.:: Home Page : Articoli : Stampa
Nuova Aams, nuovo management
.:: Alfiero Grandi Pubblicato in data:  20/11/2007  15:35:44, in Ministero delle Finanze, letto 2007 volte
intervista per slot time
1) Da qualche parte si parla di un "colpo di spugna", da altre di intransigenza sulla questione. Secondo lei dov'è la verità e quale sarebbe la soluzione migliore per la famosa penale da 98 miliardi di euro?
È comprensibile che sull’argomento si esercitino gli interessi in campo, e che la loro influenza traspaia anche dalla domanda, tuttavia il quadro che ne vien fuori non è esatto.
La Corte dei Conti ha mosso dei rilievi a tutti gli interessati alle concessioni a vario titolo e ruolo e, dopo le risposte ottenute, sta valutando il da farsi. La cifra che la Corte dei Conti contesterà ai singoli e nel complesso la conosceremo solo quando avrà deciso sul da farsi. Per ora siamo al perimetro eventuale del problema e certamente le cifre di cui si parla non sono un Bancomat, in altre parole, non sono esigibili. Colgo l’occasione per ribadire che la commissione che ho presieduto non ha mai contestato importi a chicchessia. Non era suo compito e non l’ha fatto. L’unico organo che lo può fare è la Corte dei Conti. Con la risoluzione della Camera, accolta dal Governo, è stato chiesto a AAMS e ai concessionari di rivedere le penali previste dalle convenzioni che regolano le concessioni secondo principi di equità, ragionevolezza e proporzionalità. Farlo è come dire che prima non erano presenti in modo adeguato. È stata una scelta politica limpida che il Governo ha condiviso. Le modifiche concordate tra AAMS e i concessionari ora sono al vaglio del Consiglio di stato e mi auguro che questa volta non ci siano penali draconiane a fronte di una realtà tuttaltro che corrispondente alla legge e agli impegni previsti delle convenzioni. Sanatorie non ce ne saranno. Lo ha detto autorevolmente il presidente Prodi e, nel mio piccolo, l’ho ribadito senza equivoci. Piuttosto che sottrarre al magistrato la materia del suo intervento, preferirei rimettere, al Ministro, la delega in materia di giochi, peraltro, come è noto, non cercata. Quando e se il magistrato della Corte dei Conti si pronuncerà, gli avvocati delle parti interessate faranno valere le loro ragioni, e come è noto agli imputati, si applicano, di solito, le condizioni più favorevoli. Il lavoro della Corte dei Conti va rispettato e questo vuol dire rispettarne autonomia e ruolo e ascoltarne gli interrogativi e, personalmente, penso di averlo fatto.
2) Il settore degli apparecchi da intrattenimento è uno dei pochi giochi a far segnare trend di crescita sia come raccolta sia come posti di lavoro.
Avete in programma iniziative per tutelare questo mercato che sta cercando di uscire dalle sabbie mobili dell'illegalità?
Senza dubbio in questo settore è emersa una realtà nuova, prima l’illegalità era dominante. E’ mia abitudine riconoscere i meriti. Per questo, anche se credo che in materia di gestione di convenzioni, e di penali in particolare, qualche difetto c’è stato, debbo riconoscere che in pochi anni l’azione di AAMS ha prodotto risultati importanti in materia di crescita della legalità nel settore. Detto questo, credo che la magistratura di Venezia, da ultima, abbia portato alla luce problemi non adeguatamente risolti. Non ha torto chi (concessionario, gestore, produttore, cittadino, ecc.) chiede che quando una macchina da intrattenimento è in circolazione ci sia la certezza che corrisponde alla legge. Questo, dal mio punto di vista, non è un favore a qualcuno, ma semplicemente penso che una macchina legale, certamente riconoscibile, consente di concentrare tutta l’attenzione sull’area della lotta all’illegalità che dobbiamo puntare, senza tanti complimenti, a estirpare. Solo se è semplice stabilire cosa è legale, ci si può dedicare completamente all’illegalità. Un’idea di come uscirne personalmente ce l’ho, ma richiede da parte di tutti il coraggio di chi vuole combattere la malattia e non prendersela con il termometro, rompendolo, perché segnala febbre.
3) Per il prossimo anno è prevista l'istituzione dell'Agenzia dei Giochi.
Secondo lei che vantaggi porterà per il Governo, gli operatori e gli utenti?
Per arrivare all'Agenzia dei Giochi sono previsti altri passaggi normativi e non c'è rischio nel frattempo di paralizzare il mercato?
Rischi ci sono sempre. Faccio però osservare che a occuparsi di giochi è una struttura che, non a caso, si chiama ancora Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. Monopoli che non esistono più. Al punto in cui siamo sono per introdurre una novità strutturale forte, caratterizzata da due settori distinti: quello dei giochi e quello dei tabacchi. Mi spingo a dire che potrebbero appartenere anche a due agenzie diverse. In ogni caso, diversa tra i due settori deve essere la progettazione, la gestione, il controllo e la repressione. Su questo la commissione che ho presieduto ha detto parole chiare e mi aspetto che la nuova AAMS (vedremo come si chiamerà) e il nuovo management introdurranno più novità che conservazione, e questo, sia chiaro, non vuol dire che sia tutto da buttare, anzi al contrario è possibile innovare perché ci sono risultati importanti da cui partire. Per quanto mi riguarda, appena approvato definitivamente il decreto legge, sono per procedere con rapidità alla costruzione della nuova AAMS e del nuovo management.
4) 40 miliardi di fatturato previsti a fine anno. Avete già una stima del valore del mercato per il prossimo anno?
In crescita. Non do numeri, qualcuno potrebbe giocarseli e non voglio indurlo in tentazione. Tuttavia, questo, in altre parole, vuol dire che non vedo tracolli all’orizzonte, altrimenti perché alcuni soggetti sarebbero andati a quotarsi in borsa proprio ora?
5) A fine anno l'Italia dovrà rispondere alla Comunità Europea sulle procedure d'infrazione in tema di gioco. Su cosa si baserà la posizione italiana?
Sulla linea tenuta da tempo. I giochi, le normative, le regole, sono decisi dallo Stato. La gestione è messa a bando, c’è posto per tutti. Lo Stato italiano non lascerà al mercato, in un settore delicato come questo, il compito di autoregolarsi. Non è un mercato come un altro e le regole, che sono importanti, le decide lo Stato. Del resto consiglio prudenza ad alcuni spigliati iperliberisti perché nell’opinione pubblica cresce una preoccupazione su aspetti patologici del gioco, in particolare per i giovani. Personalmente non sono proibizionista, anzi al contrario. Tuttavia non accetterei una diffusione dei giochi all’insegna del guadagno a tutti i costi, e tanto meno accetterei un disinteresse pubblico verso il settore. Lo Stato deve guardate a tutto lo spettro dei problemi, di cui le entrate fiscali sono una parte, certo importante, ma non l’unica e non a qualunque prezzo.