Nell'interesse del Paese l'intervento sull'extragettito va fatto il prima possibile perchè le risorse esistono. l'impegno politico contenuto nella legge finanziaria è chiarissimo e, per di più, è stato il frutto di una votazione unanime di tutto il Governo.
La discussione sul cosiddetto extragettito fiscale sta assumendo dei toni stravaganti. Nel 2007, più volte, le previsioni sul gettito fiscale sono state riviste al rialzo, fino ad arrivare a un totale di oltre 20 miliardi di euro. Questo importo è stato considerato il risultato di iniziative che, sostanzialmente, hanno allargato la base imponibile, e non come un aumento della pressione fiscale. Il 2007, inoltre, avrebbe già dovuto portare a una prima riduzione fiscale, ma l'aumento delle tasse comunali e di quelle regionali ha finito con il "mangiarsi" parte della riduzione prevista dalla finanziaria, abbassando l'asticella dei benefici da 40.000 euro lordi, per chi, come era previsto, ha familiari a carico, a 25-30.000 euro. A questo fattore si è aggiunto, rendendo il beneficio ancora meno avvertibile, l'aumento dell'inflazione, purtroppo in crescita, che ha finito con il creare le tensioni tipiche da drenaggio fiscale sul reddito reale. La norma inserita nella finanziaria 2008 prevede, e non a caso, che, questo anno, la riduzione fiscale, resa possibile sulla base dell'extragettito fiscale che si verrà a creare nel corso del 2008 sia destinata ai lavoratori dipendenti e assimilati, come i co.co.co, attraverso la precisa modalità della detrazione fiscale. Non potendo affrontare tutto, occorreva almeno concentrare l'intervento di riduzione fiscale sui lavoratori dipendenti che, nel 2007, avevano avuto una promessa di avvio di riduzione del peso del fisco che si è rivelato del tutto marginale. In altre parole, quella diminuzione che, nel 2007, non è stata avviata in maniera adeguata, veniva ripresa nella nuova finanziaria 2008 con modalità abbastanza precise: fondo per i lavoratori dipendenti costituito ad hoc, maggiori riduzioni fiscali per i soli lavoratori, ecc.
L'impegno politico contenuto nella legge finanziaria è chiarissimo e inequivocabile e, per di più, la sua approvazione non sarebbe stata possibile se, ad un certo punto, l'impegno non fosse diventato di tutto il Governo, nella sua interezza. Quindi, la volontà politica era precedente, la realizzazione si era rivelata inadeguata e per questo era necessario prendere con i lavoratori un impegno ben più solido e la finanziaria 2008 ha fatto questo.
Ora resta la questione se un intervento è effettivamente possibile. Non ci si può svegliare, a finanziaria approvata, chiedendo di utilizzare risorse già destinate e sancite con il voto di approvazione da parte del Parlamento. Diverso è, naturalmente, osservare che le risorse potevano essere diversamente e forse meglio concentrate, ma era una discussione da fare durante l'iter di approvazione, non dopo. Una volta approvata la finanziaria l'unica possibilità è lavorare al meglio per attuarla, cioè creare le condizioni per ridurre la tassazione dei lavoratori, come stabilito, nel corso del 2008, tanto più che i conti del 2007 sono migliori del previsto, lo ha ricordato Prodi a fine anno annunciando un deficit al 2%, malgrado le maggiori spese previste da ripetuti decreti legge che hanno complessivamente ridistribuito o impegnato in investimenti oltre un punto di Pil. Si pensava ad un deficit 2.3/2.4%, e invece si è arrivati al 2%. Si può discutere se è stata la scelta migliore o se sarebbe stato preferibile spendere, a favore dei lavoratori, qualcosa di più nel 2007 lasciando il deficit al livello previsto. L'influenza keynesiana mi porta a pensare che forse era meglio usare 4-5 miliardi di euro per interventi sociali urgenti anziché destinarli a migliorare ulteriormente i conti, ma questa è ormai una discussione retrospettiva. I fatti sono che il deficit nel 2007 è calato al 2% e la definizione dei conti che è in corso potrebbe riservarci perfino qualche sorpresa ulteriore. Almeno questo renderà più agevole arrivare all'1,8% previsto nel 2008. Per capire bene occorre ricordare che con il decreto "milleproroghe" non è stato chiesto ai concessionari della riscossione di anticipare oltre 4 miliardi, che in realtà incasseranno nel 2008, operazione tecnica tipica di imbellettamento dei conti che nel 2007 non è stata necessaria. Quindi deficit pubblico al 2% senza fatica e forse, chissà, qualcosa sotto. Non risulta, per rispondere ad un articolo disinformato, che siano state fatte dilazioni nei pagamenti, se rapportate all'anno precedente, semmai sono state fatte anticipazioni che possono avere peggiorato la prima impressione sui conti. Quindi Annibale non è alle porte dei conti pubblici italiani, come del resto ormai riconoscono tutti gli arcigni giudici che nei mesi scorsi non hanno mancato di fare le pulci al nostro Paese, e spesso in modo non fondato. Resta da verificare come sta andando il 2008. Sul piano delle spese almeno in linea con le previsioni. Sul piano delle entrate fiscali, ancora una volta, meglio delle previsioni. A gennaio le entrate sono aumentate oltre il 9 %, e non credo che febbraio deluderà le aspettative. La ragione è semplice: le misure contro evasione ed elusione stanno entrando in funzione progressivamente e, ottengono buoni risultati. Si pensi all'aumento dei controlli previsti dai piani delle Entrate che verranno ulteriormente rafforzati dopo le assunzioni previste a questo scopo dalla finanziaria 2008. Perché non dovrebbe esserci extragettito? Un altro conto è dire vediamo i conti. L'extragettito può essere più o meno ampio. Anche se sono convinto che non sarà irrilevante. In ogni caso con la prossima trimestrale sapremo tutto del 2007, e dei primi 2 mesi di entrate. L'extragettito eventuale comincerà a delinearsi. Nelle condizioni politiche attuali nessuno può pensare di spendersi l'extragettito di fine anno. Tuttavia, quello che la trimestrale è in grado di delineare si potrebbe utilizzare come acconto su una manovra più completa che il prossimo Governo e il prossimo Parlamento potranno fare con più calma, più avanti. Perché ora? Perché le iniziative anticicliche è bene farle quando sono necessarie, dopo la loro efficacia non è paragonabile. Intervenire fiscalmente a favore dei redditi da lavoro è stato chiesto da Confindustria, ritenuto utile dalla Banca d'Italia, auspicato da sedi internazionali, tutti riconoscono che chi lavora ha bisogno di un sostegno. Certo l'intervento fiscale non è in grado di sostituire i contratti, ma aiuta, comunque, a migliorare il reddito da lavoro. ¬¬I lavoratori fanno fatica a tirare avanti e l'economia nazionale sta rallentando ora, e allora occorre rianimarla da subito, a fine anno potrebbe essere troppo tardi perché con gli stessi importi gli effetti anticlici potrebbero essere inferiori e tardivi, se non, addirittura, forse nulli. Quindi, le premesse ci sono e questo è il momento, le quantità vanno viste meglio con i conti tra qualche settimana. Per questo l'emendamento preparato dalla sinistra arcobaleno prepara il meccanismo attuativo della finanziaria 2008 affidando ai conti della trimestrale di indicare lo spazio finanziario esistente, ma impegnando alla sua attuazione in tempi certi. La costituzione del nuovo governo non ci sarà prima di metà maggio e a quel punto sarà facile chiedere di vedere meglio i conti di giugno e rinviare tutto alla prossima finanziaria e, forse, non farne nulla perchè nel frattempo mancherà quel di più allo sviluppo che potrebbe dare un intervento di questo tipo, evitando l'avvitamento nella fascia peggiore del trend economico. L'interesse dei lavoratori e del Paese dice che l'intervento va fatto ora, almeno ora. Se non si farà la situazione peggiorerà e la disillusione crescerà. Perché l'opposizione dovrebbe opporsi? Non risulta che abbia mai votato contro riduzioni fiscali, le ha criticate, come da ultimo per Ici e affitti prima casa, ma è sempre stata attenta a non intestarsi il no a riduzioni fiscali. Perché dovrebbe farsi del male proprio ora?
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