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Riforma Catasto. Risposta ai commenti
.:: Alfiero Grandi Pubblicato in data:  22/11/2006  17:32:53, in Catasto, letto 2722 volte

Non è vero che sono state estromesse “le parti sociali” e “i portatori di interessi diffusi dei lavoratori”, perchè le norme approvate alla Camera raccolgono le esigenze manifestate dagli enti locali, dall’Agenzia del territorio e dalle organizzazioni sindacali e, nel rispetto dei vicoli tecnico-organizzativi, realizzano, a mio modo di vedere, una mediazione equilibrata. Infatti, per quanto riguarda la facoltà dei comuni di stipulare convenzioni con l’Agenzia del territorio per la gestione di tutte o parte delle funzioni catastali, l’articolo 14 stabilisce che l’emanazione del/i decreto/i del presidente del Consiglio dei ministri per la determinazione dei requisiti e degli elementi necessari al convenzionamento e al completo esercizio delle funzioni catastali decentrate e in particolare alla determinazione delle risorse umane strumentali e finanziarie, ci sarà solo dopo la consultazione con le organizzazioni sindacali. E nel testo di legge approvato alla Camera è esplicitamente previsto che i lavoratori assegnai al decentramento possono mantenere il rapporto di lavoro con l’Agenzia attraverso il distacco. Nella cabina di regia, che a livello centrale seguirà tutta la fase attuativa del decentramento delle funzioni catastali, sulla base del protocollo di accordo raggiunto tra Governo e Anci, con l’affiancamento di tavoli tecnici a livello locale, oltre al Governo e all’Anci è presente il vertice dell’Agenzia del territorio. Perché penso che il personale del Territorio possa essere valorizzato da questa riforma? L’Agenzia del territorio ha il compito di assicurare all’utenza, in tutte le fasi del processo, il mantenimento degli attuali livelli di servizio, garantendo la circolazione e la fruizione dei dati catastali su tutto il territorio nazionale, e sarà chiamata, inoltre, a fornire ai comuni assistenza nell’attività di formazione. Il personale dovrà essere, quindi, sempre più qualificato anche perché il “nuovo” catasto italiano si reggerà su due pilastri (uno è il ruolo dei comuni) di cui il principale è quello demandato all’Agenzia del territorio che deve garantire l’unitarietà nazionale, la sussidiarietà e un alto livello professionale e tecnico del personale, oltre al mantenimento in capo all’Agenzia della funzione di controllo di qualità delle informazioni e dei processi di aggiornamento degli atti, nonché della funzione di gestione unitaria e certificata della base dei dati catastali e dei flussi di aggiornamento delle informazioni. Poiché la riforma avrà anche il compito di assicurare, insieme agli altri strumenti introdotti dal Governo, la riuscita della lotta all’evasione e all’elusione fiscale con il conseguente recupero di gettito, questo presuppone il pieno coinvolgimento e una forte professionalità di tutto il personale dell’Agenzia del territorio, in grado di dare la necessaria spinta propulsiva al processo di cambiamento per il conseguimento degli obiettivi, ecco così che è fondamentale il lavoro degli ultimi anni che ha permesso il recupero dell’arretrato e l’utilizzo delle moderne tecnologie per l’invio telematico e l’approvazione automatica. Per quanto riguarda, infine, l’assegnazione del personale, questa potrà avvenire utilizzando l’istituto del distacco. Aggiungo che la collaborazione tra agenzia e comuni sarà decisiva per combattere evasione ed elusione che sono purtroppo molto ampie nel campo dei fabbricati e dei terreni. I Comuni, con i nuovi poteri, avranno maggiore conoscenza del loro territorio e potranno decidere con consapevolezza le loro politiche fiscali. Ci attendiamo un salto di qualità nel lavoro dei Comuni ma anche l’Agenzia del Territorio migliorerà e qualificherà la sua attività, del resto questi sono esattamente gli obiettivi della riforma.