L'Indipendente del 30/05/2007
II sottosegretario all'Economia auspica un aumento delle entrate fiscali con la semestrale «Quindi sono inutili le polemiche nell'Unione»
C’è un nuovo tesoretto in arrivo a luglio. Soldi in più e inaspettati come l'extragettìto fiscale da 10 miliardi di euro già certificato nel primo trimestre. Di quest'idea è Alfiero Grandi, sottosegretario all'Economia e rigorista per eccellenza, con un passato nella Funzione pubblica della Cgil e un futuro nella Sinistra democratica di Fabio Mussi. «Il termine tesoretto non mi piace: sembra che abbiamo trovato questi soldi, che altro non sono che tasse, scavando in un giardino. Eppure a luglio, quando avremo i dati definitivi sui versamenti del primo semestre, saremo di fronte a un ulteriore aumento delle entrate fiscale, mi ci gioco la faccia». Nuovi soldi proprio mentre l'Unione litiga - ancora di più dopo la debacle delle amministrative - sui dieci miliardi che Padoa-Schioppa vuole utilizzare per aggiustare i conti pubblici. «Sì, e per questo non mi accodo alla discussione su quanto e a chi destinare l'extragettito. Oppure se sono troppi i 7,5 miliardi di euro per tagliare il deficit o troppo pochi i 2,5 miliardi perle famiglie e per le aziende E una discussione mutile perché a luglio, se il diavolo non d mette la coda, avremo più risorse per una migliore redistribuzione». A via XX Settembre si auspica un surplus di almeno due miliardi di euro, ma il sottosegretario non fornisce cifre precise. Però nota: «L'economia cresce al 2,3 per cento e va meglio di tre mesi fa. A luglio avremo i primi risultati della lotta all'evasione ed entreranno ì fondi della rivalutazione dei terreni agricoli. Quindi, a parità di spesa corrente - che non è calata ma neppure cresciuta - d sarà un incremento delle risorse. Quindi restiamo a quanto stabilito da Prodi: 7,5 miliardi di euro il debito, il resto a famiglie e imprese». Vallo però a spiegare al fronte della spesa tra Francesco Rutelli che promette meno tasse, Franco Giordano che chiede di «risarcire gli operai» e Clemente Mastella che vuole «dare il tesoretto ai ceti più popolari», «Sono sciocchezze», replica Grandi, «perché Prodi ha già detto in più occasione che il grosso dei 2,5 miliardi andrà a chi fa più fatica o che, appena possibile, avrebbe ridotto le tasse». Gli alleati quindi fanno demagogia. «Parlerei di diverse vedute. Casomai il problema è che nessuno ricorda che l'intervento sul deficit rientra nel piano concordato da Beriusconi con la Uè. E che, se il governo distribuisce queste risorse a luglio, poi è costretto a riprendersele a dicembre con la Finanziaria». Eppure è difficile anche seguire le indicazioni date da Prodi sugli interventi: l'aumento delle pensioni sodali, nuovi ammortizzatori sodali e l'estensione degli assegni familiari agli incapienti costano più dei 2,5 miliardi di euro promessi peri i Welfare. «Dipende», ribatte Grandi, «da come d muoviamo: per le minime è urgente intervenire su quelle da 400 euro, gli ammortizzatori si possono fare con gradualità, mentre per la famiglia si studiano sgravi, sotto varie formule, di 200 euro al mese. Poi a luglio, con più fondi, potremo guardare al resto: opere pubbliche, taglio all?ICI, le urgenze non mancano». Serve però un accordo in maggioranza. «Appunto, perché i bisogni non coincidono mai con le risorse disponibili. Dobbiamo fare una selezione delle priorità». Ma non erano state decise nel vertice di Caserta? «Evidentemente non è bastato».