ATTENTI, LA DIRETTIVA BOLKESTEIN FA ARRETRARE LE CONDIZIONI DEI LAVORATORI
Il 14 febbraio i lavoratori italiani ed europei manifesteranno a Strasburgo, davanti al parlamento europeo, contro l’approvazione della direttiva Bolkestein, che, nell’attuale versione, rischia di creare un grave arretramento nelle condizioni dei lavoratori. Alla manifestazione di Strasburgo parteciperà anche una numerosa delegazione di lavoratrici e di lavoratori dell’Emilia-Romagna. L’approvazione di questa direttiva può provocare un arretramento nelle condizioni di lavoro più pesante della stessa proposta di reintrodurre le gabbie salariali in Italia, perché si aprirebbe una fase di concorrenza senza quartiere tra lavoratori di diversi paesi. Malgrado nei mesi scorsi si siano sviluppate le contestazioni dei sindacati europei, dei movimenti di protesta, di gran parte del parlamento europeo, di Governi e di Regioni come l’Emilia-Romagna, c’è il rischio che la direttiva Bolkestein venga approvata nell’attuale versione o con modifiche insufficienti, rischiando di far fare all’ideale europeo un serio passo indietro nella percezione dei cittadini. L’approvazione nell’attuale versione di questa direttiva sarebbe un grave errore in quanto consentirebbe a lavoratori di paesi appartenenti all’Unione europea di lavorare in Italia e negli altri paesi socialmente più avanzati con le regole del loro paese di origine, che in generale sono più arretrate sul piano retributivo e dei diritti. La questione è particolarmente delicata negli importanti settori dei servizi alle persone. Č chiaro che sotto l’etichetta di una presunta libertà di movimento dei lavoratori si prospetta in realtà un futuro con meno salario e meno diritti per questi lavoratori. Creando una vera e propria concorrenza sleale (dumping sociale) nei confronti dei lavoratori italiani (e di altri paesi) che hanno conquistato migliori condizioni di lavoro, e offrono di conseguenza migliori garanzie per chi lavora e per chi usufruisce dei servizi. Se i diritti e i trattamenti retributivi fossero gli stessi in tutta Europa, perché soggetti alle stesse leggi in materia di lavoro e a contratti europei, il problema sarebbe molto diverso. Infatti nessuno può essere contro il diritto dei lavoratori di trasferirsi negli altri paesi dell’Unione, purc hé a parità di condizioni. Ma non è di questo che si sta parlando, perché le regole oggi non sono uguali e verrebbero applicate a questi lavoratori quelle dei paesi di origine e non quelle dei paesi in cui lavorano. Non si può accettare che vengano prese a riferimento le condizioni peggiori per creare una concorrenza al ribasso tra lavoratori, con il solo risultato di peggiorare le condizioni dei lavoratori che hanno conquistato condizioni migliori. L’unico principio accettabile, come del resto prevede la nostra Costituzione, è che tutti coloro che lavorano in Italia abbiano a parità di lavoro una parità di trattamento e di diritti. Se questo è garantito benissimo. Ma la bozza di direttiva Bolkestein non prevede questo, perché in Italia, come in altri paesi, finirebbero con il convivere fianco a fianco lavoratori con trattamenti e diritti profondamente diversi. Questa direttiva europea va radicalmente modificata e l’Italia deve opporsi con determinazione alla sua entrata in vigore, come del resto stanno facendo altri paesi, in nome del rispetto della nostra Costituzione e di un principio fondante della stessa Europa, che non è stata costruita per mettere in concorrenza tra loro i lavoratori. Per questo i lavoratori dell’Emilia- Romagna che tra qualche settimana manifesteranno a Strasburgo contro questa proposta di direttiva europea hanno il nostro pieno sostegno, ci rappresentano, ed è auspicabile che abbiano il pieno sostegno di tutta la comunità regionale e nazionale.
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