Lettera aperta a Il Resto del Carlino e il Domani.
Facendo seguito alla pubblicazione dell’articolo riguardante le modifiche ICI e la fiera di Bologna, mi sembra utile precisare quanto segue (ritenendo che possa essere utile conoscere meglio gli orientamenti del Governo). Il Governo ha proposto il riclassamento di categorie di fabbricati, ecc. oggi accatastati in modo improprio. Tra questi non c’è l’insieme delle strutture fieristiche ma solo alcune parti che non possono essere ricomprese nell’insieme per la loro particolare destinazione d’uso. In particolare L’articolo 5 del decreto legge 3 ottobre 2006, n. 262, recante disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria, è rubricato “Disposizioni in materia di catasto”. Le disposizioni contenute nei commi da 1 a 4 sono tese ad evitare che porzioni o interi immobili adibiti ad uso commerciale, produttivo o terziario, facenti parte di più ampi compendi immobiliari (ad esempio stazioni, aeroporti, fiere) vengano classati nel gruppo E. La relazione al disegno di legge di conversione del decreto legge, atto Camera 1750, chiarisce che il classamento nell’appropriato gruppo catastale, non più esente da ICI come il gruppo E, interessa gli spazi utilizzati a fini diversi e comunque non strumentali al servizio pubblico, quali negozi, uffici, banche, ristoranti. La relazione fa esplicito riferimento agli spazi collocati all’interno di stazioni ferroviarie, scali aeroportuali, porti marittimi, quali esempi degli immobili del suddetto gruppo E, all’interno dei quali sono collocate anche le fiere. A conferma del fatto che la norma sia indirizzata ad intervenire solo sulle porzioni di immobili collocati all’interno di più ampi compendi immobiliari va richiamata l’attenzione sul contenuto della relazione tecnica ai sensi dell’articolo 11-ter, comma 2, della legge 5 agosto 1978, n. 468. La relazione tecnica quantifica il maggior gettito complessivo derivante dal nuovo classamento in 40 milioni di euro nel 2007 e 80 milioni di euro a regime dal 2009, riferite ad un totale di 55.500 unità immobiliari urbane classate nel gruppo E (escluse E7 ed E8), con un incremento medio di gettito ICI a regime inferiore ai 1.500 euro per unità immobiliare. Sembra pertanto decisamente sovrastimata la cifra (due milioni di euro) quale effetto per la sola Fiera di Bologna. In ogni caso conformo che si tratta di una misura generale e che le maggiori entrate costituiranno un’entrata che porterà benefici diretti ed indiretti per i Comuni. Rientra infatti nel quadro del patto di stabilità anche questo aspetto sia per quanto riguarda le entrate dirette che i saldi di bilancio degli Enti locali. Cordiali saluti
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