Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
- Pubblicato da Paneacqua, l'Altro quotidiano e Dazebao
La nettezza delle dichiarazioni di Draghi a difesa dell’Euro - con l’aggiunta che la Grecia deve restare nella moneta unica - se paragonate alla confusione di chi ha la responsabilità politiche in Europa portano ad un comprensibile apprezzamento. Preso da un eccesso Eugenio Scalfari ha attribuito a Draghi il ruolo di salvatore dell’Euro e dell’Europa. Peccato che la Bce non sia una struttura di democrazia rappresentativa, ma una tecnocrazia che non risponde del suo operato se non ai Governi, alle Banche centrali dei paesi aderenti, ai trattati istitutivi... Continua a leggere...
Quanto accaduto è grave, le conseguenze troppo pesanti per non procedere con decisione. Quanto è accaduto obbliga però a riflessioni strutturali. C’è chi ha scritto di carisma dei protagonisti, dietro questo paravento ha collocato il mancato funzionamento dei controlli interni ed esterni alla Banca. Balle, ci vogliono più regole e la certezza che vengano fatte rispettare. Il Ministro dell’Economia, controllore delle fondazioni, ha affermato che c’erano sospetti da un anno ma non si è accorto che la Fondazione ha la maggioranza di Mps e ha tentato di scaricare le responsabilità dei mancati controlli sulla sola Banca d’Italia, con un rimpallo riprovevole ... Continua a leggere...
- Pubblicato da cambiailmondo.org, La Banca centrale europea ha reso noto che nel periodo 2011/2012 ha acquistato oltre 100 miliardi di buoni del Tesoro italiani, che si aggiungono ad altri 100 di Grecia, Portogallo e Spagna. Una cifra notevole. La Bce ha anche reso noto che da queste operazioni ha guadagnato e quindi ha redistribuito altri 500 milioni di euro alle Banche centrali che ne sono azioniste. In altre parole gli aiuti ai paesi più in difficoltà si sono rivelati fonte di guadagni redistribuiti a tutti i paesi europei e quindi anzitutto a quelli più ricchi che hanno maggiore peso nella Bce. In sostanza è uno dei tanti rivoli di denaro che dai paesi più in difficoltà finiscono nei paesi più ricchi e solidi. Basta pensare al credito che è più oneroso per i paesi maggiormente in difficoltà perché influenzato dal livello degli spread, generando di conseguenza una concorrenza sleale nel credito a parti invertite: i più ricchi beneficiano di tassi più bassi e quindi sono in grado di fare concorrenza più facilmente ai meno ricchi. Basta pensare alla concorrenza sul piano fiscale... Continua a leggere...
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