Procede al Senato il lavoro sulla legge finanziaria 2008, mentre, l’anno scorso, la Commissione bilancio non riuscì a terminare l’esame della finanziaria che arrivò all’Aula sotto forma di maxiemendamento per il voto di fiducia. Quest’anno la commissione ha terminato i lavori equesto consente regolarità e trasparenza. Non a caso alcuni articoli sono giù stati approvati con un voto che, per ora, ha premiato Governo e maggioranza e ha smentito i profeti di sventura che da settimane prevedono la crisi. Potrà succedere che in qualche occasione il voto riservi sorprese, questo non si può escludere, ma sempre le leggi escono con voti che ne modificano parti più o meno importanti. Naturalmente, questo non esenta certo la maggioranza dall’impegnarsi a evitare incidenti e le condizioni ci sono tutte, perché il lavoro fatto in commissione, presente il Governo, consente di guardare con fiducia all’approvazione definitiva della legge finanziaria 2008, evitando, così, il voto di fiducia. Fermo restando che, se l’opposizione non dovesse resistere alla tentazione di fare ostruzionismo, il Governo sarebbe del tutto legittimato al voto di fiducia, in quanto c’è un testo approvato dalla commissione bilancio, che il Governo si è impegnato ad adottare, in tutti gli scenari possibili. Del resto c’è una ragione di fondo che fa capire le difficoltà dell’opposizione, non del Governo, come cerca di accreditare una campagna strumentalmente ben orchestrata. La difficoltà dell’opposizione sta nel fatto che questa manovra economica e finanziaria, di cui la finanziaria 2008 vera e propria è parte, rappresenta una svolta rispetto a quella precedente. La finanziaria 2007 e altri provvedimenti, hanno messo i conti in ordine, realizzando uno scenario di risanamento e di controllo del deficit in poco tempo. La finanziaria 2008 partendo da questo risultato, invece, realizza una prima riduzione della pressione fiscale, il cui capitolo principale è la riduzione fiscale sulla prima casa, in proprietà e in affitto, e impegna ingenti risorse per rimettere in moto l’economia e contemporaneamente garantire interventi economici e sociali importanti. Sottolineo alcune misure contenute nella manovra: il primo è l’impegno ad utilizzare l’extragettito 2008 (ed è molto probabile che il prossimo anno ci saranno entrate fiscali superiori alle previsioni), per la riduzione del carico fiscale dei lavoratori dipendenti. È un impegno rilevante. Per fare un esempio, lo stesso impegno preso con la finanziaria 2007, ha portato a oltre 4 miliardi di euro di interventi a favore dei redditi più bassi e degli incapienti. Se nel 2008 ci saranno risorse paragonabili per entità, si potranno fare interventi importanti a favore dei lavoratori dipendenti. Del resto che ci sia una questione salariale è talmente ovvio ed evidente che perfino Confindustria lo ammette e il Governatore Draghi lo certifica. Quindi, il Governo e il Parlamento non potevano non porsi il problema. Il dato importante è che per il prossimo anno c’è un impegno a favore dei lavoratori dipendenti. Tra le tante, cito altre due misure. La prima è la decisione di riservare al Mezzogiorno una misura di incentivazione rilevante che potrebbe consentire, nel 2008 quasi 50.000 nuove assunzioni a tempo indeterminato in particolare di lavoratrici. La seconda è l’impegno a ridurre i costi della politica, i costi troppo dilatati delle sedi istituzionali e a mettere sotto controllo le retribuzioni del vasto mondo della dirigenza pubblica. Del resto, senza queste misure, non sarebbe stato possibile eliminare anche nel 2008 il ticket per la diagnostica. Quindi, l’opposizione, che fatica a respingere misure positive, si sta trincerando dietro una stanca polemica sulla presunta mancata copertura dei conti. I conti sono in ordine, la finanziaria 2008 è (con un giro di parole) finanziata senza ombra di dubbio. Il resto è fumo per nascondere la pochezza di argomenti.
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