«II tema del debito pubblico ovviamente c'è, ma non si può negare che il percorso di risanamento intrapreso da questo governo sia in linea con l'obiettivo dichiarato all'Unione europea di arrivare entro la fine della legislatura a un debito sotto la soglia di sicurezza del 100% del Pil». Alfiero Grandi, sottosegretario dall'Economia, esponente di Sinistra democratica, non è per nulla turbato dalle critiche del governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, e del commissario europeo Joaquin Almunia.
Draghi dice la sfida cruciale è abbattere il debito pubblico.
«Io credo che Draghi abbia un problema di cui dovrebbe occuparsi: quello della politica restrittiva della Banca centrale europea che, attraverso il super euro, sta generando problemi di non poco conto tra le aziende che esportano. Sembra che alla Bce, ossessionata dal problema inflazione che peraltro appare ingigantito, non sia interessata alla crescita dell'economia. La Banca d'Italia non ha nulla da dire?»
In attesa dell'eventuale risposta di Draghi, le ripeto la domanda: il governatore dice che sul debito pubblico bisogna fare di più.
«Certo. Più riusciamo ad abbassarlo e meglio è. Ma qui potrebbe dare un contributo la stessa Banca d'Italia. E invece la chiusura di Draghi sull'ipotesi di utilizzare le riserve auree non la trovo convincente. Osservo che Francia e Austria le hanno usate per finanziare grandi programmi di ricerca mentre altri Paesi, come la Spagna, per ridurre il debito. Nessuno pensa a un esproprio, ma le riserve potrebbero contribuire all'abbattimento del debito».
Anche il candidato leader del Partito democratico, Walter Veltroni, vuole aggredire il debito, addirittura con un intervento straordinario.
«Qui vorrei chiarire il senso di ciò che ho detto qualche giorno fa e che è stato male interpretato. Io non guardo con leggerezza al tema del debito pubblico, ma come ha detto il presidente del Consiglio, Romano Prodi, se ammazziamo il Paese, esso non è più in grado di risanare alcunché. Vogliamo fare un'operazione più forte di abbattimento del debito? Va bene, ma dobbiamo dire come. Con operazioni sui cespiti pubblici? Di che natura? Se invece qualcuno pensa di cavarsela dicendo semplicemente che vanno tagliate le spese...». È proprio quello che ha detto Draghi. «Sarebbe fondamentale tagliare la spesa per interessi sul debito, ma qui, appunto la politica degli alti tassi della Bce, non aiuta. Quanto alla spesa sociale, confrontandola con le medie europee, non c'è tanto un problema di tagliarla, quanto di riqualificarla». Per le pensioni spendiamo più degli altri Paesi europei.
«Siamolo 0,7-0,8% sopra il livello della spesa in Germania e Francia. E comunque non ci possono essere grandi margini perché se la popolazione invecchia, è chiaro che cresce anche l'incidenza della spesa previdenziale e di quella sanitaria, quest'ultima comunque sotto la media-Ue».
Scommetto che anche le critiche di Almunia le sembreranno sbagliate.
«La posizione del commissario europeo mi sembra francamente estremista. Lui non può sapere che se facessimo una manovra restrittiva bloccheremmo ciò di cui abbiamo più bisogno: rilanciare la crescita e la fiducia, interrompendo questa autoflagellazione in corso da troppo tempo».
Intervista di Enrico Marro per il Corriere della Sera