione fiscale per i lavoratori il risultato sarebbe non solo quello di migliorare il reddito di chi lavora, obiettivo che ha ottenuto tanti riconoscimenti nell’ultimo periodo, ma anche di dare fiato alla domanda interna che è in caduta libera e forse di dare un po’ di fiducia al paese che in questo momento è in evidente sofferenza. L’obiezione che viene da qualche esponente del centro destra è che la farà il prossimo governo, nel presupposto di una vittoria del centro destra. Questa però è polemica a basso costo. In realtà il centro destra non ha fatto le barricate contro l’Odg del Senato e anche una dichiarazione dello stesso tenore, che ho avuto modo di fare nella Commissione Finanze del Senato non ha avuto le stesse reazioni. La ragione è semplice: il centro destra ha contrastato quasi tutto ma non ha mai votato contro riduzioni fiscali, magari le ha criticate ma poi le ha accettate. Per questo non mi farei impressionare da qualche ringhio più o meno forte. Il governo deve procedere assumendosi fino in fondo la responsabilità di fare una proposta, stilando una bozza di decreto legge, ovviamente sulla base dei conti che saranno disponibili tra qualche giorno. Poi deve sottoporre il testo a Berlusconi, ricordando che già con l’Election day qualcuno nel centro destra aveva minacciato sfracelli, salvo che il “capo” ha capito che dire no avrebbe messo il centro destra in una posizione scomoda e a quel punto ha dato il suo Ok. Berlusconi è un avversario, ma è in grado di comprendere meglio di altri che se il governo fa una proposta precisa di riduzione fiscale a favore dei lavoratori e il centro destra la rifiuta, anziché proporre eventuali modifiche, otterrebbe il risultato di regalare alla vecchia maggioranza un’arma propagandistica formidabile. Continuo a pensare che finchè non c’è una proposta precisa in campo un po’ di chiacchiere le possono fare tutti, se invece verrà avanzata una proposta precisa lo scenario cambierà totalmente e il centro destra presumibilmente tratterà le caratteristiche dell’intervento. Troppo ottimismo? Provare per credere. Del resto il governo, con la finanziaria 2008, ha assunto un impegno a favore dei lavoratori ed è normale che cerchi di mantenerlo. Se qualcun altro si vuole assumere di fronte al paese la responsabilità di bloccare tutto, pur sapendo che questo è il momento migliore per intervenire, e che il nuovo esecutivo – bene che vada – potrà affrontare il problema a giugno, lo faccia pure ma dovrà risponderne all’elettorato e francamente non credo che persone abili nel mestiere dell’immagine lo faranno. L’iniziativa, quindi, è tutta nelle mani del governo, senza farsi distrarre dalla propaganda a basso prezzo, e poiché c’è un ramo del Parlamento che lo chiede e la situazione oggettiva del paese ne ha bisogno non si vede perché esitare. Non è una forzatura è un atto di giustizia verso chi oggi è più in difficoltà.
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