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Finanziaria: tanti tagli e nessuna scelta
.:: Alfiero Grandi Pubblicato in data:  25/11/2010  22:09:34, in Economia, letto 54162 volte

- Pubblicato da l'Altro quotidiano e da Paneacqua  il  24/11/10

La legge di stabilità (ex finanziaria) passerà rapidamente in parlamento, ma questa non è una buona notizia. O meglio è forse una buona notizia sotto il profilo istituzionale perché la sua approvazione mette provvisoriamente in sicurezza i conti pubblici rispetto all’evoluzione della crisi politica, ma non lo è nel merito perché resta un provvedimento reticente, arretrato, insufficiente. Del resto perfino alcuni Ministri ne hanno denunciato limiti e difetti. I boatos delle liti tra Ministri sono arrivati all’esterno dei palazzi del Governo, il problema è che però questo non ha prodotto modifiche di qualche importanza. Ad esempio la Ministra dell’Ambiente ha ottenuto qualche decina di milioni per intervenire sul dissesto idrogeologico, mentre la sua richiesta era di 1 miliardo di euro e questo per di più è avvenuto mentre una parte dell’Italia è sottacqua .

Questa legge di stabilità non durerà i 3 anni promessi da Tremonti, come non è durata 3 anni la manovra della primavera 2008 che ha avuto numerose correzioni.

E’ una legge che non dice la verità perché sottovaluta alcune spese inderogabili del 2011, limitandone il finanziamento solo ad una parte del prossimo anno. A giugno faremo rientrare tutti i militari italiani all’estero ? Se non è così questa legge è un falso.

E’ una legge che non recupera le risorse necessarie per fare interventi indispensabili a sostegno della ripresa economica e dell’occupazione. E’ chiaro che per non sballare i conti pubblici occorre avere nuove entrate e queste possono venire solo da chi ha di più, da chi ha utilizzato il rientro dei capitali esportati illegalmente a prezzi di favore, da chi guadagna dalle rendite finanziarie pagando un misero 12,5 % di tasse.

E’ una legge che taglia anche le misure esistenti che hanno dato buona prova in termini di occupazione e sostegno all’economia. Ad esempio, pare che lo sconto fiscale del 55 % per gli interventi di risparmio energetico resterà ma verrà distribuito su 10 anni anziché su 5 e quindi darà risultati minori. Continua così la logica dei tagli che non distinguono l’oggetto del loro intervento e quindi il risparmio energetico è uguale al comprare aerei da guerra, mentre la differenza è enorme da tutti i punti di vista.

Questa legge di stabilità non stabilizzerà proprio nulla perché fondata sul rinvio e sulle non scelte. L’Italia ha i problemi di prima, se possibile peggiorati perché spenderà almeno un miliardo e mezzo per il prolungamento degli ammortizzatori sociali (inevitabile e giusto) senza mettere in cantiere le misure per creare occupazione e nel tempo preparare la fuoruscita dalla crisi.

Il dibattito sulla ripresa economica era ridicola prima quando esaltava una crescita dell’1,4 % invece dell’1 % e sarebbe ridicolo oggi creare allarmismo perché non si arriverà all’1,4 %.

Il fatto sostanziale è che la crisi economica continua e non se ne vede l’uscita e con questi tassi di crescita non si va da nessuna parte ed è questo il punto che questo Governo non sa e non è in grado di affrontare.

Ne è la conferma, purtroppo, il comportamento che il Governo sta tenendo in sede europea. Non si dice che è in corso in Europa un duro confronto che, complice la crisi economica, sta mettendo in sofferenza i paesi che hanno maggiori difficoltà e debolezze. La Germania sta di fatto imponendo regole fatte sulle sue misure, utilizzando anche minacce gravissime, come il possibile affondamento dell’euro, ma inadatte agli altri, ad esempio all’Italia, ma non solo.

Il Governo italiano sta sostanzialmente accettando le regole tedesche nella speranza che qualche interpratazione più favorevole consenta in futuro di gestire la presentazione dei conti pubblici italiani. In realtà il Governo sta accettando vincoli pesantissimi che in futuro creeranno problemi molto seri a chi avrà la responsabilità del Governo, chiunque esso sia e soprattutto saranno un serio vincolo per una ripresa economica di qualità. Il maggior debito europeo indotto dalla crisi può essere gestito diversamente, molto diversamente, avendo di mira l’obiettivo dell’occupazione e della ripresa, adottando misure europee di sostegno e di gestione del debito stesso.

Basta volerlo, le proposte ci sono e potrebbero dare risultati interessanti.

Anche da questo punto di vista l’ostacolo, dal punto di vista italiano, è questo Governo debole e incapace di misure coraggiose, senza credito all’estero e quindi subalterno all’egemonia dei più forti.

Per questo la legge di stabilità è un’altra occasione perduta e il tempo che separa dal 14 dicembre un’eternità, semprechè Berlusconi non riesca a trascinare la crisi ancora nel tempo con conseguenze sempre più gravi per il paese reale.

Alfiero Grandi