Il Governo? programma la riduzione dei salari - l'Unita 20/08/2008
I dati sulle entrate fiscali dei primi 6 mesi del 2008 rivelano tendenze preoccupanti. Anzitutto è ripresa l’evasione fiscale. Le minori entrate fiscali derivanti dall’IVA non sono tutte attribuibili alla riduzione dei consumi. I consumi interni sono sicuramente in calo ma non del 7 % come il Governo dichiara per l’IVA del mese di luglio, del resto nei primi 6 mesi del 2008 c’era ancora un aumento dell’IVA del 2,6% e quindi il dato di luglio appare strano. Per di più i prezzi sono in aumento di almeno il 4% e quindi almeno per effetto dell’inflazione l’IVA dovrebbe comunque aumentare almeno un poco. La spiegazione di questa incongruenza o è dovuta a confronti tra periodi non congrui, o è da attribuire a versamenti IVA inferiori al dovuto che non si spiegano con il rallentamento dell’economia e dei consumi. In altre parole è ripresa l’evasione perché l’IVA è un termometro sensibilissimo della lealtà fiscale dei contribuenti. Cresce il divario tra i settori dell’economia e tra i redditi. Naturalmente se le dichiarazioni dell’IVA diminuiscono anche il resto delle dichiarazioni fiscali dei settori dell’economia diminuiscono di conseguenza. Questa è infatti la tendenza dell’IRES e dell’IRAP. Nei primi 6 mesi del 2008 i versamenti dell’IRES da parte delle imprese sono diminuiti del 15%, pari a meno 2 miliardi e mezzo di euro, mentre l’IRAP è diminuita del 5,9%, pari a 750 milioni di euro. In totale le imprese nel primo semestre 2008 hanno versato 3 miliardi di euro in meno. La riduzione del cosiddetto cuneo fiscale/contributivo interviene solo sull’IRAP, mentre la riforma dell’IRES era prevista a saldo zero. Quindi i risultati resi noti dal Ministero dell’Economia sono il risultato di imprese, ecc., che evidentemente hanno interpretato il risultato elettorale come un ritorno all’antico. Nel 2006 la vittoria del centro sinistra aveva dato una sterzata alle entrate prima ancora dell’approvazione dei provvedimenti per la lotta all’evasione. La vittoria della destra ha evidentemente dato il segnale opposto e c’è chi ha pensato che fosse arrivato il momento di darsi una calmata nei versamenti fiscali. Il lavoro dell’Amministrazione fiscale continua ma è evidente che il messaggio politico arrivato a settori dell’economia italiana è che si può tornare all’antico vizio dell’evasione. Cresce il prelievo fiscale sui lavoratori dipendenti e i pensionati. L’inflazione è una tassa occulta e ingiusta che grava essenzialmente sui redditi fissi e subalterni, ma oggi c’è qualcosa di più. Le imposte dirette sono aumentate del 4,1% nei primi 6 mesi del 2008 ma l’IRPEF è aumentata del 9,3% e in particolare il prelievo fiscale sui lavoratori dipendenti del settore privato è aumentato del 10,5%, sui dipendenti pubblici del 7,9%. In altre parole la tenuta delle entrate fiscali è essenzialmente sulle spalle dei lavoratori dipendenti e dei pensionati che hanno la trattenuta alla fonte e questo aggrava la crescente divaricazione tra i redditi. Il prelievo fiscale sui lavoratori dipendenti privati e pubblici è aumentato in 6 mesi di almeno 6 miliardi di euro, ben sopra l’inflazione, quindi il Governo programma impoverimento e divaricazione ulteriori tra i redditi. In altre parole è in corso anche per via fiscale una seria e pesante diminuzione del potere di acquisto dei lavoratori e questo nel momento in cui occorrerebbe aiutare la ripresa della domanda interna per cercare di compensare, almeno un poco, il rallentamento dell’economia. La priorità oggi è intervenire a sostegno dei redditi da lavoro dipendente e da pensionati, già in sofferenza da tempo, con sgravi fiscali. Altri redditi hanno la possibilità di sfuggire al prelievo fiscale, i lavoratori dipendenti no e quindi per alleggerire il peso fiscale su questi redditi occorre ridurre le tasse a loro favore. Sono già disponibili più di 4 miliardi e quindi le risorse per un primo intervento ci sono. Queste risorse sarebbero sufficienti per attuare quanto previsto dalla finanziaria 2008, tuttora in vigore, riducendo il peso fiscale sui lavoratori dipendenti e dando un poco di respiro alla domanda interna. Il Governo non vuole intervenire e ha rinviato ogni decisione a un futuro imprecisato. Del resto il DPEF prevede che fino al 2011 non ci saranno sgravi e quindi le entrate fiscali aumenteranno grazie al prelievo crescente sui redditi da lavoro e da pensione. Questa scelta sconta un aumento dell’iniquità sociale e rinvia la ripresa economica. Già nel periodo 2001/2006 la destra ha puntato tutte le sue carte sulla speranza della ripresa economica internazionale e sappiamo com’è andata a finire. Perché il Governo non decide interventi a sostegno dell’economia in emergenza, a partire dai lavoratori dipendenti ? Tremonti ha altre priorità, anche a costo di scontare un rallentamento dell’economia italiana e inevitabili tensioni sociali. Tremonti non può pensare seriamente che il potere d’acquisto dei lavoratori possa essere difeso dalla riduzione fiscale sugli straordinari. Quindi ? Sono rivelatrici le dichiarazioni di Bossi sull’ICI, solo apparentemente disarmoniche, ma che fanno capire che è sul tavolo il problema del finanziamento del federalismo fiscale. Infatti Tremonti sta facendo scorta di risorse e sarebbe una sottovalutazione pensare che lo fa solo perché non vuole dispiacere all’UE. L’accumulazione di risorse, la cui esistenza viene negata perfino agli altri Ministri, viene fatta in vista dei problemi finanziari che si porranno tra poco per il federalismo fiscale e l’autonomia dei comuni. La Lega condiziona l’appoggio al Governo al federalismo fiscale e per arrivarci occorre rispondere non solo alle richieste delle Regioni del Nord ma anche a quelle del Sud, sempre più in allarme. E’ il contrappasso della vittoria elettorale della destra che è avvenuta in Lombardia ma anche in Sicilia e anche a Roma. Quindi o non si fa nulla, e il Governo rischia di brutto, oppure occorrono ingenti risorse perché il federalismo è destinato a costare caro, pur con tutte le prudenze attuative possibili. Il Ministro dell’Economia “risparmia” ad ogni costo perchè tenta di mettere il Governo al riparo dalle imboscate della Lega e mette nel conto un ritardo nella ripresa economica e un impoverimento dei lavoratori. La vita del Governo prima di tutto. Alfiero Grandi, sottosegretario Governo Prodi
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