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Se Renzi si muove e gli altri stanno fermi...
.:: Alfiero Grandi Pubblicato in data:  22/01/2014  10:14:47, in Politica, letto 1146 volte

- Pubblicato da www.arsinistra.it, l'Altro quotidianoDazebao, cambiailmondo.org,

Non ho votato per Renzi. Al contrario. Tuttavia dopo la sua affermazione nelle primarie con il 68 % occorre cercare di capire quali possano essere le conseguenze di questo risultato. E' apparso chiaro che la vittoria di Renzi avrebbe comunque rimesso in moto la situazione, costringendo tutti ad uscire da una sorta di torpore che è calato sulla situazione politica italiana dal Governo Monti in poi. I fatti dopo l'8 dicembre confermano questa prima impressione e in particolare l'ultima direzione del Pd dice che la determinazione a procedere di Renzi mette in conto strappi e forzature dentro e fuori il Pd. Gramsci ci ha insegnato la differenza tra fasi di movimento e di stagnazione, non necessariamente l'una è meglio dell'altra, tuttavia sono molto diverse. Ebbene, dopo una stagnazione durata oltre 2 anni ora c'è una fase di movimento. Purtroppo questo non sembra essere ancora chiaro a buona parte della sinistra che si attarda in schemi superati e questo potrebbe dare non pochi dispiaceri. Criticare Renzi partendo dalla difesa del Governo Letta è una contraddizione e per di più gli lascia uno spazio di manovra enorme, fino a consentirgli di fare 2 parti opposte sulla scena. Il Governo Letta è nato da un accordo tra forze politiche che dovrebbero stare su fronti politici opposti, in sostanziale continuità con quello Monti. Le intese, larghe o strette che siano, sono state un periodo tra i più paludosi della recente storia politica dell'Italia. Con il risultato di mettere la sordina al confronto fisiologico tra destra e sinistra, fino a rendere impalpabili le loro differenze e questo ha contribuito non poco alla delusione politica, alla fuga degli elettori nell'astensione e nella protesta. Renzi l'ha capito e presenta la sua iniziativa come il superamento delle larghe intese, anche se poi per procedere ha iniziato proprio dall'accordo con Berlusconi. Letta ha accettato il quadro dell'austerità europea come un vincolo imprescindibile, come aveva già fatto Monti. In questi giorni il commissario Olly Rehn ha chiarito che l'Italia non può sperare nei conteggi per il deficit un occhio di riguardo per gli investimenti pubblici condivisi dall'Europa, obiettivo su cui ha puntato Letta e dato frettolosamente per acquisito. Del resto già Monti, prima di Letta, aveva fatto un feticcio del 3 % e inseguito il miraggio del fondo salva stati che si è rivelato una trappola mortale, perché chiederne l'intervento comporterebbe ulteriori pesanti sacrifici e per di più ha già costi altissimi per il debito e il deficit dell'Italia che deve mettere ben il 17 % del capitale. Quindi a fronte della sceneggiata sull'Imu, durata 10 mesi, con risultati più che deludenti, lo spazio di manovra del Governo Letta per aiutare la ripresa economica è inesistente, come del resto è stato con Monti. La ripresa in Italia se e quando ci sarà, come ha detto Draghi, sarà impercettibile e l'occupazione continuerà a calare ancora. Il deficit è il Moloch a cui tutto viene sacrificato. L'Italia è l'unico paese europeo che non ha chiesto e quindi non ha ottenuto qualche anno in più per rientrare nel 3 % di deficit. Gli altri 6 paesi che avevano lo stesso problema hanno ottenuto più tempo. L'Italia non ha avuto nulla. Il movimento di Renzi è certamente destinato a mettere sotto scopa il Governo. E' un male ? Certo, il movimento di Renzi sembra non avere confini, vincoli. Sembra non avere il fardello di principi da seguire. Può arrivare a riabilitare Berlusconi e invitarlo simbolicamente nella sede del Pd. Può proporre un accordo per un sistema elettorale che imponga la maggioranza parlamentare anche senza avere la maggioranza dei voti. Il Pd dovrebbe ribellarsi alla riabilitazione di un condannato (Letta aveva detto solennemente che il ventennio di Berlusconi era finito) ma per ora Fassina sembra fin troppo solo nel vergognarsi per questo atto. Il Pd dovrebbe ritrovare le ragioni di fondo che spingono a modificare la legge elettorale e a introdurre modifiche costituzionali, ricordandosi che l'obiettivo è fare uscire il paese da questa situazione, delineando un'alternativa all'austerità neoliberista. Se però la critica Renzi dà l'impressione di volere lasciare le cose come stanno è ben difficile che il Sindaco di Firenze debba preoccuparsi. Per ora il movimento di Renzi ha il solo obiettivo di creare le condizioni per vincere le elezioni ad ogni costo e quindi prepara i meccanismi per questo risultato come le lsite bloccate, senza riguardi né per la rappresentanza di forze che sono minori ma non sono inesistenti, né per un assetto costituzionale equilibrato dei poteri. Potere esecutivo e potere legislativo vengono fatti coincidere, con buona pace della divisione dei poteri di Montesquieu. Tutto viene piegato agli obiettivi e alle convenienze, anche personali. La sinistra dovrebbe riflettere su quanto sta accadendo, senza dare a Renzi colpe non sue. Nel paese è cresciuta un'insoddisfazione forte per la stasi politica ed economica, per il degrado etico dei comportamenti di tanta parte della rappresentanza politica. C'è voglia di cambiare. Se l'unica offerta di cambiamento resta quella di Renzi stiamo freschi. Renzi punta a intercettare questo malessere, a piegarlo ai suoi obiettivi, a farne un suo punto di forza. In altre parole si muove, fa proposte, combatte per i suoi obiettivi e finora ha costretto tutti a giocare di rimessa. Riuscirà la sinistra pur così indebolita e dispersa in tanti rivoli, dentro e fuori il Pd, a reagire e a mettersi al passo con una fase di movimento ? Dipende da lei, non da Renzi, o non solo da lui. La sinistra, per quanto dispersa e divisa, deve sapere che la responsabilità dei risultati non sarà solo di chi li persegue con determinazione, ma anche di chi non sa contrastarli, condizionarli e continua a giocare di rimessa, quindi è destinato a perdere. Nei prossimi giorni ci sarà un appuntamento importante. Il Governo sta lavorando per riportare i capitali illegalemente esportati in Italia. Purtroppo lo vuole fare aggiustando le normative, comprese quelle penali. Lo schema è quello dello scudo fiscale, con alcune varianti, ma con il punto fermo che l'illegalità verrà perdonata e le tasse pagate saranno fortemente ridotte, con buona pace dei contribuenti onesti. Perché il condono fiscale se fatto da Berlusconi e Tremonti era inaccettabile mentre dovrebbe diventare accettabile ora perchè lo fa il Governo Letta ? Il Pd ha nulla da dire ? La sinistra, in parlamento e fuori, se ne vuole occupare ? Alfiero Grandi