Intervista di Piergiacomo Braga per Pietra su Pietra organo di informazione di ASPPI.
Trasparenza ed equilibrio del mercato immobiliare, gli obiettivi del Governo Chi parla di aumenti dell’Ici generalizzati crea disinformazione.
E’ convinto che sulla riforma del catasto sia stato creato ad arte un “clima nevrotico” che contrasta con le finalità del Governo. Alfiero Grandi, sottosegretario all’Economia proprio non ci sta e si difende a spada tratta contro chi legge nel disegno di legge delega per la riforma degli estimi un modo subdolo per aumentare in maniera generalizzata le imposte, in primis l’Ici. “La situazione degli estimi è attualmente lontana dalla realtà ed è anche iniqua e l’azione del Governo mira a riportare trasparenza ed equilibrio nel mercato immobiliare” afferma in apertura di intervista.
E’ davvero possibile raggiungere questo obiettivo senza aumentare le imposte?
Certo. Il nostro proposito è quello di attuare una riforma del catasto a somma zero, vale a dire che a fronte di un incremento (teorico) del valore degli immobili, tale da avvicinarne la valutazione alla realtà del mercato, ci sarà una corrispondente diminuzione delle aliquote. Il risultato è l’invarianza del gettito misurabile a livello comunale. L’operazione non è stata pensata per aumentare le entrate dei Comuni, anzi il Governo ha intenzione, non solo di non aumentare l’Ici ma prevede, anche, di diminuire la pressione fiscale sulla prima casa.
Quindi gli allarmismi su un aumento consistente dell’Ici sono privi di fondamento?
Lo ripeto, c’è chi vuole creare disinformazione per nascondere la novità di una riforma che per la prima volta si pone il problema di riequilibrare il conto, sempre nel quadro di una invarianza complessiva di gettito, tra chi oggi paga troppo e chi paga troppo poco. Quindi, sono preoccupazioni destituite di fondamento e utilizzate in modo strumentale.
Qualche esempio?
Le situazioni da rimettere in ordine sono numerose: dai fabbricati rurali che sono diventati residenze di campagna, alle A/5 che non sono più tali, passando per i locali commerciali che, all’interno degli aeroporti, godono di situazioni di privilegio. Non vogliamo aumentare le tasse a chi già le paga dobbiamo portare equità in tutte queste situazioni e in molte altre. Ma per sanare le sperequazioni non bastava applicare le regole già in essere?
Ci sono certo i commi 335 e 336 della Finanziaria 2005 e ad altre norme, più antiche che permettono all’Agenzia del Territorio di intervenire nella rivalutazione delle rendite. Sono tutti strumenti normativi utili. Tuttavia, l’impianto complessivo è datato 1939 e una riforma degli estimi, sulla base della delega del governo, è assolutamente necessaria per arrivare a un calcolo più trasparente e equo.
Non dobbiamo confondere la riforma degli estimi con il passaggio delle competenze catastali ai Comuni che è già previsto dalla legge. A che punto siamo con il dpcm?
Entro il 1 novembre di quest’anno i Comuni che lo desiderano potranno gestire le funzioni del catasto con il nuovo sistema. L’operazione è stata condivisa con l’Anci, e prevede un percorso a tappe. La conclusione dell’intero processo di decentramento ci sarà nel 2009.
La sperimentazione del decentramento di alcune funzioni catastali elementari è iniziata nel 1998. Avete recensito e intendete valorizzare queste esperienze?
E’ quel che abbiamo fatto. Perché disperdere esperienze positive? Padova, Milano e Torino sono modelli importanti. Torino, tanto per fare un esempio, è dotato di un ufficio catastale con 40 persone in organico.
Quali sono i vantaggi di un decentramento delle funzioni catastali ai Comuni?
Il catasto che uscirà fuori dalla riforma avrà due pilastri, di cui uno è rappresentato dall’Agenzia del Territorio che deve garantire l’unitarietà nazionale, la sussidiarità e un alto livello professionale e tecnico del personale, e l’altro è costituito dai Comuni che oltre a vedersi garantita, grazie a un’autonomia impositiva, la certezza delle entrate, contribuiscono, con la loro conoscenza del territorio e nel rapporto con i cittadini e i professionisti, alla lotta all’evasione e all’elusione fiscale legata agli immobili non censiti, quindi abusivi, presenti nel campo dei terreni e dei fabbricati.