Intervista di Gian Maria De Francesco per il Giornale
Grandi (Sd): «L'obiettivo non è aumentare le tasse ma finora la valutazione degli immobili era legata a troppi elementi di casualità» La minaccia centrista: non posso impedire né alla Margherita né a Mastella di cercare visibilità politica
Sottosegretario Grandi, le organizzazioni del mondo immobiliare, Confedilizia in primis, sono contrarie alla riforma del catasto perché temono aumenti dell'Ici.
«Non voglio fare polemiche con le associazioni, ma è partita la ola delle conseguenze negative. Non è la prima volta: è successo anche quando si è trattato il decentramento del catasto ai Comuni».
E la revisione degli estimi?
«Oggi la valutazione degli immobili ha elementi di casualità fortissimi. Di qui il passaggio al metro quadro come parametro temperato da altri indicatori come vetustà e collocazione geografica».
In questo modo il valore degli edifìci diventa maggiore e l'Ici aumenta.
«È stata prevista una riduzione dell'aliquota proporzionale al valore dell'immobile. L'obiettivo non è aumentare le tasse. Il 2008 non può essere l'anno in cui si fa tutto, ma l'orientamento c'è e l'articolo è stato votato pure dall'opposizione».
Come funzionerà, quindi, la riforma?
«Ci sarà un meccanismo di riduzione delle aliquote per legge: l'invarianza del gettito è stata prevista a questo scopo. Mi piacerebbe discutere su qual è il metodo migliore per vedere se, sulla base di un valore dell'immobile che sale, si possa fargli corrispondere una rendita molto modesta per riequilibrare l'imposta. O se vale la pena di ridurre le aliquote Ici. Sono due ipotesi, vedremo quando si aprirà una discussione».
Il ddl prevede una franchigia sulla prima casa fino a 150 metri quadri. È una previsione: non si rischia nel frattempo di pagare di più?
«La franchigia può essere 'applicata con gradualità nei primi anni: 100 metri quadri il primo, 150 nel secondo, ad esempio. Nel frattempo ci sono gli sgravi fino a 290 euro e bisogna considerare che 150 metri quadri di una media periferia pagano 350-400 euro. Oggi difficilmente troveremmo risorse per quegli importi e 290 euro è una misura equa».
I Comuni si lamenteranno?
«Quest'anno l'Ici è calata del 4,2% perché tutti i grandi Comuni hanno-devoluto parte delle maggiori entrate (l'addizionale Irpef, ndr) per ridurre l'Ici sulla prima casa. I sindaci ci dicono che l'Ici va ridotta, ma vogliono certezze. Dobbiamo gestire tutto nell'ambito del bilancio dello Stato».
Sull’Ici Mastella ha minacciato di lasciare il Consiglio dei ministri e la Margherita ieri ha approntato un documento ad hoc.
«Non posso impedire a nessuno di cercare visibilità. Ho letto il documento: ci sono 4-5 interventi prioritari che condivido, ma dato che non sono della Margherita cosa devo fare? Non deve essere una conventio ad excludendum. Sul ddl pare che un buon punto di accordo si sia trovato: sgravi sulla prima casa di proprietà o in affitto e più offerta di case pubbliche».
I tagli si finanzieranno con più tasse sulle rendite finanziarie?
«L'aliquota unica non è più nel ddl. Se questo sarà il cespite, ritornerà. Però credo che sia stato sopravvalutato il gettito. I tagli costano 2,5 miliardi di euro e il "tesoretto" è impegnato con le parti sociali. La misura va discussa nel quadro della Finanziaria 2008. Se una promessa viene attuata in due anni, non ci vedo nulla di male».
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