intervista di Cristina Sanna per Roma Giovani 13 luglio 2007
On.le Grandi, ci potrebbe illustrare lo spirito dell'iniziativa "un pc per i Co.Co.Co"? Co.Co.Co. e Co.Co.Pro. sono lavoratori che hanno, riferiti a altri, condizioni di maggiori difficoltà e minore potere contrattuale. Sono, in larga misura, un soggetto debole del mercato del lavoro. Per questo motivo, il governo si è posto il problema di migliorarne la tutela e, in occasione dell'approvazione della legge finanziaria per il 2007, ha proposto questa norma, con l'obiettivo di affrontare un aspetto, senza la pretesa di risolvere tutto. La norma è stata pensata per aiutare questa categoria di lavoratori che, contrariamente a altri che si trovano a lavorare con i mezzi messi a disposizione dai datori di lavoro, devono dotarsi degli strumenti necessari per lavorare, e allora si è proposto di dare loro un contributo ad acquistarli a condizioni più convenienti. In questo caso, la maggioranza dei Co.Co.Co. e dei Co.Co.Pro. compra direttamente gli strumenti di lavoro e, in particolare, il computer, con il corredo di altre dotazioni informatiche, che rappresenta oggi, in generale, il mezzo maggiormente in uso. Questi 10 milioni di euro sono, quindi, a disposizione dei lavoratori Co.Co.Co. e Co.Co.Pro. per l'acquisto degli strumenti di cui hanno bisogno quotidianamente per lavorare.
Lo stanziamento previsto per il finanziamento del progetto è pari a 10 milioni di euro. Ci indica in quale percentuale tale offerta riuscirà a soddisfare la domanda? Con 10 milioni di euro si può dare, per ogni computer acquistato, un contributo di 200 euro e, quindi, consentire a quasi 50 mila giovani lavoratori di accedere al contributo. Poiché in sede di avvio il contributo è stato limitato a coloro che non hanno superato il venticinquesimo anno di età, la platea che ha la possibilità di usufruire del contributo è costituita da poco meno di 200 mila persone. La ragione dell'inserimento del limite di età è dovuta all'ammontare delle risorse, che non sono tantissime, quindi si è scelto di cominciare da chi, probabilmente, inizia il suo percorso lavorativo.
Il decreto di attuazione dell'iniziativa prevede un monitoraggio sull'andamento dell'intervento, con un primo accertamento nel mese di settembre sulle effettive disponibilità residue del Fondo. In tale fase di controllo e sulla base della percentuale di adesione alla proposta da parte dei giovani, si potrebbe ipotizzare una correzione del bando in direzione di un eventuale innalzamento di età degli aventi diritto o di un'estensione di risorse del fondo?
E' esatto, l'andamento dell'utilizzo del contributo e di conseguenza lo svuotamento del
Fondo è soggetto a monitoraggio continuo, con la verifica, al 30 settembre, delle residue disponibilità. Se per quella data dovessero esserci disponibilità di risorse è possibile pensare all'allargamento della platea, elevando il requisito dell'età.
Nel corso della sua carriera politica e professionale lei è stato sempre molto attento ai temi riguardanti gli incentivi sulla occupazione e, tra l'altro, nel Decreto di Programmazione Economica e Finanziaria (DPEF), approvato lo scorso 28 giugno dal Consiglio dei Ministri, sono previste importanti misure a favore dei giovani. Potrebbe spiegare ai nostri lettori concretamente in cosa consistono?
Anzitutto diminuire, in modo significativo, la precarietà e, poi, estendere i diritti sociali essenziali. Sottolineo, in particolare, l'impegno a arrivare alla piena "totalizzazione dei contributi" e, quindi, dei periodi pensionistici. In termini più semplici, con
la legge Maroni si è reso impossibile sommare periodi contributivi e, quindi pensione futura, a chi non versa almeno sei anni nello stesso fondo pensioni. Questa è un'autentica fregatura e riguarda, soprattutto, i giovani. Ai miei occhi è peggio dello scalone, e sono contento che l'impegno a superare questa trappola, ai danni di chi lavora nelle condizioni di maggiore debolezza, venga superata. Sono, particolarmente, contento che questo impegno sia stato scritto a chiare lettere nella parte di accordo, tra governo e sindacati, già siglato.