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Omeopatia
.:: Alfiero Grandi Pubblicato in data:  28/08/2005  11:42:25, in Omeopatia, letto 43465 volte
La rivista Lancet è certamente prestigiosa e non c’è ragione di dubitare della serietà dei ricercatori che hanno stroncato senza tanti complimenti l’omeopatia. Tuttavia qualcosa nelle conclusioni non convince. Anzitutto è sottovalutata la ragione della crisi di credibilità della medicina dominante. Si potrebbe ricordare lo scandalo del Vioxx, rappresentativo di una situazione già accaduta più volte. Si tratta di farmaci che anziché far bene fanno male, in qualche caso molto male. Gli effetti reali vengono resi noti in ritardo e solo dopo che le verifiche erano state inadeguate. Troppe volte l’accertamento sull’efficacia dei farmaci riguarda più il fatto che non facciano danni piuttosto che siano effettivamente benefici. Non aiutano molto i “bugiardini” sugli effetti dei farmaci perchè se presi seriamente nessuno li assumerebbe. Nella medicina sono stati fatti passi avanti incredibili ed importantissimi che aiutano a stare meglio tante persone e a salvare tante vite. Questo è un fatto. E’ un fatto che ci sono prescrizioni di farmaci in realtà dannosi fatte con leggerezza e spesso indotte da chi li produce che troppo spesso nasconde o sottovaluta gli effetti reali. Questo è dovuto agli interessi economici colossali in gioco ma anche ad una frantumazione degli scopi terapeutici tale che spesso non si è in grado di soppesare l’insieme degli effetti positivi e negativi. Informare la persona che deve essere curata dovrebbe essere un imperativo. In realtà per diverse ragioni, anche culturali, chi deve informare non sempre lo fa in modo adeguato e completo. Si tarda a prendere atto che nella medicina qualcosa non funziona o non funziona più. Il caso della malaria è il più recente e conferma che metodiche di cura che sono state sottovalutate a lungo oggi sono adottate dall’Organizzazione mondiale della Sanità dopo avere preso atto che le metodiche precedenti non funzionavano più. L’uso indiscriminato di antibiotici ha creato assuefazione e indotto mutamenti negli organismi che dovrebbero combattere, con il risultato che la loro efficacia è oggi in parte compromessa. Non c’è una realtà indiscutibile da un lato e i ciarlatani dall’altra, ma una situazione della medicina moderna che accanto a passi avanti clamorosi denuncia limiti e anche inquinamenti inaccettabili da interessi. A fare le spese delle contraddizioni sono ovviamente le persone in carne e ossa. A partire da quelle che per ragioni di brevetto non possono essere salvate da farmaci indispensabili ed efficaci come in alcune terribili pandemie che sconvolgono il mondo. La ri-scoperta di altre metodiche di cura nasce da questo intreccio di passi avanti e di limiti evidenti. Una certa arroganza intellettuale ha portato ad escludere in radice l’efficacia di altre metodiche di cura. In particolare è stata sottovalutata l’esigenza di usare metodiche che siano effettivamente proporzionate a ciò che deve essere curato. E’ del tutto evidente che ci sono situazioni in cui occorre intervenire con terapie e metodiche che non hanno alternative come traumi, emergenze, patologie gravi e conclamate. Ci sono però altre situazioni, per fortuna meno gravi e con minore rischio della vita, che non richiedono i bombardamenti a cui vengono sottoposte troppo spesso le persone e che possono essere risolte da metodiche meno invasive e più dolci. Oggi viene dimostrato che anche il placebo ha un’efficacia curativa se è in grado di stimolare le difese delle persone che sono in determinati casi sufficienti. C’è un ambito che potrebbe essere definito come la capacità della persona di reagire alla malattia con l’unità di tutte le sue risorse ed energie. Ci sono campi di ricerca modernissimi che tendono esattamente ad ingigantire la capacità di risposta della persona all’aggressione delle malattie. Omeopatia, agopuntura ed altre metodiche si inseriscono nel filone di stimolare le risorse della persona a reagire per avere ragione o almeno controllare la malattia. L’approccio è diverso dalla medicina prevalente ed è necessario guardare all’integrazione possibile dei diversi metodi. Alcune Regioni hanno già autorizzato l’uso di queste metodiche. Omeopatia, agopuntura, ecc. vengono definite medicine complementari. Non è una diminuzione per nessuno ma offre l’idea che in certe situazioni, quando l’esperienza lo conferma, si può ricorrere a metodiche non tradizionali. Tradizionali almeno per la nostra cultura, perché in altre parti del pianeta c’è una riscoperta di altre metodiche. Fare sperimentazione sull’efficacia delle diverse metodiche è giusto e va fatto tenendo conto dei diversi approcci, altrimenti si pretende di giudicare con altri parametri. Mentre l’unico possibile è il risultato. Occorre che chi attua metodiche diverse sia protagonista con altri della sperimentazione, anche per un aiuto reciproco a capire meglio le rispettive diversità. Le metodiche di cura delle medicine complementari debbono essere rigorosamente affidate a medici che hanno acquisito la stessa base culturale e scientifica dei loro colleghi e debbono essere esercitabili solo dopo una specializzazione adeguata nella materia. La persona va sempre informata della metodica di cura proposta e lasciata libera di scegliere. Dovrebbe essere obbligatorio scegliere realmente in tutte le situazioni, mentre ciascuno di noi potrebbe portare esempi in cui l’informazione come minimo è stata inadeguata e non sto parlando dell’omeopatia. “Perchè presupporre che i singoli cittadini vivano sempre in una condizione di minorità che impedirebbe loro di assumersi le proprie responsabilità ?”( Giulio Giorello) Forti interessi sono certamente in campo in tutte le situazioni ma quelli legati alla farmacologia ufficiale sono enormi e dominanti. Continua ad essere incomprensibile perché un identico prodotto omeopatico in Francia costa un terzo che in Italia e per di più è a totale carico di chi lo acquista. In Francia le cure omeopatiche non solo sono largamente diffuse, come in Italia (7-8 milioni di persone) ma la vendita di prodotti omeopatici è tarata sulla soglia della rintracciabilità del principio attivo. Inoltre viene sottovalutato il ruolo delle cure omeopatiche negli animali che non credo siano facilmente suggestionabili. Che il principio attivo sia fortemente diluito e abbia effetti simili al danno che vuole curare è proprio della teoria omeopatica e quindi sono ovviamente punti essenziali senza i quali questa metodica di cura non esisterebbe. Del resto buona parte delle “vaccinazioni” naturali del passato sono state fondate proprio sulla capacità di alcuni individui di reagire alla malattia e di immunizzarsi. Da una possibile diversa metodica di cura non può derivare una nuova assolutizzazione contro altre. Si tratta di consentire l’uso di tutte le possibilità offerte dalle diverse metodiche, soprattutto quando l’una non chiude la strada all’altra in caso di fallimento dell’obiettivo, nella consapevolezza che lo scopo è semplicemente curare meglio e con meno danni le persone che ne hanno bisogno. La proposta di legge che ho presentato, e che è stata unificata con altre in un’unica proposta di legge che verrà discussa e votata nelle prossime settimane alla Camera, tende a regolare l’offerta di metodiche di cura come l’omeopatia per evitare che chiunque possa mettersi a prescrivere cure senza titolo. Nello stesso tempo però la legge deve lasciare al rapporto tra medico specializzato e paziente di decidere quale metodica scegliere. Qualche apertura culturale in più e qualche pregiudizio in meno non guasterebbe nell’interesse della salute delle persone.