Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it del 16/05/21)
La legge elettorale Rosatellum modificata su ispirazione di Calderoli per conto della Lega durante il governo Conte 1, nel maggio 2019, ha creato un grumo legislativo pericoloso che, se dovesse trovare applicazione nelle prossime elezioni politiche, potrebbe portare a risultati elettorali che farebbero rimpiangere amaramente di avere assistito a tante giravolte, tante ambiguità ed incertezze, tanta mancanza di capacità di valutazione al di là del contingente. La Lega aveva chiaro il suo obiettivo. Meno il M5Stelle che all’epoca ha approvato il provvedimento che ha peggiorato il Rosatellum in cambio del piatto di lenticchie della riduzione dei parlamentari che avrebbe dovuto rilanciarlo nei consensi. Sappiamo che non è andata così.
Il risultato è che ora questa legge è immediatamente applicabile perché il governo Conte 2, che pure aveva un’altra maggioranza, ha fatto sapere che era per il proporzionale solo alla vigilia delle sue dimissioni. Un po’ tardi per fare qualcosa di concreto. Non solo: il Conte 2 non ha trovato di meglio che rendere applicabile, con un suo decreto, la nuova normativa derivante dall’intreccio del taglio dei parlamentari con le nuove norme elettorali, mentre avrebbe dovuto impegnarsi a fare approvare una nuova legge elettorale. La maggioranza del Conte 2 (M5S, Pd, Leu e qualche altro) è rimasta a lungo incerta tra maggioritario e proporzionale, senza mai arrivare ad una discussione produttiva di risultati, incartandosi in un complicato progetto di nuove modifiche della Costituzione, per togliere alcune incongruenze derivanti dal taglio del parlamento, e di una nuova legge elettorale che non può che essere approvata a Costituzione stabilizzata. Tanto è vero che l’Italia ha rischiato di andare al voto anticipato, dopo la crisi del Conte 2, con la legge elettorale attuale. Solo la formazione del governo Draghi ha momentaneamente allontano questo pericolo... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it del 23/05/21)
Le dichiarazioni di Draghi, quando ha chiesto la fiducia in parlamento, sulla transizione ecologica sono state impegnative, ha citato il papa e si è rivolto ai giovani. Presto arriveranno i nodi da sciogliere e l’apertura di credito potrebbe rovesciarsi nella delusione. Un nodo da sciogliere particolarmente impegnativo riguarda la scelta di produrre energia con fonti rinnovabili, fotovoltaico, eolico, accumuli di varia natura e di fare scelte sulla rete ferroviaria, sui veicoli a trazione elettrica, sulla produzione e la distribuzione di idrogeno, da cui discendono il ruolo indispensabile dello Stato e richiedono la ridefinizione del perimetro dei suoi interventi e una visione strategica. Già il testo del PNRR, nella versione inviata a Bruxelles, lascia trasparire ambiguità e perfino la possibilità di soluzioni opposte, lasciando l’impressione che avere ragione delle resistenze conservatrici dei potentati economici del nostro paese non sarà semplice e il governo finora non ha dato prove certe di volerlo fare... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.ilmanifesto.it del 26/05/21)
Transizione ecologica . Già il Pnrr inviato a Bruxelles contiene ambiguità e la possibilità di soluzioni opposte. Non sarà facile avere ragione delle resistenze conservatrici dei potentati economici e il governo finora non ha dato prove certe di volere guidare la svolta ecologica. […] [scarica file in pdf]
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it del 06/06/21)
Il direttore del quotidiano Domani, Stefano Feltri, si è chiesto che senso abbia continuare ad investire denaro e salute per tenere aperta l’Ilva di Taranto. Domanda drastica che obbliga a risposte altrettanto nette. Tenere aperta l’Ilva di Taranto è in larga misura la cartina di tornasole della capacità (o dell’incapacità) della ripresa economica dell’Italia di arrivare a coniugare salute, compresa quella di chi lavora negli stabilimenti, livelli di occupazione e sviluppo economico di qualità. La prima risposta a Feltri è che rinunciare alla produzione di acciaio sarebbe l’indice di un grave fallimento delle politiche pubbliche italiane, con conseguenze pesantissime, i concorrenti internazionali non aspettano di meglio che ottenere le quote di mercato gratis. Sarebbe del resto improponibile mantenere aperto uno stabilimento nemico della salute delle persone e del territorio, continuando a tenere aperta una ferita drammatica che la sentenza del tribunale di Taranto costringe ad affrontare.
Certo il rilancio dell’Ilva, superando la crisi drammatica in cui è precipitata, è una sfida enorme, ma con questa bisogna misurarsi. Non si esce senza una svolta netta e lungimirante. La transizione ecologica... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.ilmanifesto.it del 12/06/21)
La vittoria dei referendum del 2011 per l'acqua bene comune e contro il nucleare è importante sia perchè le sfide vanno affrontate, sia perchè ci fu una mobilitazione eccezionale, che capovolse le previsioni nefaste basate sui referendum falliti nei 2 decenni precedenti, dopo la vittoria del 1987 contro il nucleare. L'acqua bene comune aveva un radicamento e un lavoro di anni di preparazione. Il No al nucleare ha dovuto decidere con grande rapidità, perchè fu il governo Berlusconi, insediato nel 2008 con un margine di maggioranza di quasi 100 deputati e 50 senatori, a tentare il colpaccio del ritorno al nucleare, malgrado il No all'80 % nel referendum del 1987 ne avesse decretato la fine... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it del 13/06/21)
Sulla pandemia. Negli USA e in Europa la diffusione dei vaccini, pur con contraccolpi sulla salute che non possono in alcun modo essere sottovalutati, sta consentendo di limitare sempre più le conseguenze della pandemia, riducendo le conseguenze del virus a livelli controllabili. Perché allo stato è chiaro che con il Covid 19 dovremo convivere in futuro e quindi l’immunità è necessaria al massimo livello. Tuttavia dobbiamo ammettere che la corsa di Biden a vaccinare il maggior numero possibile di abitanti degli USA, in una plastica alternativa alla presidenza Trump, portato alla scelta di riservare anzitutto all’uso interno i vaccini disponibili. Non è America first di Trump ma certamente è vaccinare prima gli americani. La differenza di fondo è vaccinare sì o no. Apprezzare la scelta di Biden pro vaccini non vuol dire non vedere le conseguenze sui rapporti con il resto del mondo, Europa compresa. L’Inghilterra non ha esportato i suoi vaccini, scegliendo di non condividerli. Questi esempi confermano che sulle scelte delle aziende produttrici di vaccini hanno pesato le scelte dei governi di riferimento, che peraltro hanno investito cifre importanti, oltre che avere strumenti di “convinzione” rilevanti... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it del 20/06/21)
Vale la pena di insistere sulla valutazione delle scelte internazionali dell’Italia e dell’Europa dopo il vertice inglese dei 7 grandi (definizione discutibile) e del vertice Nato. Come ho scritto nell’articolo della settimana scorsa qualcosa non funziona nei ragionamenti che vengono semplificati nella fedeltà all’atlantismo. Dopo il vertice Nato con Biden risulta ancora più chiaro che le soluzioni proposte non sono convincenti.
Biden è stato apprezzabile quando è andato oltre i limiti di Obama, Presidente durante la crisi finanziaria internazionale iniziata nel 2008, perché ha avuto – a differenza del suo mentore – una visione mondiale dell’esigenza di tassare le multinazionali per mettere un punto fermo di regolazione. Infatti Obama si era fermato negli intenti regolativi dei mercati finanziari alle soglie dei confini degli Usa, finendo con il non realizzare pienamente neppure gli obiettivi interni e lasciando sfumare il momento magico in cui il mondo finanziario era sotto scopa. Infatti dopo qualche tempo la finanza ha rialzato la testa e ripreso il comando dell’economia mondiale. Un comando lontano, fisicamente poco definito, difficile da controllare, tanto che i bitcoin e le altre monete virtuali non sono state regolate, anzi nemmeno controllate e oggi sono una delle più pericolose fonti di speculazione (Savona) e non solo visto che i sempre più frequenti ricatti degli hacker vengono richiesti in queste valute sfuggenti e immateriali, secondo il vecchio adagio che pecunia non olet... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it del 27/06/21)
Quanto sta avvenendo nel Movimento 5 Stelle ha diverse conseguenze. Alcune di grande rilievo sul futuro politico di una possibile alleanza contro la destra alle prossime elezioni. Ad esempio emerge chiaro che le difficoltà a raggiungere un’alleanza diffusa nei Comuni che voteranno ad ottobre non sono solo la conseguenza di singole questioni locali ma di una difficoltà politica, per non dire confusione, nel vertice e di situazioni diversificate, perfino opposte nelle singole realtà che voteranno ad ottobre.
Si vedrà quali saranno gli esiti di questa fase tormentata, con conseguenze imprevedibili. Tuttavia qualche considerazione su aspetti esterni alla crisi del Movimento si può tentare già ora.
Esiste da tempo il problema di decidere una nuova legge elettorale in grado di aiutare il superamento dei gravi limiti politici a cui quelle recenti hanno portato il parlamento, in omaggio alla vulgata che il problema è decidere, la rappresentanza seguirà, come l’intendenza di Napoleone. Il risultato è stato da tempo il capovolgimento dei ruoli. Il governo decide, anzi da tempo soprattutto il presidente del Consiglio, e il parlamento ratifica. Del resto cosa altro sono i ripetuti voti di fiducia, i decreti legge a getto continuo da approvare entro 60 giorni, i maxiemendamenti votati a scatola chiusa, se non la conferma di una preminenza del governo? Il parlamento approva, a volte con sordi brontolii. Con qualche crisi e passaggio di fronte, ma la sostanza resta che il parlamento non ha un ruolo protagonista... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it del 4/07/21)
La crisi del sistema politico italiano (in particolare dei partiti) rischia di diventare istituzionale e di fare scivolare il nostro paese verso una modifica dei valori, degli obiettivi, costruendo nuove gerarchie sociali che sono il contrario dell’inclusione, mettendo in crisi il ruolo della Costituzione e quindi minacciando la stessa tenuta sociale del nostro paese.
Apparentemente il governo Draghi rappresenta una fase anestetizzata. In realtà non è affatto una pausa, nel paese si agitano tensioni e si sviluppano iniziative. Ci sono movimenti profondi che stanno cambiando collocazioni e orientamenti dei partiti attuali, le loro alleanze e tendono a modificare in profondità il futuro politico del paese. In altre parole i problemi non risolti di identità, di radicamento, di capacità di rappresentare dei partiti stanno portando a convulsioni sempre più profonde, a cui non corrispondono reazioni adeguate, all’altezza dei problemi da affrontare... Continua a leggere...
(articolo di Alfiero Grandi su www.jobsnews.it del 10/07/21)
Il Senato ha approvato la legge che modifica la Costituzione decidendo che voteranno per il Senato anche quanti hanno compiuto 18 anni. Circa 4 milioni di giovani elettori/elettrici in più. Scelta condivisibile. Tuttavia questa proposta di modifica è passata a condizione di perdere per strada la corrispondente modifica dell’elettorato passivo, come in origine era previsto. In pratica i giovani potranno votare per i senatori ma non essere eletti e questo ne fa una modifica per lo meno dimezzata. Così i giovani vengono così considerati adatti per eleggere ma non per essere eletti, per questo la novità è debole.
Il voto a 18 anni per eleggere i senatori fa parte di un (teorico) pacchetto di ulteriori modifiche della Costituzione che nelle intenzioni, dichiarate pubblicamente dall’allora maggioranza del governo Conte 2, doveva correggere alcuni difetti evidenti del taglio dei parlamentari. Senza insistere ulteriormente sull’errore compiuto nel tagliare il numero dei parlamentari, gettando in questo modo la croce dei malfunzionamenti – che ci sono – del nostro sistema istituzionale sul parlamento stesso, è abbastanza evidente che allo stato dei fatti è difficilissimo che il pacchetto di ulteriori modifiche costituzionali arrivi al traguardo... Continua a leggere...
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