Lo scudo fiscale ha una falla
- Pubblicato sul quotidiano L'Unità il 5/1/11
Lo scudo fiscale, legge voluta dal Governo Berlusconi, ha consentito a chi aveva portato illegalmente capitali all’estero di farli rientrare, o di ripulirli pur lasciandoli all’estero. Questa legge è una vergogna per ragioni etiche e di equità fiscale e rinuncia ad ingenti entrate per lo Stato. La pietra tombale sul passato costa un ridicolo 5 %, altri paesi almeno hanno fatto pagare fino al 40 %. Lo “scudo fiscale” è un condono per reati di bilancio e di fatto nasconde i reati penali, perché per stabilire che ci sono stati si dovrebbe indagare proprio partendo dalle frodi fiscali e di bilanci. La criminalità organizzata ha ripulito guadagni illeciti e insieme impedito di risalire a reati penali. Lo Stato ha perso la possibilità di fare chiarezza su comportamenti illeciti e colpire la criminalità organizzata. Quando Maroni vanta i beni confiscati alla criminalità organizzata dovrebbe sottrarre i capitali illeciti ripuliti con lo scudo fiscale. Il Governo si è accontentato del classico piatto di lenticchie: 5,5 miliardi di euro una tantum. I circa 270.000 responsabili di esportazione illegale di capitali si sono tenuti 100 miliardi di euro. Lo scudo fiscale ha una falla. L’Unione Europea ha contestato il condono dell’IVA. L’IVA è un’imposta europea e non può essere condonata. Lo scudo fiscale aveva compreso l’IVA nel forfait a favore degli esportatori di capitali, ma l’Unione Europea ha contestato la legge italiana. Per evitare la messa in mora l’Agenzia delle Entrate ha scritto a Bruxelles che lo scudo vale ma l’IVA non si tocca, in sostanza, lo scudo vale per tutto ma non per l’IVA. L’Agenzia delle Entrate chiarisce a Bruxelles che se l’accertamento fiscale troverà evasione IVA lo Stato italiano si impegnerà a chiedere il maltolto agli evasori. Il salvacondotto ottenuto con lo scudo fiscale vale, ma solo fino a un certo punto. Certo occorre che vi sia un accertamento fiscale sull’evasione IVA, ma se c’è occorre procedere. Resta una doppia verità. Agli evasori si fa capire che gli accertamenti non si faranno e a Bruxelles che se dovessero esserci lo Stato italiano procederà a riscuotere le somme dovuto.. Quanto delle somme portate all’estero deriva da evasione IVA? Certamente una parte importante. Per toglierle dalla dichiarazione dei redditi debbono essere entrate in nero. Controlli sull’evasione IVA avrebbero buone possibilità di recuperare all’imposizione una parte delle somme esportate illegalmente. Se la metà dei 100 miliardi derivasse da evasione IVA lo Stato potrebbe incassare 10 miliardi. Ora il problema è politico. Un Governo diverso potrebbe invertire la rotta e chiedere a Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza di accertare prioritariamente l’evasione IVA, a partire dallo scudo fiscale, con la certezza di ottenere risultati sostanziosi per le entrate pubbliche, indispensabili in questa fase per sostenere occupazione e investimenti. Alfiero Grandi
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