Tre “grandi” capitoli per una finanziaria di svolta
Il testo della finanziaria 2008 è, ormai, stabilizzato. Si può solo approvarlo o respingerlo e l’auspicio è, ovviamente, che venga approvato con il voto di fiducia alla Camera e, successivamente, al Senato. Con un testo così ampio, e ad accrescerlo hanno contribuito prima il Senato, poi la Camera, è sempre difficile fare una sintesi. Questo pone un problema politico non nuovo, ma tuttora irrisolto: l’esigenza di interrompere la serie delle finanziarie-monstre, vale a dire troppo ampie, e appesantite da micro-norme e micro-interventi. Se si vuole far capire al paese come si intende caratterizzare la politica economica per l’anno successivo, è necessario che la finanziaria, in futuro, venga ristretta alle scelte di fondo, escludendo le normative e lasciando ad atti successivi l’attuazione degli interventi “minori”. Non so se l’immagine che De Rita dà dell’Italia, come di una società atomizzata sia del tutto giusta, forse la situazione reale è un po’ più complicata, tuttavia, è certo che se le sedi di responsabilità politica vogliono contribuire a riunificare il paese e a dargli un indirizzo, un orizzonte per il futuro, debbono sforzarsi di indicare con chiarezza gli elementi di fondo, evitando sparpagliamenti. In questa finanziaria i due aspetti coesistono, ma per delineare quelli di fondo occorre “estrarli” da un insieme troppo ampio, non sempre, facilmente, comprensibile a tutti e che a volte mette in difficoltà perfino gli addetti ai lavori. Questo è un problema politico serio, perché alle difficoltà del Governo si sommano le difficoltà del Parlamento. Tornando, però, al merito, vedo questi grandi capitoli da valorizzare perché la finanziaria segna indubbiamente una novità, una svolta. Forte di un’impostazione precedente che, dal maggio 2006, ha già messo in sicurezza i conti pubblici e quindi garantisce il risanamento, ora la finanziaria 2008 ridistribuisce risorse, rafforzando misure che già in questo anno sono entrate in vigore, come gli interventi per gli incapienti e le pensioni basse per circa 4 miliardi di euro. Ci sono per il 2008 tre grandi blocchi sui quali si interviene. Il primo è la casa dove si sommano la riduzione ICI per la casa di abitazione, la detrazione per chi ha la prima casa in affitto, le misure a favore dei giovani che vogliono rendersi autonomi e gli interventi per riprendere una partecipazione pubblica, che manca da anni, che sia in grado di offrire case in affitto a prezzi accessibili a chi ha redditi troppo bassi in relazione agli attuali prezzi di mercato. Nell’insieme la manovra 2008 impegna oltre due miliardi di euro per la casa, in gran parte di riduzione della pressione fiscale. Il secondo blocco è rivolto alle imprese e segue idealmente la riduzione del cuneo fiscale, già entrato in vigore. La riduzione dell’aliquota IRES al 27,5 per cento viene autofinanziata dal sistema delle imprese e con le modifiche della Camera, che si aggiungono a quelle introdotte dal Senato, è ormai certo che in questo ambito le piccole e medie imprese saranno avvantaggiate e spinte a investire i loro profitti nell’impresa. Inoltre, per un milione di aziende, considerate marginali, tutto sarà più semplice e conveniente. Il terzo blocco riguarda i lavoratori, e le misure sono di diverso tipo. C’è, ad esempio, il credito di imposta, inserito al Senato, che punta a favorire nuove assunzioni a tempo indeterminato nel Sud, con un’attenzione particolare al lavoro femminile. Oppure, le riduzioni fiscali già decise, per circa mezzo miliardo di euro,a favore dei lavoratori dipendenti, con in più l’impegno a utilizzare l’extragettito fiscale 2008 per la riduzione della tassazione sui lavoratori dipendenti. Scommetto – personalmente - che nel 2008 ci sarà un extragettito che potrà confluire nel fondo istituito dalla Camera per favorire questa ridistribuzione fiscale. L’extragettito è molto probabile perchè parte delle misure per la lotta all’evasione e all’elusione, stanno entrando in vigore proprio ora e gli effetti si vedranno meglio in futuro. La Camera ha anche aggiunto interventi per le famiglie numerose, che si sommano a quelli, socialmente importanti, a favore di vari settori deboli della società. Nella manovra per il 2008 ci sono novità in materia di ricerca ed università, anche se le esigenze sono maggiori delle novità, ma il cono d’ombra del 2007 sembra allontanarsi grazie alle prime misure che dovrebbero in futuro diventare il primo nucleo di una scelta forte in materia di scuola, università e ricerca, per portare l’Italia ad essere più competitiva nel sapere, oltre che nelle merci. Sono previsti investimenti in vari settori, così come c’è il finanziamento del protocollo sul welfare. Anzi, c’è qualcosa di più, perché la Camera ha introdotto una norma che avvia gli “ammortizzatori sociali” anche per CO.CO.CO. e CO.CO.PRO. Ci sono poi altre scelte politiche di rilievo, come un forte intervento per ridurre i costi della politica, i costi del funzionamento della pubblica amministrazione e delle istituzioni, mettere un tetto e dare trasparenza alle retribuzioni dei dirigenti pubblici, da tempo fuori controllo e non sempre congrue. Queste riduzioni hanno tra l’altro, consentito di evitare che nel 2008 tornassero i ticket sanitari. Aggiungo che anche la class action, o azione collettiva, è una novità importante perché aiuta i cittadini a mettersi insieme per difendersi meglio dalle truffe, dallo strapotere di troppe aziende di servizi. Contro l’introduzione di questa novità ci sono state forti resistenze. Purtroppo, Confindustria si è collocata in un fronte conservatore e tuttavia, ormai è certo, la class action, diventerà legge dello Stato con una procedura convincente: il Senato ha introdotto la norma e la Camera l’ha perfezionata, senza stravolgerla. C’è poi un pacchetto di misure ambientali importanti che vanno dalla conferma della detrazione al 55 per cento delle spese per ristrutturazioni edilizie ad alta qualità ambientale, fino ad interventi che in vario modo investono sull’ambiente, a cominciaredalla riduzione di emissioni di CO2. Cito per tutte la proposta di alimentare, con decisioni volontarie, un fondo per l’ambiente attraverso il pagamento di un centesimo in più per ogni litro di benzina e gasolio, riprendendo una felice intuizione che ha permesso, in altri paesi, di lasciar camminare in avanti le avanguardie ambientali più sensibili che oggi hanno dimensione di massa. Di rilievo gli interventi per impedire il riformarsi di precariato nella pubblica amministrazione e, nello stesso tempo, dare risposte ai lavoratori precari, anche se, purtroppo, non a tutti, e agli LSU, anche l’impegno di assumere quasi tutti gli idonei all’Agenzia delle Entrate e all’Agenzia delle Dogane è importante per rafforzare l’apparato di controllo e lotta all’evasione. Vale la pena ricordare l’articolo introdotto alla Camera, che consente al Governo di intervenire per ridurre i prezzi al consumo dei prodotti petroliferi con il fine di calmierare il mercato. Il trasporto pubblico locale è finanziato con modalità che dovrebbero evitare in futuro l’ansia di trovare ogni anno, ex novo, risorse. Con gli Enti locali e le Regioni il patto di stabilità interno risulta meno severo di prima, e questo dovrebbe consentire qualche spazio di manovra in più, in particolare ai Comuni, a favore dei quali, sta procedendo il decentramento dei poteri in materia di catasto. Sostegno alla produzione cinematografica italiana, interventi per alleggerire l’aumento del costo dei mutui a tasso variabile per le famiglie, misure per il controllo dei prezzi e per scoraggiare le speculazioni, interventi in materia di sicurezza. Questo è un tentativo di sintesi della finanziaria 2008, una manovra che non toglie e invece da, e non è poco. Detto questo, non tutto è a posto, ci sono scelte appena accennate, come quella sulla restituzione fiscale ai lavoratori dipendenti, o l’apertura di una fase nuova in materia di scuola, università, ricerca. Soprattutto, resta una sproporzione tra l’esigenza di maggiore equità e giustizia o di scelte più forti per l’ambiente e le risorse oggi disponibili. Per fare crescere le risorse occorre che cresca il paese, la sua competitività. Per fare crescere la competitività occorre una forte valorizzazione del lavoro, degli investimenti e anche un sistema di imprese, meno alla ricerca di sconti e più impegnato a scommettere sul futuro e su un patto positivo con il lavoro, a partire dalla crescita dei salari. Scelta ormai inderogabile. Per reggere le sfide di questa fase il Governo e la maggioranza, debbono riprogettare insieme le priorità. La questione non è cosa manca o non è sufficiente nella finanziaria 2008, anche se c’è pure questo, ma occorre, soprattutto, farsi carico di delineare una proposta forte che ridia fiducia, al paese, nel futuro, partendo da quello che c’è nella finanziaria, ma senza accontentarsi. Parlare al paese, parlare di futuro, scegliere con nettezza. Scegliere ad esempio di tassare tutte le rendite finanziarie almeno con un’aliquota unica al 20% per rendere meno conveniente un uso solo finanziario della ricchezza e riequilibrare il prelievo tra i redditi. Questo richiede un di più di quanto c’è oggi, e questo di più è la capacità di rimotivare la coalizione di centro sinistra, di ridare senso all’azione di Governo. Evitare slabbrature o una crisi di Governo è un’azione importante, ma per evitare un logoramento progressivo, occorre un colpo d’ala e la Sinistra/Arcobaleno deve contribuire in modo decisivo a darlo.
Egregio Sottosegratario Grandi, a nome del Comitato Idonei Agenzia delle entrate La ringrazio per l'impegno profuso nel garantire l'assunzione degli idonei dei concorsi già conclusi.
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Giuseppe
inviato il 14/12/2007 @ 19:46:40
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